Post 39, la webserie interattiva. Di nuovo.
E' ZizzoMagic il primo dei 25 vincitori italiani di YouTube NextUp a presentare una webserie: si chiama Post 39 ed è... interattiva.
I tre italiani erano Juliusfhan, ZeroDX e ZizzoMagic. Dei tre per il momento solo ZizzoMagic ha cominciato a mettere online il progetto che gli ha fruttato la vittoria. Si tratta di Post 39, una webserie composta da 39 episodi che sono 39 storie da 39 secondi con finale aperto, nel senso che ogni volta il finale lo decide l’utente scegliendo tra tre alternative.
La prima delle 39 storie ha come protagonista l’autore stesso e con un buon dispendio di effetti speciali mostra un improvviso e violento attacco (alieno? Di altre nazioni?) che viene sospeso nel momento cruciale. A quel punto si palesa la scelta tra un finale comico, uno drammatico e uno thriller.
Ma ancora prima l’idea di lasciare che fosse il pubblico a decidere il finale dei film era venuto a qualche produttore cinematografico e si era rivelato fallimentare (attraverso un sistema di cartoncini il pubblico esprimeva la propria preferenza), tanto che ora il sistema è utilizzato soltanto nei pre-screening dei film per capire quale finale sia più appetibile per il boxoffice.
Tutto questo per dire che l’interruzione della narrazione per far intromettere il fruitore nella continuità e nella creatività dell’opera non è il massimo e Post 39 non compie la magia.
Per il primo episodio (l’unico online al momento) nessuno dei 3 finali sembra realmente in tono con l’opera e se il presupposto comunque non viene mai spiegato (chi attaccava cosa e perchè?), le tre suggestioni finali differenti non aiutano nemmeno a creare un senso di mistero coinvolgente.
Sebbene il livello produttivo sia più che ottimo (gli effetti intelligenti e ben realizzati sono di Flavio Moretti) Post 39, almeno nel suo primo episodio, sembra fallire proprio in quella componente in cui un video per la rete non deve mai fallire. Nel montaggio.
Sia il modo in cui è organizzata la narrazione sia la scansione (e quindi il ritmo) delle scene, non funzionano come dovrebbero. Anche il tono generale (comico quando dev’essere comico, thriller quando dev’essere thriller) sembra soffrire senza mai davvero incidere.
Infine non aiuta di certo la brevità. Trentanove secondi per raccontare una storia e operare un cliffhanger che presti il fianco a più finali, creando al contempo curiosità, sono proprio pochi e ci vuole un’abilità non indifferente perchè il tempo non strozzi tutto. Quell’abilità che avevano mostrato i creatori di 31 The Series, una webserie in cui ogni episodio dura 31 secondi, senza perdere in ritmo o interesse ma anzi riuscendo in ogni puntata a intrigare, mettere l’acquolina nella bocca dello spettatore e creare un finale che invogli ad andare avanti.