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Gotham 3x20, "Pretty Hate Machine": la recensione

La nostra recensione del ventesimo episodio della terza stagione di Gotham, intitolato "Pretty Hate Machine"

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Spoiler Alert
L'annuncio che la Corte dei Gufi sarebbe stata la minaccia principale della terza stagione di Gotham aveva fatto felici molti, visto l'enorme potenziale espresso nelle avventure a fumetti di Batman firmate da Scott Snyder e Greg Capullo. L'organizzazione criminale era infatti il nemico perfetto per una serie TV ambientata nel mondo del Cavaliere Oscuro antecedente alla sua venuta, in quanto attiva già decenni prima della nascita di Bruce Wayne e con una storia di origini fortemente legata alla città. Peccato che di tutto questo nello show si sia visto poco e nulla, con la Corte rilegata a minaccia di secondo piano e addirittura utilizzata come pedina per l'introduzione della ben più famosa Lega degli Assassini di Ra's al Ghul, già comparsa nella trilogia cinematografica sull'Uomo Pipistrello diretta da Christopher Nolan e più recentemente nella terza stagione di Arrow.

Pretty Hate Machine ci ha dunque mostrato la definitiva caduta dell'organizzazione, i cui componenti sono stati uccisi dagli Artigli per ordine dello Sciamano, morto anch'esso pochi istanti più tardi non prima di aver rilasciato su Gotham il virus estratto dal sangue di Alice Tetch.
In tutto questo è stato sicuramente interessante veder emergere la parte più oscura di Bruce, anche se i primi segni di ripensamento mostrati dal ragazzo ci fanno pensare che questa condizione possa risolversi già nel doppio finale di settimana prossima. È però vero che l'arrivo in città di Ra's al Ghul apre molte strade per il futuro dello show e del personaggio, di cui nella quarta stagione potrebbe essere narrata la storyline che lo vede come discepolo della Lega degli Assassini.

Pretty Hate Machine si è retto quasi totalmente sulla performance di Morena Baccarin

Parlando di personaggi che hanno lasciato emergere la loro parte più oscura, l'episodio ci ha poi mostrato le conseguenze delle azioni di Lee viste nel finale di All Will Be Judged. Se per quanto riguarda Barnes il virus aveva spinto all'estremo il suo senso di giustizia, nella donna esso ha trasformato i suoi sentimenti verso Jim in una vera e propria ossessione, non molto dissimile da quella provata per il poliziotto da Barbara Kean nella scorsa stagione. Per quanto ricco di personaggi ed eventi, Pretty Hate Machine si è retto quasi totalmente sulla performance di Morena Baccarin, che ha portato in scena una villain capace di mettere in ombra il nutrito gruppo di antagonisti che con lei ha condiviso l'episodio. Purtroppo, il fatto che anche Gordon sia stato infettato dal virus ci spinge a pensare che già nel finale di stagione una cura riporterà i due alla normalità, ma gli autori potrebbero sorprenderci trasformando il personaggio di Lee nella tanto chiacchierata Harley Quinn.

Deludente, invece, il continuo della guerra fra l'Enigmista e Pinguino, in cui i due hanno cercato invano di catturarsi a vicenda. È ormai chiaro che né Ed né Oswald abbiano davvero intenzione - o, per meglio dire, il coraggio - di uccidersi tra di loro, tant'è che l'improvviso ritorno di Fish Mooney può essere letto soltanto nell'ottica di un futuro riavvicinamento tra i due, derivato probabilmente dal salvataggio di Cobblepot da parte di Nygma con conseguente morte della criminale per mano di quest'ultimo.

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