Oscar 2011: un commento

Sembravano premi quasi perfetti fino a un certo punto. Poi, l'Oscar alla regia per Tom Hooper ha spezzato l'incantesimo. Ma ci sono tanti riconoscimenti meritevoli, peccato che la cerimonia sia stata veramente brutta e noiosa...

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Rubrica a cura di Colinmckenzie

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A Day which will live in Infamy.

D'accordo, non esageriamo, non è Pearl Harbor. Ma non è difficile dire che tra qualche anno (o forse tra qualche mese o settimana) ci chiederemo come diavolo hanno fatto a premiare un prodotto carino come Il discorso del re e un regista come Tom Hooper. Voglia di tradizione? Il film più conformista in un insieme decisamente poco tradizionale di pellicole e registi candidati? Mi viene da ricordare il parere del critico del New Yorker, che sostiene che Il discorso del re cambia i fatti per rendere i personaggi più accattivanti, mentre The Social Network cambia i fatti per rendere i personaggi più complessi e meno piacevoli da vedere. Poi, per carità, ci sono stati anche vincitori peggiori (Chicago è il primo nome che mi viene in mente). Ma non si poteva almeno fare uno split, film a Il discorso del re e regia a David Fincher? Mah. Di sicuro, è stata la serata del grande ritorno di Harvey Weinstein, che vince non solo con Il discorso del re, ma anche con The Fighter, conquistando in totale 6 Oscar degli 8 più importanti. Discorso che si può fare anche per il distributore italiano, la Eagle Pictures, e che in realtà avevamo già fatto (e tre anni di fila che il massimo riconoscimento mondiale va a film distribuiti da case indipendenti da noi, inizia a essere una tendenza).

Non ci sono invece molte discussioni da fare per gli attori, considerando che vincono i quattro favoriti. Ovviamente mi sarebbe piaciuto vedere Bardem al posto di Colin Firth, ma era impossibile e come spesso capita in questi casi, ci si può lamentare di un quartetto come Melissa Leo, Christian Bale, Natalie Portman e appunto Firth? Non mi pare il caso.

L'inizio della cerimonia mi conferma che dei montaggi così belli li fanno solo a Hollywood per presentare i film. Peccato che non si possa dire lo stesso della parodia fatta dai due presentatori, in cui giocano sulle caratteristiche più facili dei titoli candidati ed è naturale rimpiangere Billy Crystal. E che dire dei parenti dei presentatori? Sarebbe questa l'idea giovanile? Un misto di Saturday Night Live e il Letterman Show? Francamente, non mi pare una grande idea, così come la Hathaway che canta e ironizza sugli attori australiani. Ma è inutile prendersela con i due giovani 'host', visto che con battute del genere non si possono certo fare miracoli, anche se la Hathaway alla fine sbarella, si dimentica cosa deve dire e dà il cinque a tutti. Invece, la coppia Robert Downey jr. e Jude Law, come suggeriva qualcuno nei commenti in diretta, potrebbe essere un'alternativa interessante per il futuro.

E a dimostrazione che gli autori non erano in grandissima forma, ecco arrivare un montaggio di film dell'anno in stile musical e con le voci distorte, roba che verrà ricordata come uno dei momenti più bassi della cerimonia anche tra qualche anno. Giusto un gradino sopra, la chiusura col coro di bambini, perfetta per qualche programma della televisione italiana. Per fortuna, che c'è Billy Crystal, che andrebbe obbligato a presentare gli Oscar ogni anno e non limitarsi a un'ospitata. Invece, non mi piace molto l'omaggio agli scomparsi con Celine Dion, sono tra quelli che preferiva il montaggio delle scene dei defunti senza cantanti di accompagnamento, che rischiano di distrarre.

Le sorprese (relative) avvengono subito, quando sbaglio i pronostici di fotografia e scenografia. Si dimostra una cosa: quando a votare le categorie tecniche sono tutti i reparti, pochi sanno il passato dei candidati. Fosse stato un attore alla nona nomination e senza vittorie, Roger Deakins l'avrebbe preso sicuramente. E invece l'ennesima beffa per questo grande, peccato. Vince nella categoria Inception, che si porta a casa anche le due statuette sonore e quella per gli effetti speciali. Insomma, è il Matrix del 2011, considerando che anche quel titolo aveva conquistato 4 Oscar tecnici. Grazie all'accoppiata costumi e scenografie, Alice in Wonderland ottiene due vittorie. Soliti paradossi dell'Oscar, visto che poi magari Il grinta rimane completamente a mani vuote.

Interessante il confronto indiretto tra le sceneggiature de Il discorso del re e The Social Network, entrambi vincitori, che hanno dato vita anche a due dei migliori speech di ringraziamento. E felicissimo di aver sbagliato il pronostico per quanto riguarda la colonna sonora, che ha visto prevalere The Social Network e il leader dei Nine Inch Nails Trent Reznor. 'Peccato' invece di aver azzeccato Inside Job e di non aver potuto vedere Banksy sul palco. Seriamente, mi sembra che abbia vinto il migliore.

Continuo a pensare che le canzoni in una cerimonia del genere siano un mattone pazzesco, magari utile per fare un salto al bagno, ma certo non esattamente avvincente. Per fortuna, Randy Newman è delizioso nel suo discorso sui tempi televisivi e i nomi da ringraziare, forse il momento più divertente della serata. Detto questo, i tempi sembrano ormai compressi bene e la cerimonia di poco superiore alle tre ore è un'ottima scelta.

Insomma, il paradosso finale è: presentatori giovanissimi, cerimonia e grande vincitore vecchi come il cucco. Ma non buttiamo anche il bambino con l'acqua sporca, perché di cose buone ne abbiamo viste tante questa notte...

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