Il prossimo film 'censurato'?

Ci sono buone possibilità che stia per partire una nuova polemica, in questo caso sul film Creation, che racconta la storia di Charles Darwin e che per questo sarebbe ostracizzato nel nostro Paese. Come solito, congetture poco fondate...

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Fonte: Varie

Ormai, l'articolo sul film 'censurato' sta diventando una categoria giornalistica a sé stante, con i massimi cantori che si possono trovare dalle parti di Repubblica. In questo caso, Piergiorgio Odifreddi, sul suo blog personale, ha scritto questo in un articolo riguardante anche la trasmissione Vieni via con me e la richiesta delle associazioni 'pro-life' di esporre la loro posizione:

Per cominciare a rimediare al silenzio e alle offese della Rai, oltre che per mostrarci per contrapposizione cosa si fa nei paesi civili, Fazio e Saviano potrebbero anche mandare in onda un trailer del programma Creation della BBC: un film sugli anni in cui Darwin maturò e scrisse L’origine delle specie, il libro che cambiò la storia della biologia e della nostra concezione della vita sulla Terra.

Si tratta di un film, appunto, non di un documentario. E trasmetterlo dopo anni di fiction di indottrinamento religioso e politico in prima serata, infonderebbe una boccata d’aria scientifica nell’apnea televisiva italiana. Per ora, lo si è visto soltanto una volta al Museo di Storia Naturale di Milano, a settembre, e un’altra al British Film Club di Trieste, una decina di giorni fa.

A parte queste anteprime, o anteultime, il film non e’ mai stato proiettato in Italia. E’ improbabile che i distributori italiani non l’abbiano comprato per ragioni economiche, perchè ha un cast hollywoodiano, non è didascalico, e fa commuovere con il racconto dello strazio di Darwin per la morte della piccola figlia Annie. Forse il problema è che racconta il conflitto interiore che travagliò Darwin, quando la scoperta dell’evoluzione per selezione naturale lo allontanò gradualmente e inesorabilmente dalla fede religiosa.

Capisco che Fazio e Saviano possano avere altri interessi. Ma ormai noi scienziati/scientifici non sappiamo più a che santo votarci. E poichè sembra che ormai loro siano stati elevati agli onori degli altari mediatici dalla Sacra Congregazione dell’Auditel, dovranno abituarsi a ricevere domande di grazie. Dunque, vi prego in ginocchio: San Fabio e San Roberto, pregate e intercedete per noi!

Da dove iniziare? E' curioso che una persona che si lamenti del trattamento riservato alla scienza (quindi, un argomento dove dovrebbero contare solo i fatti dimostrabili) si avventuri in disquisizioni su una materia, le vendite cinematografiche, che evidentemente non conosce bene. Intanto, già il linguaggio utilizzato è strampalato forte. Che significa infatti "un trailer del programma Creation della BBC"? E' un programma televisivo? No, da quello che si capisce in seguito, si tratta del film con protagonista Paul Bettany nei panni di Darwin. Ha un "cast hollywoodiano"? Sì, considerando che oltre a Bettany c'è anche Jennifer Connelly, ma certo non sono due attori che smuovono le folle.

In effetti, sembrano dimostrarlo anche i dati del botteghino. A fronte di 10 milioni di costo, la pellicola ha ottenuto negli Stati Uniti la 'straordinaria' somma di 340.000 dollari. Viene da pensare che sarà andato molto meglio in Inghilterra, patria di Darwin. Sì, ma certo con dati non esaltanti, come i 504.000 sterline ottenuti dopo dieci giorni dall'uscita del film (dato a cui manca sicuramente qualcosa, ma non cifre rilevanti e che cambiano il discorso). Altri dati nei Paesi dove è uscito, grazie a Box Office Mojo? 309.000 dollari in Australia, 22.000 in Belgio e Lussemburgo, 122.000 dollari in Nuova Zelanda e nelle isole Fiji e 26.000 dollari in Brasile, per non parlare dei 1.806 dollari ottenuti in Francia (anche questo dato sicuramente incompleto, ma certo parecchio illuminante).

Senza considerare che stiamo parlando di un film già disponibile da tempo su Internet (in maniera legale o meno) e che quindi i (non tantissimi) fan di Bettany e Jennifer Connelly magari hanno già trovato il modo di vedere. Inoltre, si tratta di un capolavoro di cui il pubblico italiano viene privato? Non si direbbe a guardare Rotten Tomatoes, dove si scopre che il film ha ottenuto soltanto il 47% di recensioni positive. Tutto questo discorso ci viene confermato dagli addetti ai lavori che abbiamo consultato. Due responsabili marketing di differenti società (tra cui Roberto Proia di Moviemax) ci hanno detto di aver considerato il film troppo arthouse per la loro linea editoriale. E che dire di Mikado, che ci ha rivelato di non avere il film nel suo listino? Può essere tacciata di paura nei confronti del Vaticano la società che ha portato in Italia Agora?

Insomma, un po' (neanche tanto) di rumore per nulla. Questa volta, però, consigliamo a Odifreddi, che già si era lanciato per attaccare le ingerenze vaticane contro Agora, di dimostrare quanto crede nel film. Potrebbe, per esempio, mettere lui una parte dei soldi necessari all'acquisto e in questo modo prendersi una fetta degli eventuali profitti, dividendoli con qualche società di distribuzione che vorrà prendersi l'incarico. Chissà se Odifreddi accetterà, per il bene del popolo italiano, di mettere a rischio il suo conto in banca...

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