Il più grande bluff del 2010?
Nell'anno appena terminato, un film è stato esaltato per il suo bassissimo budget e per la capacità di reinventare una formula abusata. Eppure, il risultato effettivo è una gran noia. Si tratta di...
Fonte: Badtaste
... Monsters. La pellicola di Gareth Edwards è costata, secondo quanto riporta Imdb, 800.000 dollari (per Box office Mojo ancora meno, 500.000), che per un monster movie è decisamente nulla. Tuttavia, l'attenzione ottenuta dalla critica è stata ben superiore, con Empire, tanto per fare un esempio, che sosteneva che questa pellicola fosse il corrispettivo di quello che è stato Following per Christopher Nolan, insomma il viatico per una grande carriera.Magari sarà così e questo articolo rientrerà nell'elenco dei miei errori, ma sinceramente non mi sento di condividere questo entusiasmo, nonostante capisca bene da dove nasce. Semplicemente, Gareth Edwards ha preso un genere (il monsters movie) amato da un certo tipo di critica più giovane e cool e lo ha reso quasi un film d'autore, risultato che evidentemente ha suscitato grandi consensi. In effetti, cosa di meglio di una pellicola di serie B che sembra (a sorpresa) citare Herzog e Malick come riferimenti visivi?
Tutto giusto, ma il mio punto di vista è che il film non riesce a funzionare né su un versante né sull'altro. Per quanto riguarda il film di mostri, l'impressione è che il regista non voglia puntarci, visto che nella prima ora di film, dopo un prologo simile a tanti altri, non succeda nulla, se non due personaggi in costante spostamento. Tensione? Zero. Paura? Praticamente nulla. Ogni volta che pensi, adesso finalmente succede qualcosa di brutto, non avviene nulla. D'altronde, visto il budget limitato, le creature aliene le vediamo soltanto di notte e peraltro non è che provochino brividi eccessivi. La cosa peggiore è la recitazione e le cose che fanno i protagonisti, che sembrano non aver nessun timore della loro situazione e si comportano come se non si trovassero in situazioni pericolosissime.Ma l'aspetto peggiore è quello politico/sociale. Qui si parla di invasori alieni confinati in una zona del Messico, mentre gli Stati Uniti hanno eretto un enorme muro per non far entrare questi ospiti indesiderati. Non siamo neanche nel campo della metafora politica, perché quando alcune personaggi messicani parlano di "soldi spesi inutilmente" e di "alieni che non si possono bloccare" è evidente che stiamo affrontando il tema dell'immigrazione attuale. Insomma, più che una pellicola, un saggio di pseudoprogressismo, quello che sarebbe potuto diventare District 9 e che per fortuna non è stato.
Anche peggio i due protagonisti. Lui, un fotografo cinico, che sembra interessato alle difficoltà della popolazione solo per fotografare qualche bambino morto, ossia il soggetto che porta più soldi. Lei, più aperta, ma che è pur sempre la figlia di un uomo ricchissimo e la cui maggiore preoccupazione è tornare dal fidanzato per non ritardare il matrimonio. Ovvio che il viaggio non potrà che cambiarli, ma più che una maturazione, sembra anche qui un modo per portare avanti un messaggio politico, confermato dal finale buonista. Di sicuro, difficile appassionarsi per questi due, che vorrebbero esprimere un rapporto profondo, ma con dialoghi che diventano sempre più stucchevoli col passare del tempo.
Eppure, l'inizio mi faceva ben sperare, con una descrizione intelligente della situazione drammatica in cui vive la popolazione e un momento bellissimo, quello del giro notturno per il Paese dei due protagonisti. E sicuramente dar vita a un prodotto del genere con così pochi soldi è encomiabile. Ma forse si sarebbe dovuto capire che quasi 100 minuti di film erano decisamente troppi per quello che si voleva raccontare. Così, non mi sento di far parte dei sostenitori di Monsters...