Una coppia splendida

Lui, capace di un'impressionante metamorfosi, non solo fisica, ma soprattutto psicologica. Lei, che riesce a rendere più complesso un personaggio a rischio stereotipo. Una sola nomination all'Oscar, due grandi prove. Si tratta di...

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Rubrica a cura di Colinmckenzie

...Ryan Gosling e Michelle Williams in Blue Valentine. Sono titoli come questo che danno ancora fiducia di avere un grande cinema indipendente americano, un po' come avvenuto qualche mese fa di fronte a un altro ottimo prodotto, Winter's Bone. Anche in quel caso, un esempio di indie coraggioso e che non vuole piacere a tutti, a differenza della Fox Searchlight. Insomma, il vero prodotto Weinstein degli esordi, che si prende dei rischi, e non quello che punta a sbancare agli Oscar riuscendo a pompare titoli discreti e nulla più.

Merito in buona parte dei due strepitosi interpreti, a cominciare da Ryan Gosling, che fornisce l'impressione di essere una superstar che ha semplicemente il 'vizio' di non volerlo essere. La sua prova sembra uscita da un film degli anni settanta, come se fosse la reincarnazione di un Robet De Niro o di un Al Pacino dei bei tempi, magari con una spruzzata di forte malinconia (non troppo distante da quella di Sam Shepard in I giorni del cielo).

Il suo è un volto impressionante, che è in grado di farti credere qualsiasi cosa, di essere l'uomo più sensibile e disperato del mondo, ma anche una persona pronta alla violenza, entrambe caratteristiche che emergono chiaramente nel corso della pellicola. E almeno in un paio di scene (in cui fa finta di buttarsi e dove invece è in cerca di qualcosa) è a livelli di complessità impressionanti.

Magari Michelle Williams non raggiunge vette così spettacolari, ma non per questo è meno brava. Forse, la sua dote migliore è riuscire a ribaltare i ruoli dei protagonisti, per cui si sarebbe portati a credere che il suo personaggio sia una vittima, quando è decisamente più complicato stabilire bene responsabilità e soprattutto chi dei due è diventato più cinico e disilluso. Insomma, non un angelo del focolare, ma una donna piena di difetti, che la rendono un personaggio avvincente.

Entrambi, comunque, danno vita a momenti straordinari. Per esempio, durante un giro per la città o nel momento del matrimonio, sembrano usciti da una pellicola di Truffaut, mentre in generale la grande libertà narrativa non sarebbe certo dispiaciuta a Bertolucci. In generale, magari il film non sarà originalissimo, ma saltare continuamente di una decina d'anni (e farlo senza troppe spiegazioni) rappresenta un modo efficace di analizzare l'amore quando scoppia e quando è terminato, con una narrazione che mi ricorda i racconti di Raymond Carver.

Non tutto funziona così bene. Per esempio, alcune scene in albergo sono fin troppo caricate (ma è anche vero che i due sono pieni d'alcool). Così come la lite in ospedale sembra un po' costruita, anche se riesce in maniera efficace a mostrarci la violenza che colpisce in modo speculare. Allo stesso modo, forse si insiste troppo su un 'segreto' che si capisce dopo il primo atto.

Ma in tutto questo, non va mai dimenticato l'ottimo lavoro di regia e una fotografia assolutamente non banale (nonostante le limitazioni del budget). Insomma, quello che poteva diventare semplicemente uno spettacolo di impostazione teatrale, risulta un ottimo prodotto cinematografico. Grande, ulteriore merito di Blue Valentine...

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