L'Ultimo Dei Templari - la recensione

Era lecito aspettarsi qualcosa dall'unione battagliera di Nicolas Cage e Ron Perlman, e invece i due sono rimasti impantanati in uno dei film più risibili dell'anno...

Critico e giornalista cinematografico


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Nell'Ultimo dei Templari non ci sono cavalieri Templari.

Nè tantomeno si racconta una storia simile a quella di Il Mistero dei Templari (che comunque in originale si chiamava National Treasure).

Season of the Witch, questo il titolo vero, racconta di streghe e crociati pentiti alla ricerca di un ultimo grande volume contenente il segreto per la lotta al demonio.

Il film appartiene al florido filone del cinema di Nicolas Cage e i suoi parrucchini, pellicole dalle trame solitamente pretenziose che pongono un eroe solitario (e capellone) al centro di grandi avventure, possibilmente mistiche e/o magiche. Purtroppo però non sono tutti come Drive Angry, che se non altro aveva la grazia e l'educazione di non prendersi sul serio, cercando di divertirsi mentre diverte il pubblico con un citazionismo esagerato e demenziale.

L'Ultimo Dei Templari ha il terribile difetto di prendersi troppo sul serio senza poterselo permettere, forse il guaio peggiore in un film d'azione che pretende davvero di raccontare di una caccia alle streghe medievale che era giusta, poichè le streghe c'erano e, visto che si mescolavano in mezzo agli umani, andavano cacciate.

Ed è un peccato, perchè forse un buddy movie di ambientazione fantastico/cavalleresca che avesse messo Ron Perlman e Nicolas Cage con capelli di fronte alla lotta contro il Male nel senso più totale poteva anche divertire. Invece Dominic Sena attinge all'immaginario esorcistico (quello fatto di vomito iperbolico su frasi in latino) e lo fonde con quello guerresco, per raccontare del viaggio di una compagnia che non sa di andare alle radici del conflitto tra bene e male.

Quello che però è Sena a non sapere è che nemmeno un cambio radicale di ambientazione storico geografica rende Nicolas Cage un superuomo credibile...

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