Ma qual è il vero flop?
La stampa italiana si era concentrata molto sul presunto 'fallimento' di Natale in Sudafrica, mentre ora c'è un silenzio assordante verso Manuale d'amore 3 e i suoi pessimi dati. Ma perché?
Rubrica a cura di Colinmckenzie
Il confronto non sembra neanche esserci. Natale in Sudafrica è arrivato a 18,6 milioni e come vi avevamo spiegato in questo articolo, alla fine senza raggiungere alcune vette storiche, siamo tranquillamente in media con gli altri cinepanettoni. Discorso ben diverso per Manuale d'amore 3, che è arrivato a 5,2 milioni dopo dieci giorni, risultato che sfigura decisamente rispetto ai dati del secondo capitolo nello stesso periodo di tempo (13,2 milioni). Insomma, stiamo parlando di un 70% in meno, che significa peraltro che la saga si chiude qui, nonostante gli annunci di Veronesi, che voleva arrivare a quota cinque.Di fronte a questi dati, i nostri giornalisti avranno trattato il primo film con qualche perplessità, mentre al secondo saranno stati dedicati articoli di fuoco, giusto? Eppure, incredibilmente, finora sta avvenendo il contrario. Il massacro mediatico contro il cinepanettone ce lo ricordiamo bene, mentre invece finora l'unica analisi che ho trovato in quasi due settimane (considerate che fin dal giorno di esordio si era capito che Manuale d'amore 3 non avrebbe ottenuto i dati sperati) è presente sul settimanale Oggi, a firma Paolo Mereghetti, che peraltro fa delle considerazioni interessanti sulla strategia di marketing utilizzata. Qualcuno, con coraggio notevole, ha anche parlato di "campione di incassi", solo perché il titolo è rimasto due settimane in testa al botteghino (non avendo avversari di livello, ovvio).
Ma allora, come spiegare questo silenzio? Spiace voler fare il 'moralista', ma temo che molti nostri giornalisti importanti facciano pezzi del genere per promuovere alcune loro opinioni già ben definite. Il cinepanettone, per molti, è il male assoluto (cinematograficamente parlando) e quindi la voglia di dichiararlo morto è sepolto è enorme, tanto da 'falsare' il giudizio sui dati economici. Evidentemente, qualcosa del genere non avviene con il cinema di Veronesi, che non sarà molto amato dai critici, ma non riesce a rappresentare lo stesso bersaglio dei titoli natalizi.Ma forse c'è anche un'altra ragione. Il cinepanettone è un ambiente chiuso, finora appannaggio di De Sica e Boldi, a tal punto che anche prodotti non certo più sofisticati, come quelli di Pieraccioni o Aldo, Giovanni e Giacomo, non sono mai stati inseriti all'interno di questo genere. Attaccare il cinepanettone significa sostanzialmente attaccare un piccolo (anche se magari potente) gruppo di persone, che magari a parte il titolo di Natale fa poco altro (e l'imminente Amici miei, in questo senso, rappresenta solo un'eccezione alla regola, che non vuole De Sica e Neri Parenti coinvolti in altri prodotti comici durante l'anno).
Discorso ben diverso per Manuale d'amore 3. Attaccare questo film significa prendersela non solo con Veronesi, ma anche con Scamarcio (forse l'unico mezzo divo che abbiamo, se proprio vogliamo trovare con il lanternino un divo nel nostro cinema), Verdone (che rappresenta comunque una delle poche certezze del panorama nostrano), Placido, De Niro, la Bellucci, Laura Chiatti, Valeria Solarino, ecc. Insomma, vuol dire inimicarsi mezzo cinema italiano, che poi magari va a finire sulle copertine dei settimanali nel tentativo (poco riuscito) di creare uno star system nostrano.
Tuttavia, notato il pessimo dato di Manuale d'amore 3, va anche detto per onestà intellettuale che è sbagliato riflettere sugli alti costi del film, in particolare lo stipendio di De Niro, soltanto in base agli incassi italiani. In effetti, la presenza dell'attore americano consente vendite all'estero impossibili da ottenere solo con gli attori autoctoni. E comunque, anche ammesso il flop del progetto, questo non significa dare per morti i vari Veronesi (che alla fine ha sempre incassato bene e ha lanciato una delle poche nuove saghe di successo) e De Laurentiis, neanche se dovesse andar male Amici miei. I flop li fanno tutti, anche Steven Spielberg o James Cameron hanno ottenuto dati inferiori alle loro attese, senza per questo veder finita la loro carriera.
Comunque, sarebbe importante avere una stampa più onesta, in grado di descrivere bene la situazione industriale del cinema italiano, senza lasciarsi trascinare da pregiudizi, ma cercando di indicare anche agli addetti ai lavori le cose che non vanno. Altrimenti, possiamo far finta che il 98% dei prodotti italiani siano un trionfo e poi prendercela con le commedie cafone di Natale...