American Horror Story: Coven 3x01 "Bitchcraft": la recensione
Ritorna la serie di Ryan Murphy con una nuova ambientazioni e new entry nel cast, ma anche con una formula sempre uguale a se stessa
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La storia di quest'anno prende il via a partire da un singolare incontro fra Harry Potter (che ad un certo punto viene puntualmente citato) e Suspiria. Zoe (Taissa Farmiga) scopre di essere una strega e viene spedita in una sorta di accademia di streghe insieme ad altre tre coetanee. Se Cordelia (Sarah Poulson), che interpreta proprio l'insegnante delle quattro, viene in questo primo episodio quasi soffocata dalla mole di eventi e personaggi che la attorniano (viene accennato qualcosa della sua indole, ma ancora ne sappiamo troppo poco), altrettanto non si può dire delle giovani adepte. Il lavoro di caratterizzazione e costruzione dei personaggi e dei loro poteri è stato portato avanti con cura, lasciando che fosse il gruppo ad emergere nelle sue interazioni. Alla fine del primo episodio le giovani sono già riconoscibili nei loro caratteri e facoltà (fantastica quella di Queenie, interpretata da Gabourey Sidibe, che in pratica è una bambola voodoo ambulante).
L'alchimia tra Jessica Lange (basta solo la sua apparizione sullo schermo a ricordarci chi è il pilastro di questa serie) e la new entry Kathy Bates viene rimandata al prossimo episodio. Per adesso va detto che, nonostante la prima abbia alcune delle battute più forti e memorabili della puntata, il confronto con i flashback vede vincitrice la seconda. Funziona infatti decisamente bene il prologo, forse il migliore visto finora, così come le scene di tortura e l'idea visiva e concettuale del minotauro. E la stessa prospettiva di una maggiore interazione con il personaggio di Angela Bassett alza, e di molto, le attese per il futuro. Sorprendono invece le veloci apparizioni e dipartite (ma sarà così?) dei personaggi di Evan Peters e Lily Ray, mentre è molto gradito il ritorno, anche se per poco, di Frances Conroy con un personaggio decisamente sopra le righe.Le atmosfere sono quelle classiche di American Horror Story, quelle di un orrore che non fa paura e nemmeno vuole farne, che si accontenta al più di sorprendere visivamente, che gioca sull'accumulazione di caratteri e situazioni con la serenità di poterne fare ciò che vuole per poi ripartire daccapo. E la regia, che, tanto per restare in tema Suspiria, almeno in una certa inquadratura, sembra quasi riprendere i thriller/horror italiani di quegli anni, lo segue nel suo essere come al solito estrema, veloce, squilibrata, a volte confusionaria, spesso divertente e interessante. Un po' trash, molto ironico, senza nessuna novità rilevante al di fuori di qualche gradita new entry nel cast, come al solito divertente e scorrevole, ritorna American Horror Story.