Full Metal Furies è all’insegna del girl power - Recensione
Un action RPG tutto al femminile: la recensione di Full Metal Furies
Martoriata da un lunghissimo conflitto, la Terra affronta la sua ora più buia, specchiandosi sull’orlo del precipizio. I Titani – qui incarnazione meccanica delle divinità elleniche – ormai hanno preso il sopravvento, spadroneggiando in ogni dove. Stanche del supplizio, le Full Metal Furies partono all’assalto, convinte che vi sia una chance di riscossa. Le guida Triss, grande carisma e un temperamento vulcanico: professione tank, sventola un gigantesco scudo e combatte all’arma bianca. Al suo fianco c’è Alex, armata di martello e dai modi spicci, valchiria forte e generosa. Chiudono il cerchio Erin, ingegnere dalle mille risorse e specializzata nell’utilizzo dei droni, e Meg, cecchino dalla mira infallibile e dal fiuto sopraffino. Al netto delle caratteristiche individuali, la compagine si divide equamente fra classi melee e non, in un perfetto equilibrio.
[caption id="attachment_181931" align="aligncenter" width="1920"] Un boss e i suoi immancabili scagnozzi, nella più classica delle zuffe[/caption]
Votato per sua natura al multiplayer, Full Metal Furies si scontra con una componente online vincolata alla sola lista amici, una soluzione nata nell’ottica di tenere a freno l’input lag. A causa di questa limitazione, non siamo in grado di formulare un giudizio sulla qualità del netcode, che resta un’incognita. Per dovere di cronaca, Cellar Door Games ha distribuito diverse patch, allo scopo di migliorare le performance sul cavo di rete, eliminando i bug riscontrati fin’ora. Le perplessità qui elencate si eclissano nel multiplayer da divano, dove sono sufficienti quattro joypad e uno schermo magari dalle dimensioni generose.
Full Metal Furies stecca in alcune occasioni, soprattutto quando l’azione, complice le tante unità a schermo, pecca di leggibilità. In questi frangenti il gioco si fa leggermente frustante, ma riesce a mantenere una sorta di equilibrio, grazie a una curva di difficoltà ben dosata e un preciso sistema di checkpoint, presente in gran parte delle missioni. Le eccezioni alla regola sono i faccia a faccia con i Titani, dove in caso di sconfitta si riparte da zero. Per quanto ogni Fury abbia la sua precisa ragion d’essere, alla lunga si ha l’impressione che due personaggi in particolare svettino: Erin e Triss non conoscono rivali, sono una forza della natura, un duo quasi inarrestabile. Meg si accontenta del cucchiaio di legno, riscattandosi in parte sulla lunga distanza, a suon di power up.
[caption id="attachment_181932" align="aligncenter" width="1920"] Il campo base è il centro nevralgico di bonus e power up[/caption]
Anche nell’occasione, Cellar Door Games coccola i pixel, con una direzione artistica scanzonata e pregevole. I valori di produzione sono eccellenti e il tutto poggia su un motore grafico collaudato, sempre fluido e privo di tentennamenti. Il codice è ben ottimizzato e i requisiti di sistema sono molto contenuti, dettagli tutt’altro che trascurabili. La colonna sonora è orecchiabile, con alcune tracce degne di note e particolarmente azzeccate.
Al netto di una componente online limitata e in parte lacunosa, Full Metal Furies si rivela un buon gioco, un titolo progettato con cura e realizzato con criterio. Alla lunga purtroppo scade nella ripetitività, difetto purtroppo riscontrato in altri esponenti del genere. L’ottimo sistema di controllo, il contrasto armonico fra le classi, il comparto multiplayer e una campagna di ampio respiro, ricca di extra e segreti, sono i punti di forza di questo indie. Rogue Legacy non è stata una felice intuizione e nulla più: oggi Cellar Door Games si ripete, confermandosi una software house eclettica.