Horizon: an American Saga - Capitolo 1, la recensione | Cannes 77
È solo il capitolo 1, ma Horizon: an American Saga di Kevin Costner ha chiaramente la scrittura e il passo della serialità
La recensione del primo capitolo di Horizon: an American Saga, il grande progetto di Kevin Costner sul west, presentato a Cannes
Del resto Horizon è un film di 3 ore, ed è il capitolo 1, a cui seguirà il secondo solo un mese dopo. Procede con il passo costante anche quando alterna momenti d’azione ad altri di dialogo e non vive di accensioni come un film, è fatto per poter camminare per ore senza stancare. E di fatto non stanca. Scritto e diretto da Kevin Costner, ha il punto di vista di Balla coi lupi, e racconta come il West sia stato conquistato. I nativi americani con le loro ragioni più che legittime sono da una parte, il proscenio lo hanno i coloni, quelli che hanno creato quella parte di America, i coraggiosi e gli avventurosi uomini e donne comuni che hanno fatto qualcosa di straordinario.
Horizon però, benché abbia il pregio di lasciarsi vedere e di descrivere con minuzia la vita delle comunità di coloni, lo svolgimento delle giornate e di riuscire, con le sue tante storie che creano davvero un totale complicato (così tanto da somigliare all’ampiezza e alla varietà di personaggi e storie di Red Dead Redemption), e benché riesca ancora, dopo tanti anni di West, a fotografare luoghi eccezionali, sempre vari e mai scontati, è un classico che non ha il mestiere e la mano che possono renderlo anche il grande film che desidera essere.