Full Metal Furies è all’insegna del girl power - Recensione

Un action RPG tutto al femminile: la recensione di Full Metal Furies

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Conclusa l'esperienza di Rogue Legacy, Cellar Door Games riparte da Full Metal Furies, cambiando completamente registro. Il presente è all'insegna di un action RPG tutto al femminile, formula che ammicca ai picchiaduro a scorrimento, genere ormai estintosi. Anche in quest’occasione, lo sviluppatore canadese fa leva sull’ironia e il sarcasmo, con un gioco che raramente si prende sul serio.

Martoriata da un lunghissimo conflitto, la Terra affronta la sua ora più buia, specchiandosi sull’orlo del precipizio. I Titani – qui incarnazione meccanica delle divinità elleniche – ormai hanno preso il sopravvento, spadroneggiando in ogni dove. Stanche del supplizio, le Full Metal Furies partono all’assalto, convinte che vi sia una chance di riscossa. Le guida Triss, grande carisma e un temperamento vulcanico: professione tank, sventola un gigantesco scudo e combatte all’arma bianca. Al suo fianco c’è Alex, armata di martello e dai modi spicci, valchiria forte e generosa. Chiudono il cerchio Erin, ingegnere dalle mille risorse e specializzata nell’utilizzo dei droni, e Meg, cecchino dalla mira infallibile e dal fiuto sopraffino. Al netto delle caratteristiche individuali, la compagine si divide equamente fra classi melee e non, in un perfetto equilibrio.

Concluse le schermaglie iniziali, connesse a un tutorial breve e per nulla invasivo, si scoprono le tante sfaccettature di un sistema di combattimento semplice, immediato e divertente, con qualche velato accenno di juggle. Con il passare dei livelli e accumulata un po’ di esperienza, fanno capolino perk e bonus assortiti, che mai stravolgono l’essenza di un classe. C’è davvero di che sperimentare, fra ben sedici variazioni sul tema, divise in quattro categorie: le combinazioni sono molteplici e non sempre sortiscono l’effetto sperato. Per fortuna la quadratura del cerchio non è un miraggio.

[caption id="attachment_181931" align="aligncenter" width="1920"]Full Metal Furies screenshot Un boss e i suoi immancabili scagnozzi, nella più classica delle zuffe[/caption]

Votato per sua natura al multiplayer, Full Metal Furies si scontra con una componente online vincolata alla sola lista amici, una soluzione nata nell’ottica di tenere a freno l’input lag. A causa di questa limitazione, non siamo in grado di formulare un giudizio sulla qualità del netcode, che resta un’incognita. Per dovere di cronaca, Cellar Door Games ha distribuito diverse patch, allo scopo di migliorare le performance sul cavo di rete, eliminando i bug riscontrati fin’ora. Le perplessità qui elencate si eclissano nel multiplayer da divano, dove sono sufficienti quattro joypad e uno schermo magari dalle dimensioni generose.

"C’è davvero di che sperimentare, fra ben sedici variazioni sul tema, divise in quattro categorie: le combinazioni sono molteplici e non sempre sortiscono l’effetto sperato. Per fortuna la quadratura del cerchio non è un miraggio"Pur esprimendo il massimo del suo potenziale in tandem, Full Metal Furies non trascura la modalità single player, frangente in cui si assume il controllo di due amazzoni, pronte a passarsi il testimone con la pressione del tasto RT. Il gioco resta sempre appassionante, merito di una quest lunga, articolata e con poche fasi di stanca. Conclusa l’avventura, si scopre che in realtà la fine è solo l’inizio: i titoli di coda non sono altro che il prologo di una caccia al tesoro, un rompicapo composto da codici da decifrare, stele di Rosetta da interpretare e una serie di terminali abbandonati in mezzo alle nuvole, lassù oltre l’orizzonte. Gli indizi non sempre vanno presi alla lettera, è il caso di scervellarsi e usare il pensiero laterale.

Full Metal Furies stecca in alcune occasioni, soprattutto quando l’azione, complice le tante unità a schermo, pecca di leggibilità. In questi frangenti il gioco si fa leggermente frustante, ma riesce a mantenere una sorta di equilibrio, grazie a una curva di difficoltà ben dosata e un preciso sistema di checkpoint, presente in gran parte delle missioni. Le eccezioni alla regola sono i faccia a faccia con i Titani, dove in caso di sconfitta si riparte da zero. Per quanto ogni Fury abbia la sua precisa ragion d’essere, alla lunga si ha l’impressione che due personaggi in particolare svettino: Erin e Triss non conoscono rivali, sono una forza della natura, un duo quasi inarrestabile. Meg si accontenta del cucchiaio di legno, riscattandosi in parte sulla lunga distanza, a suon di power up.

[caption id="attachment_181932" align="aligncenter" width="1920"]Full Metal Furies screenshot Il campo base è il centro nevralgico di bonus e power up[/caption]

Anche nell’occasione, Cellar Door Games coccola i pixel, con una direzione artistica scanzonata e pregevole. I valori di produzione sono eccellenti e il tutto poggia su un motore grafico collaudato, sempre fluido e privo di tentennamenti. Il codice è ben ottimizzato e i requisiti di sistema sono molto contenuti, dettagli tutt’altro che trascurabili. La colonna sonora è orecchiabile, con alcune tracce degne di note e particolarmente azzeccate.

Al netto di una componente online limitata e in parte lacunosa, Full Metal Furies si rivela un buon gioco, un titolo progettato con cura e realizzato con criterio. Alla lunga purtroppo scade nella ripetitività, difetto purtroppo riscontrato in altri esponenti del genere. L’ottimo sistema di controllo, il contrasto armonico fra le classi, il comparto multiplayer e una campagna di ampio respiro, ricca di extra e segreti, sono i punti di forza di questo indie. Rogue Legacy non è stata una felice intuizione e nulla più: oggi Cellar Door Games si ripete, confermandosi una software house eclettica.

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