Intervista a ThePills. Tutto su Zio Gianni, la loro prima serie per la RAI

Abbiamo intervistato Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua, ovvero ThePills. Ecco cosa ci hanno detto di Zio Gianni, la loro prima serie per la Rai

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Prima del film (al momento previsto per la primavera) vedremo la prima produzione per la televisione generalista scritta da ThePills.

Come già annunciato si chiama Zio Gianni e il trio Luca Vecchi, Matteo Corradini, Luigi Di Capua l’ha scritta per Rai Due. Ancora non è chiaro quando partirà, di sicuro c’è l’orario, le 21.00 ovvero poco prima del TG2, e che ognuno dei 27 episodi scritti durerà 7 minuti, quindi la medesima collocazione e funzione di Una mamma imperfetta.

Sulla data di inizio anche l’ufficio stampa Rai Due non ha saputo dare informazioni maggiori di “Quando finisce Impazienti” (la serie che in questo momento occupa quello slot), dunque tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Zio Gianni racconta di un 50enne che perde il lavoro, è sfrattato dalla moglie e non ha altre alternative che andare a vivere in una casa con 3 studenti universitari o per dirla con le parole di Luca Vecchi: “L’idea era di scrivere e girare qualcosa di carino con l’aiuto della cocaina”.

Abbiamo incontrato i tre autori che tra poche settimane inizieranno le riprese del film prodotto da Taodue (di cui curano anche la regia e del quale sono attori, esattamente come su YouTube) e scoperto come prima cosa che Zio Gianni è tratto da una storia vera.

Luca Vecchi: Ce l’hai presente Uno splendido via vai di Pieraccioni? La storia è più o meno quella.

Luigi Di Capua: Ma in più c’è il fatto che il nostro protagonista non se ne va di casa per un misunderstanding con la moglie, nel nostro caso la situazione è un po’ più tragica. Siamo partiti dal classico spunto della commedia all’italiana: un soggetto drammatico sviluppato in maniera comica. Un uomo perde il lavoro e in crisi totale deve andare a vivere con dei pischelli, non ha soldi e visto che il divorzio è una cosa per ricchi lui che è invece medio-basso borghese non ha alternative. Di certo non può andare nel loft da 900€/mese al Pigneto e quindi si mette in una stanza con altri studenti. Che è la vera storia del padre di un nostro amico.

Vera storia che ha dato veri esiti comici?

Matteo Corradini: Questo non lo sappiamo però immaginiamo di sì. Cioè vai a vivere con delle persone che hanno l’età e fanno la vita dei tuoi figli!

Il protagonista, cioè Gianni, è Paolo Calabresi, mentre i tre ragazzi non siete voi, come mai non recitate anche?

Luigi Di Capua: Non avrebbe senso editorialmente per noi fare anche gli attori in quella serie, i personaggi sono troppo vicini a ThePills ma ovviamente non si può avere il tono che abbiamo con ThePills, visto che è la prima serata RAI. In molti identificano ThePills con noi tre, ma in realtà è più come Friends, è il nome del nostro collettivo ma anche un format. Portare le nostre facce in interazioni da coinquilini sulla RAI, con il linguaggio della RAI sarebbe poco credibile. Cioè fosse stata la storia di 3 boyscout avrebbe avuto più senso per noi interpretarla. Mettici pure che abbiamo 28 anni e non siamo credibili come 22-23enni che è l’età dei personaggi.

Non che la plausibilità sia mai stato un problema per la RAI…

LDC: HAHAHAHA Gabriel Garko che fa lo studente al secondo anno del DAMS...

MC: I tre ragazzi li abbiamo presi proprio per essere delle persone plausibili, cioè dei volti comuni, nulla di troppo belloccio o troppo brutto. Non come il film di Moccia in cui i palestrati e depilati fanno l’Università! Le nostre sono persone normali, che è qualcosa che anche in televisione non si vede sempre. Probabilmente sono i più brutti ad essere mai andati in onda a quell’orario su quel canale! Uno è il fratello di Luigi che non è PER NIENTE raccomandato.

LV: La famiglia Di Capua è diventata come quella dei Baldwin, i suoi membri si ritrovano un po’ in tutto il jet set...

Invece la scrittura è vostra mentre la regia la fanno un po’ Sydney Sibilia e un po’ Daniele Grassetti

LV: L’abbiamo ideata e scritta noi con Luca Ravenna che è uno stand up comedian bravissimo. Sydney ha fatto da show runner e diretto due episodi e il resto per l’appunto Grassetti, di cui c’era piaciuto Il fenomeno, su YouTube.

LDC: Considera che il coinvolgimento di Sydney Sibilia dopo il successo di Smetto quando voglio è stato molto importante per sbloccare questo progetto che in realtà nasce molto prima, nell’estate del 2013 prima della pubblicazione della nostra seconda stagione. Alla fine per noi la sfida vera era di uscire dalla durezza di ThePills e fare qualcosa che ci piace e sia accettabile per la prima serata RAI.

Questo vuol dire niente parolacce e niente umorismo sulla droga?

