Resident Evil 7 biohazard, fammi spaventare, ma non trasformarti in un indie senza sostanza
A pochi giorni dall'uscita di Resident Evil 7 biohazard, ecco quello che chiediamo al prossimo capitolo della serie Capcom
Ecco quindi che per me tornare alle atmosfere genuinamente horror dei capitoli citati sarebbe importantissimo, il recupero di un'emozione videoludica che da lì in avanti ho fatto fatica a provare, che ho parzialmente assaggiato in Resident Evil Revelations, ma che non ho mai avuto modo di rivivere in quei modi, come quando morii dallo spavento, in Resident Evil, a causa dell'irruzione dei cani in uno dei lunghi corridori di Villa Spencer, o come quando, in piena notte, cosa inusuale per me, che ancora oggi non riesco a stare di fronte ai videogiochi di sera, sentivo le lugubri cantilene degli infetti in Resident Evil 4. Certo, ho sperimentato in tante altre maniere la paura videoludica, soprattutto grazie alle produzioni indipendenti, ma il loro impatto non è mai stato raffrontabile a quello dei tuoi epigoni. Alcune mi hanno strizzato per bene, tipo Slender: The Eight Pages, eppure...
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Eppure è sempre mancato qualcosa. Mancava, era facilissimo rendersene conto, una volta reciso il collegamento emotivo con esse, la sostanza ludica. Riflettendoci è tutto sommato facile architettare in un paio di ore un'esperienza che abbia come solo intento quello di spaventare il giocatore. Luci che vanno e vengono, misteriosi suoni, variazioni di ritmo sono tutti espedienti facilmente imbastibili, gli stessi che usavano anche i tuoi predecessori. Ma per me, che ho sempre inseguito la parte più ludica del videogioco questo non è mai bastato, ho sempre avuto bisogno di un impianto ludico ben strutturato: apprezzavo gli enigmi di Resident Evil, ma ancora di più quella particolare componente shooter, rigidissima, ma che in un certo modo mi aiutava a percepire ancora più tensione, perché non era mai facile venire fuori da un incontro con un non morto. Non mi diede particolarmente fastidio l'aumento dell'azione in Resident Evil 4, perché le sue atmosfere tetre, soprattutto nella sua prima metà, lo controbilanciavano in maniera ottima. Per me, quindi Resident Evil è sempre stato l'horror perfetto, prima della sua deriva, della quale non ho cuore di scrivere.
"Voglio sperare che tu abbia imparato dagli errori del passato, che non baratterai più la tua essenza con un maggior appeal verso il grande pubblico, il quale, lo sappiamo, ormai il classico survival horror non lo apprezza più"Guardo a te, mio caro Resident Evil 7 biohazard, con molta, molta speranza. Voglio sperare che tu abbia imparato dagli errori del passato, che non baratterai più la tua essenza con un maggior appeal verso il grande pubblico, il quale, lo sappiamo, ormai il classico survival horror non lo apprezza più. Allo stesso modo voglio sperare che non troverai la soluzione nell'emulazione pedissequa degli stilemi dei titoli indie che fanno del suscitare paura la loro ragion d'essere. Lo ammetto, in tal senso il cambio di prospettiva, l'adozione della prima persona, mi spaventa assai, ma sarebbe un errore clamoroso se tu decidessi di puntare tutto su quello, senza pensare alla tua parte ludica. La perfezione della tua formula era nella commistione di elementi, nell'infondere angoscia e ansia nel giocatore, nel dargli strumenti con i quali difendersi, ma senza che questi fossero mai risolutivi, nello stimolare la sua mente con enigmi, non solo facendogli vivere attimi di paura. La parte squisitamente ludica sembrava essere in un secondo piano rispetto alla volontà di imbastire l'orrore, e invece era sempre ben presente, pilastro ugualmente fondamentale.[caption id="attachment_167293" align="aligncenter" width="600"] Per alcuni l'inizio della fine, per molti un capolavoro indiscutibile[/caption]
Poco manca al 24 gennaio, poi ogni dubbio sarà fugato. Considera le mie parole, caro Resident Evil 7 biohazard, e pensa che, probabilmente, questo non è quello che ti chiede un singolo giocatore, che della saga non è fine conoscitore ma che di due dei tuoi capitoli è follemente innamorato, ma milioni, ai quali manchi come l'aria. Facci questo regalo.