Libere, Disobbedienti e Innamorate, la recensione
Determinato a raccontare figure difficili da incasellare, Libere Disobbedienti e Innamorate purtroppo si accontenta delle scelte più facili
Certo le vite delle tre ragazze che dividono un appartamento non sono prive di difficoltà, sono maltrattate e vivono la loro aspirazione ad essere quel che desiderano con diverse opposizioni. Un marito violento imposto dalla famiglia per la musulmana, dei parenti bigotti musulmani secolari che non accettano una lesbica e una donna di provenienza cattolica che fatica ad affermare il proprio desiderio di indipendenza. Il titolo originale, In Between, rende bene l’idea di questi personaggi che cercano di non essere classificabili, di non aderire ad una categoria ma di posizionarsi tra una categoria e l’altra, con tutta la difficoltà del caso.
Maysaloun Hamoud insomma imbastisce un racconto molto esile in cui tutto è molto chiaro ed evidente: cosa desiderino le protagoniste e quanto sia legittima tale aspirazione, chi gli si opponga, perché e quanto sia sbagliata quest’opposizione. Libere, Disobbedienti e Innamorate è così certo delle proprie idee da non cercare mai di metterle in questione, di capire i limiti di tutto questo o anche solo che problemi implichi, così nonostante un intreccio interessante (c’è una vendetta femminile su un maschio arrogante da portare a termine), il film rimane sul territorio più sicuro, quello dei pareri che è semplice condividere e delle situazioni nelle quali è facile prendere una posizione sicura. Nessuno è messo in questione. Il massimo della pigrizia in un contesto e con dei personaggi che invece potevano essere interessanti.