MC: Ci hanno detto che non possiamo dire “scopare” ma “me la sono fatta” va bene.

LV: Ci hanno anche detto che non possiamo citare l’MDMA, solo droghe meno particolari

Ma perchè? Se non la conoscono gli mette più paura?

MC: Non lo sappiamo. Però ci siamo fatti mettere nel contratto che noi non possiamo citare droghe se prima non ce le fanno provare.

LV: Si si, è una forma di placement!

Alla fine quanto siete soddisfatti del prodotto fatto e finito?

MC: Considera che non abbiamo ancora visto ogni puntata, solo i premontati. Noi l’abbiamo scritto tutto una volta poi ci sono state diverse modifiche apportate da Sydney e Daniele con la supervisione di Luigi. Loro ci hanno aiutato molto.

LDC: Si insomma non devi immaginare ThePills perchè questo è stato un lavoro che abbiamo fatto come scrittori e non che abbiamo curato dall’inizio alla fine. Qui siamo un anello di una catena più grande formata da persone che stimiamo. Tutti insieme per arrivare a portare una cosa che fosse la migliore mai vista sulla RAI negli ultimi anni ma comunque in linea con il loro pubblico. Come modo di produrre non è quello cui siamo abituati, se potessimo scegliere ci piacerebbe curare tutto, cioè avere un gruppo unico che scrive, dirige, recita, cura la produzione, la promozione e via dicendo. Tutto un pacchetto unico.

MC: Il risultato finale secondo me è una produzione tipica RAI che ogni tanto noti che ha qualcosa di meno convenzionale.

Quindi mi dite che è passata roba che solitamente in RAI non si vede?

LDC: Guarda è un prodotto RAI quindi ci sono state delle limitazioni anche comprensibili, cioè voglio dire è la fascia oraria delle 21! La più “parental advisory” di tutte! Quindi niente volgarità, niente droga, niente racconti sessuali e via dicendo.

LV: Si ma calcola che io carta bianca a quell’orario non l’avrei mai voluta avere. Detto ciò lo stesso è un prodotto innovativo secondo noi, perchè parliamo di cose che di solito sono lasciate all’approssimazione o vengono generalizzate nelle fiction. E le droghe sono solo una di queste.

Ah allora ci sono!

LDC: C’era un episodio in cui avevamo scritto che Gianni per errore si beve l’MDMA ma come ti dicevamo non si poteva nominarla e l’abbiamo cambiata nella Datura Stramonium, un pianta allucinogena.

Insomma se un fan di ThePills non sapesse chi ha scritto Zio Ganni pensate che riconoscerebbe la vostra mano?

LDC: In alcune puntate sicuramente se ne accorgerebbe. Alcune le abbiamo viste e abbiamo riso proprio molto.

LV: Di certo si accorgerebbe che dietro c’è qualcuno di superdotato. Sicuramente.

Quanto è costata la serie?

LV: Diciamo circa il doppio della seconda stagione di ThePills, che comunque è una cifra molto molto bassa per una produzione televisiva.

Ma secondo voi è per quello che la RAI vi ha dato questa possibilità? Perchè costate pochissimo e non perchè vi riconosce un livello qualitativo elevato?

LDC: È diverso, siamo noi che facciamo leva sul poter realizzare a basso costo, volevamo mettere il piede nella porta e far vedere quanto siamo in grado di fare bene anche in prima serata sulla RAI. Volevamo cercare di portare qualcosa che ci piace in quella fascia oraria e su quei canali. Ovviamente l’intenzione è di non continuare così, cioè non ci piace arrivare e abbassare i costi, è evidente che poi questi costi devono tornare alla normalità, senza esagerare nell’altro senso.

LV: Cioè in generale in tv e nel cinema i costi sono esagerati perchè per dire ci sono 6 persone nel reparto di fotografia, quello è un altro estremo che non ha senso come i budget troppo bassi.

Zio Gianni si vedrà su internet?

LV: Lo deciderà la RAI, credo farà come con Il candidato. Noi di nostro abbiamo girato una specie di teaser che incrocia Zio Gianni con ThePills e andrà sul nostro canale per fare da lancio.

LDC: Però ci piacerebbe provare a lavorare sulla promozione online del progetto in prima persona, stiamo trattando la cosa con la RAI, vediamo come va.

In tutto questo, dopo la serie e il film, che fine fa YouTube? Lo abbandonate?

LDC: No ma che scherzi?! In questi giorni stiamo pensando di girare qualcosina.

LV: Dobbiamo vedere se c’è il tempo.

Ma quindi avete delle puntate già scritte?

MC: Si ci sono un botto di idee. Molte sono confluite nel film, mentre tutte quelle che non centravano niente le abbiamo messe da parte.

LV: Ne abbiamo poco meno di una decina molto brevi, da 2-3 minuti.

MC: Si ma calcola che se ci lasci a ruota libera noi in due settimane giriamo e mettiamo online continuamente come la prima stagione. Cioè se fossimo più furbi e meno pigri continueremmo a farlo.

Continua a leggere su BadTaste