Le sale in sciopero... ma i film incassano

Secondo i mass media, lunedì gli schermi italiani sarebbero stati chiusi. Eppure, l'ultimo Harry Potter ha incassato 469.000 euro, mentre Saw 3D 210.000. Si sono proiettati da soli? O è un nuovo miracolo italiano? In effetti, i dati reali dimostrano il sostanziale fallimento dello sciopero...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Se c'è una cosa che ha ottenuto la protesta del mondo dello spettacolo, è una gran lenzuolata di retorica da parte dei mass media. Basta fare la rassegna stampa di oggi e vedere cosa viene detto. Tutti hanno parlato di 250.000 mila lavoratori nel mondo dello spettacolo e, fermo restando che mi sembra difficilissimo calcolare esattamente questa cifra, praticamente tutti (Corriere, il Fatto, Messaggero, Manifesto, Avvenire, Liberazione, Il Riformista, Il Mattino, Il tempo, Gazzetta dello Sport, Nazione-Carlino-Il giorno) sostengono che ieri, nella stragrande maggioranza dei casi, fossero in sciopero. L'unità arriva a titolare "Sciopero, che spettacolo! Ieri tutta l'Italia si è fermata!".

Almeno su Repubblica si scrive "Meno adesioni nelle sale cinematografiche italiane" e sulla Stampa si parla di "Le sale cinematografiche hanno investito a macchia di leopardo", con una maggiore cautela encomiabile. Peccato che i dati di ieri rivelino una realtà semplicissima: per quanto riguarda le sale cinematografiche italiane, lo sciopero è stato un mezzo fallimento. Infatti, ieri hanno lavorato 2.741 schermi, mentre nel weekend erano stati 3.913 quelli in funzione. Insomma, non erano attivi circa il 30% del totale dei cinema. E di questi, non significa che tutti fossero in sciopero, perché il lunedì per certe sale è il turno di riposo settimanale o magari in quel giorno svolgono altre attività (come capitato al Barberini di Roma, che risultava sì chiuso, ma soltanto perché c'era l'anteprima de La donna della mia vita). Insomma, realisticamente avranno scioperato una percentuale poco significativa degli esercenti e probabilmente pochissime multisale, considerando gli incassi di Harry Potter e i doni della morte e di Saw 3D, sostanzialmente normali e non certo molto inferiori alle attese (di sicuro non per la pellicola horror, anzi). Di certo, a sentire esercenti e persone comuni di mia conoscenza, ieri sembrava un giorno come tutti gli altri, con sale aperte normalmente.

Chissà se leggendo questi dati il regista Marco Bellocchio ha voglia di ripensare a quello che ha scritto su Repubblica:

La gravità del momento per il mondo dello Spettacolo si vede anche da questo: la straordinaria unità nella diseguaglianza che si è creata tra le varie categorie dello spettacolo, tra persone che guadagnano milioni di euro e quelle che vivono con buoni settimanali o che sono disoccupate.

Ma di che unità si parla? Quella per cui si sceglie il giorno più fiacco di incassi nelle sale e queste comunque partecipano in numero infimo, magari per non perdere gli incassi di Harry Potter e Saw 3D? Per quanto riguarda i teatri, non possiamo che commuoverci con Claudio Magris per l'incipit del suo articolo sul Corriere della Sera:

Fa una certa impressione, e non solo agli appassionati, pensare che, anche solo per un giorno, in tutta l'Italia il teatro taccia, sia chiuso".

Tranquillizziamo Magris e quelli come lui che hanno parlato di teatri chiusi ieri. Vi sconvolgerà, ma il lunedì è il giorno abituale di chiusura dei teatri e accade, ça va sans dire, tutte le settimane. Teatri che tacciono e sono chiusi, sì, una volta a settimana capita. Tanto che ieri gli organizzatori della protesta parlavano di teatri in cui non sarebbero state fatte le prove. O mio Dio, che minaccia a Tremonti...

Altre perplessità. Se, come dicono gli stessi organizzatori, molte delle persone non lavorano costantemente (come è normale per un settore che vive più di progetti che di contratti a tempo indeterminato), come si fa a calcolare chi sciopera e chi no, se magari lunedì comunque non doveva lavorare? Come lo controllate uno sceneggiatore? Stava a casa a lavorare o guardava la televisione?

Insomma, per ora l'unica cosa sicura è che i tanti interessi diversi (e/o le commistioni degli stessi) nel mondo dello spettacolo italiano abbiano prodotto risultati scarsi per quanto riguarda lo sciopero nelle sale italiane. Per fortuna, ci sono i mass media e lì la realtà può essere vista sicuramente in maniera più gradevole. Diciamo che, invece degli occhialini 3D, ieri qualcuno aveva gli occhiali con le lenti rosa...

Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema  

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