Batman v Superman: Dawn of Justice, la recensione
Fagocitato dalla sua stessa voglia di grandezza, Batman v Superman regala momenti eccezionali e propone un punto di vista fantastico sul supereroismo
Batman v Superman basa tutta la sua percezione degli eroi su questo meccanismo e questa è la parte migliore, più interessante e centrata di tutta la concezione del supereroe per Zack Snyder. Il vero asso nella manica che non ha la Marvel, molto più piegata sul rendere contagiosa l’eccitazione data dal superpotere.
Batman è così spaventoso che bisogna prendere in prestito soluzioni di linguaggio dal cinema horror per mostrare un suo salvataggio, uno in cui addirittura i salvati sono terrorizzati da chi li ha aiutati, e che forse è il momento migliore del film assieme al suo inizio; Superman è così luminoso, perfetto e deistico che appare lentamente in controluce come in un dipinto kitsch di Gesù appeso nel salotto di una famiglia messicana immigrata a New York. Per buone parti del film, almeno quando gli eroi sono al lavoro, li vediamo dal punto di vista delle vittime o dei salvati, un po’ rubando le idee alla graphic novel Marvels, un po’ ammirandoli e temendoli al tempo stesso. Se c’era un modo di declinare l’approccio “serioso” al fumetto della DC cinematografica, questo sicuramente è uno dei più grandiosi e ammalianti.
Comunque la si pensi Affleck e Cavill sono perfetti, finalmente ottimi nei loro panni, ottimi nell’incarnare degli archetipiIl resto è un po’ un pasticcio di dettagli di trama che si perdono in una gran confusione, ma a Snyder davvero non importa, non si cura proprio dei dettagli, ammira la solo la magnificenza. Non se ne cura a tal punto che anche un repentino cambiamento di opinione, uno così importante da rivedere gli assunti del film, avviene senza battere ciglio, al solo pronunciare una parola. Sarebbe inaccettabile in qualsiasi altro film (e per molti lo sarà anche qui), ma non si può negare che in questa versione rivista e corretta dell'Uomo D'Acciaio, che ne mitiga un po’ la confusione distruttiva e cerca di donargli più fascino, spianando la strada all’allargamento dell’universo DC al cinema (anche con un po’ di goffaggine rispetto alla concorrenza), ci siano alcune delle migliori trovate visive in assoluto del cinema di supereroi. Se siete legati alla plausibilità, alle storie e ai personaggi forse Batman v Superman: Dawn of Justice non fa per voi. Se vi piace la forma e pensate che sia quella a parlare veramente, non i dialoghi, e che in fondo il mito sia più forte dell’intreccio, allora sarete più a vostro agio.Comunque la si pensi Affleck e Cavill sono perfetti, finalmente ottimi nei loro panni, ottimi nell’incarnare degli archetipi e Affleck in particolare con il suo fisico che appare tarchiato e squadrato, senza collo come il Batman della serie animata anni '90, è un uomo pipistrello perfetto per opporsi allo slanciato Superman. Molto più sicuri di sè e centrati del Luthor di Jesse Eisenberg, costretto a calzare scarpe troppo grandi (quelle di Gene Hackman e Kevin Spacey) e pietosamente rifugiato in una recitazione caricaturale che non padroneggia. Un peccato. Di certo a trionfare è Gal Gadot, super donna già da molto prima di presentarsi come Wonder Woman, calza la scena con un passo superiore al resto dell’umanità. Non è di questo mondo e si vede anche solo quando entra in una stanza, caratteristica che le dona un’altra carica quando effettivamente scende sul campo.
Alla fine questo film che non può mettere d'accordo nessuno e sarà di certo odiato tanto quanto amato, ha tutti i pregi del cinema fagocitante di Snyder, la sua magniloquenza e la passione per le virtù cristallizzate dentro uomini posseduti da qualcosa di eccezionale che li trascende. Ha un’ammirazione per i supereroi che è totalmente assente dall’approccio compagnone della Marvel. Questi non potrebbero mai essere nostri amici, questi sono esseri eccezionali e senza nulla di comune. Appassionato al Dio ma terribilmente attratto dall’uomo che lotta con testa e volontà per essergli superiore, Snyder ha tentato di mettere in scena il più vecchio conflitto di sempre e fino a che non è stato costretto a chinare la testa di fronte alla ragion di franchise, finendo ingarbugliato nella sua stessa tela, sembrava quasi essere ad un passo dalla vera grandezza.