Milla Jovovich e Paul W.S. Anderson parlano di Resident Evil: Retribution
La protagonista e il regista del nuovo film ispirato al franchise videoludico Capcom parlano della pellicola e dell'evoluzione della saga...
Vi abbiamo già fornito il resoconto del panel di Resident Evil: Retribution tenutosi al WonderCon. Tuttavia il regista Paul W.S.Anderson e sua moglie Milla Jovovich, storica protagonista del franchise, hanno parlato alla stampa anche prima dell'inizio della conferenza di presentazione, toccando alcune interessanti questioni riguardanti la saga e la sua evoluzione da piccolo film horror europeo che non aveva neanche una distribuzione negli Stati Uniti a franchise miliardario.
D: A che punto avete iniziato a pensare al quinto film?
MJ: La cosa divertente di Paul e del modo in cui lavora e della maniera in cui il franchise è cresciuto è che non si tratta di quei colossali franchise che vengono fatti ogni tot tempo per riempire degli slot temporali. Può essere dopo due anni, o ogni tre. Dipende tutto davvero dalla creatività di Paul, da ciosa spunta fuori nei momenti più inaspettati, a prescindere che si tratti di una telefonata arrivata dalla Capcom in cui dicono di aver creato un nuovo mostro, un sogno, qualcosa visto al tg. Quando c'è qualcosa che lo ispira se ne esce fuori con la frase "Ho un'idea" e dopo due settimane c'è la prima bozza di sceneggiatura.PWSA: E' sempre un'emozione girare questi film.
D: Dopo tutti questi film per voi è più di un semplice franchise?
MJ: E'stato così fin dall'inizio.
PWSA: Si, era così già dal primo film, che Milla ha voluto fare perché amava il gioco.
MJ: E Michelle Rodriguez...
PWSA: Erano tutti appassionati alla cosa. Per ha significato ridare vita a un genere di film che amavo da ragazzino. Non si vedevano film sui morti viventi da 15, 20 anni (...) E' molto raro, in una saga, avere lo stesso team creativo davanti e dietro la macchina da presa per tutta la durata del franchise.
MJ: Questi film sono fantastici proprio grazie al fatto che l'universo stesso di Resident Evil è entusiasmante. L'ho amato fin da quando ho iniziato a giocare col videogioco insieme a mio fratello quando lui aveva 13 anni e io 22 o 23 (...) Sia io che Michelle siamo state attratte dal film per l'amore verso questo gioco cool e underground. E all'improvviso è diventato questo piccolo film horror europeo in cui tutti volevano dare una mano e non lo facevano di certo chiedendo compensi stellari, ma solo per l'amore verso il videogame.
PWSA: Parlo del franchise e del primo film come "quella piccola pellicola che avrebbe potuto". L'abbiamo girato interamente a Berlino e mentre ci lavoravamo non avevamo neanche una distribuzione negli Stati Uniti. Era il film che nessuno voleva. Sono molto orgoglioso del fatto che l'abbiamo trasformato in un franchise da un miliardo di dollari. Forse dipendeva dal fatto che la gente aveva bisogno di vedere questo film senza esserne consapevole e quindi quando se lo sono trovato davanti l'hanno apprezzato.
D: Interpretando il ruolo di Alice, hai mai dato dei suggerimenti che sono stati usati al di fuori dell'universo cinematografico, nel canone del videogame?
MJ: No, si sono sempre ispirati alle scelte di Paul. Hanno usato il corridoio di vetro. Il deserto dove abbiamo ambientato il terzo film. Per non so quale ragione non hanno mai voluto implementare il personaggio di Alice.
D: Tutto quello che vediamo nel trailer sarà nel film?
PWSA: Tutto, a parte le persone che se ne stanno in giro coi loro prodotti Sony (risate, ndr.). Li adoro; quella gente merita di essere mangiata viva!
D: Ah, così le riprese della Casa Bianca con quelle creature volanti...
PWSA: Arriva tutto dal film. Lo scopo era far si che le creature e gli zombi diventassero una sfida maggiore per i nostri personaggi. L'umanità di è sentita superiore per troppo tempo. Se potevi salire a bordo di un elicottero e decollare eri salvo. Niente può prenderti. ma opi nel quinto videogame hanno introdotto questi parassiti volanti e abbiamo voluto impiegarli nel film. Nella scena della Casa Bianca tirano giù gli elicotteri; non c'è davvero via di fuga. in più abbiamo le Las Plagas il parassita introdotto nel quarto videogame. Si tratta sempre di un'infezione - la gente vuole sempre divorarti - ma ora hanno notevoli capacità motorie e un certo grado d'intelligenza. Possono andare in motociclietta e usare le armi. Diventa più arduo sopravvivere.
D: I primi film mostravano dei piccoli gruppi di superstiti. Ora hai ampliato il raggio d'azione?
PWSA: Si, abbiamo molte location internazionali, l'epicità della narrazione è maggiore. Abbiamo Washington con il campidoglio che viene buttato giù, abbiamo Times Square, la Piazza Rossa, Tokyo. E' un film di respiro globale (...) Il franchise è evoluto da piccolo film horror da camera per diventare quello che è ora ed è davvero gratificante (...) Spesso si dice "impara o ruba ai migliori" e, ovviamente, sono un grande fan di Alien. se guardi ai primi due film di Ridley Scott e James Cameron, sono due vere e proprie lezioni sul come mantenere vivo un franchise. la maniera in cui Cameron si è inserito in una storia con delle fondamenta di claustrofobia dettate da Scott. Un'atmosfera irripetibile, di cui james era consapevole. Così ha fatto il suo film - spaventoso, ma pieno zeppo di azione. Lezioni che ho cercato di tenere a mente per Resident Evil. Devo consentirti di evolvere e mutare, così da consegnare al pubblico una nuova esperienza.