American Horror Story - Apocalypse 8x06 "Return to Murder House": la recensione
Il sesto episodio stagionale di American Horror Story ci riporta ai luoghi e ai personaggi di Murder House
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Madison e Chablis tornano alla villa da cui tutto, davvero tutto, ebbe inizio. Sono una bella coppia e funziona la scrittura, che per l'occasione ha anche deciso di ammorbidire i tratti più insostenibili del carattere della strega (per il resto Emma Roberts è fantastica nel ruolo). Appena entrati nella villa, i due vengono investiti da ricordi, personaggi in trappola, energia tenuta a freno e conflitti insanabili che durano da anni e anni. Per tutti gli spettatori significa fare un tuffo nei ricordi di una serie che, all'epoca e al di là del suo valore effettivo, era una novità molto interessante. Si gioca sui facili cameo e sul piacere della nostalgia, che colpisce sempre e comunque.
Nel cast tornano come guest Dylan McDermott, Connie Britton, addirittura Mena Suvari. E torna soprattutto Jessica Lange, per le prime quattro stagioni volto simbolo dell'intera serie, ruolo poi ereditato dalla Paulson. Al di là di ciò che verrà raccontato, è molto piacevole ritrovare una Jessica Lange perfettamente a suo agio nel tornare a vestire i panni di Constance. Per il resto, si tratta di unire i puntini, e di farlo senza eccessive sorprese. Michael, figlio di Vivien e di un Tate posseduto dalla casa e dalle forze del Male, è l'Anticristo. Constance, che equilibrata non era mai stata, non cerca di placare la sua furia, e infine crolla di fronte alla crescita improvvisa del personaggio. Per un certo periodo Ben – che sinceramente non ricordiamo come il migliore degli psichiatri – prova ad aiutarlo, ma infine anche lui deve ammettere che si tratta di un tentativo inutile.Michael non ha scelta. È ciò che è, e i satanisti infine lo individuano. Qui subentra il personaggio interpretato da Kathy Bates, e il resto più o meno è noto. Diventa chiaro per le streghe che Michael va assolutamente fermato, ma la missione sembra quasi impossibile al momento. Return to Murder House comunque non è un'incursione fine a se stessa negli eventi della prima stagione. Torniamo a quei personaggi e alle faccende rimaste in sospeso. Vivien e Ben troveranno il modo di perdonarsi, Violet e Tate forse potranno finalmente amarsi nonostante tutto, Moira trova pace. Almeno per questi personaggi, può esistere un lieto fine dolceamaro.
Ma quel che va riconosciuto, ad una serie alla quale è facile riservare critiche, è la capacità di gestire le identità dei vari interpreti in modo così fluido. Basta un diverso look, un'interpretazione lievemente diversa, e questi personaggi possono entrare e uscire da diverse storie a piacimento. Sembra incredibile, ma nonostante il fatto che li abbiamo già visti in questa stagione, possiamo provare una particolare sensazione nel vedere Frances Conroy, Taissa Farmiga e Evan Peters che interpretano i personaggi della prima stagione, ed è come se li rivedessimo per la prima volta dopo tanto tempo.