Le Amiche della Sposa - la recensione
E' nata una nuova stella della commedia americana: Kristen Wiig si scrive su misura e interpreta senza freni inibitori l'irresistibile Le amiche della sposa...
C'è sempre una grande invidia quando si analizzano film come Le amiche della sposa e si è italiani. In Italia un cinema al femminile così ben strutturato, scritto e poi conseguentemente visto, in primis da un pubblico di donne, ce lo scordiamo proprio.
A Hollywood invece è la prassi, una tradizione che non morirà mai. Da Lucille Ball a Jane Fonda, da Meg Ryan a Sandra Bullock alle nuove star uscite dal Saturday Night Live come Tina Fey, Amy Poehler e Kristen Wiig. E' lei l'ultima donna dello schermo e dello scherno. La ragazza è fantastica. L'avevamo vista bigotta e con un occhio solo (per un po') in Paul ed eccola qui ad aprire il film in una scena epocale intrecciata a Jon Hamm che dà il senso a tutto il film. Uomini e donne possono incontrarsi per fare una stessa cosa (sesso), ma concependola in modo completamente diverso. “Ritmi... ritmi” commenterebbe il Giorgio Viterbo di Ecce Bombo: e infatti c'è chi vuole andare veloce, chi piano, chi ti sbuffa in faccia e ti chiede di stringergli forte una parte del corpo, chi vuole rimanerti accanto dopo e chi non vede l'ora di separarsi da te. L'inizio delle Amiche della sposa è eccitante, divertente, intelligente. Cominci una commedia adulta con una scena così e Billy Wilder direbbe: “Ragazzo, la strada è in discesa”. Sei ragazzacce la percorreranno a 300 km orari guidate dalla single frustrata Annie (Kristen Wiig) che in occasione del matrimonio dell'amica d'infanzia Lilian (Maya Rudolph) incontrerà non pochi problemi, avendo a che fare con la rivale in amicizia Helen (una Rose "con le spine" Byrne da favola), due coinquilini inglesi fastidiosi (dopo il fantastico Stephen Merchant di Libera uscita ancora innesti potentissimi di comici british in terreno hollywoodiano), amanti volgari, un lavoro insoddisfacente e un'insopportabile madre paternalista. Ques'ultima è Jill Clayburgh, scomparsa a novembre 2010: tra il 1978 e il 1980 era una sofisticata star da due nomination all'Oscar in due anni e un gran film (Una donna tutta sola di Mazursky). Quanto era di classe, sexy e divertente. E che bello vederla tormentare il suo alter ego del nuovo millennio Kristen Wiig, la quale, con quella bella faccia furba da Emma Thompson, è il motore che fa andare Le amiche della sposa così veloce e stabile sul rettilineo.
Prodotto dal bravissimo Judd Apatow il film mostra donne che vogliono innamorarsi, ridere a crepapelle, fare sesso, trovare un lavoro che le gratifichi e chiacchierare in totale franchezza tra loro di uomini e non. A volte possono anche essere prese da un attacco di diarrea. Sono vulnerabili, dolci, volgari e cattive proprio come i corrispettivi maschili di tante commedie che vediamo. Qual è il problema? Qualsiasi maschio etero dovrebbe studiarsi dettagliatamente film come questo. Si può imparare moltissimo. E' Una notte da leoni al maschile come qualcuno sostiene? Assolutamente no: è molto meglio. Qui non si percepisce mai quella nemmeno troppo sottile volontà di annullare l'altro universo sessuale tipica dei due film, e non solo quelli, di Todd Phillips. Qui, in pieno stile Apatow (e prima di lui Kevin Smith, e prima ancora James L. Brooks), c'è franchezza, cinismo, volgarità, brutalità nella lotta dei sessi senza mai arrivare a perdere la speranza che ci si possa pure incontrare prima o poi e, miracolo, passare un po' di tempo insieme in armonia.
Lei & Lui, intendiamo. “Non siamo tutti cattivi” dice un personaggio chiave interpretato dal bravissimo Chris O'Dowd (perfidissimo ne I fantastici viaggi di Gulliver, qui adorabile) ad Annie riferendosi ai poliziotti. Forse intendeva gli uomini. Riuscirà Annie a dargli ragione?
Intanto Kristen Wiig è riuscita a sfondare. Da lei scritto e interpretato, Le amiche della sposa l'ha collocata molto in alto ad Hollywood. Arriveranno nuove sfide, faremo il tifo per lei.