I migliori film usciti in Italia nel 2020
Tutti i migliori film usciti in Italia nel 2020 secondo i due critici che scrivono su Badtaste
I MIGLIORI FILM DEL 2020 SECONDO BIANCA FERRARI
10. Il lago delle oche selvatiche
La crudeltà e insieme la bellezza formale che caratterizza Il lago delle oche selvatiche è qualcosa a cui soprattutto il cinema orientale ci ha abituato negli ultimi anni. In un gioco costante di ombre, profili e contrasti, profondamente immerso in un’umanità violenta e disperata, il personalissimo noir di Diao Yinan ha saputo rendere affascinante un aspetto della Cina altrimenti inavvicinabile.
9. Undine
È ancora possibile raccontare una storia d’amore in modo originale? Undine di Christian Petzold risponde affermativamente. Attraverso l’illusione della semplicità narrativa Petzold ci restituisce, tra sguardi di puro desiderio, momenti di magnifica contemplazione che rimangono impressi, un complesso quanto magnifico caos emotivo. L’amore ha la forma dell’acqua non solo per Guillermo del Toro.
8. Alice e il sindaco
Il sindaco di Lione è a corto di idee e la giovane filosofa Alice viene assunta per aiutarlo a pochi mesi dalle elezioni. La premessa particolarissima di Alice e il sindaco permette a Nicolas Pariser di dare voce a un film straordinariamente originale, denso di parole e riflessioni. Ormai abituata ad essere burocrazia, grazie alla filosofia la politica ritrova qui la sua vecchia vocazione: ma non senza incidenti di percorso.
7. Mank
La dissoluzione della Golden Age di Hollywood attraverso la sua glorificazione: Mank di David Fincher, attraverso la fumosa e intrigante parabola dello sceneggiatore di Quarto Potere Herman J. Mankiewicz, instaura con intelligenza e maestria l’autorialità di Orson Welles senza mai affermarla, in un gioco di scatole cinesi composte di pura grammatica cinematografica.
6. Favolacce
Damiano e Fabio D’Innocenzo sono gli autori che il cinema italiano non si aspettava. Spietatamente onesti e cupamente veri nel loro giudizio sulla nostra società attuale, con Favolacce relegano alla dimensione dell'incubo la quotidianità della lotta tra pari e dell’ossessione capitalistica. Un film straordinario in cui il prezzo del male è scontato da chi, come i bambini, non riesce davvero a quantificarlo.
5. Richard Jewell
Ci sono certi autori che riescono a proiettarsi oltre il tempo e che ogni volta che si manifestano imprimono come un prezioso timbro il loro marchio su ogni centimetro di pellicola. Clint Eastwood è uno di questi e con la vera storia di Richard Jewell è ancora qui per insegnarci cosa voglia dire fare regia. Tra angoscia e tensione Eastwood compone un nuovo ritratto umano in chiaro scuro che, visto in controluce, esplora le contraddizioni della logica dell’American hero: ma sempre in nome del suo umanesimo.
4. Soul
Vivere non vuol dire avere uno scopo, ma godersi ogni singolo attimo. Non è in sé l’idea alla base di Soul a renderlo il film più adulto della Pixar, ma il suo sguardo inedito ai tormenti interiori di un essere umano. Attraverso la visione immaginifica di Pete Docter la nostra realtà diventa il riflesso incredibile di un mondo extra-ordinario: l’Altro Mondo in cui Joe Gardner, dopo la sua morte, ha la possibilità di riflettere sulla sua esistenza. Un viaggio ancora una volta straordinariamente universale.
3. High Life
Votato al cinema d’autore ma fedele al genere, High Life di Claire Denis ricopre abilmente il suo potente nucleo filosofico con un’atmosfera sci-fi e una tensione superficiale, quella della suspence, quasi dell’horror. In una navicella che vaga nello spazio più profondo il sangue e il sesso, la morte e la vita, scorrono lungo le superfici bianche e asettiche, macchiando o bagnando di vita ciò che ne è privo. Quando il non detto supera ogni tipo di spiegazione.
2. Volevo nascondermi
La migliore interpretazione del 2020 di Elio Germano ci regala in Volevo Nascondermi un ritratto magnifico e pietoso del pittore reggiano Antonio Ligabue. Portando in trionfo la storia del miglior cinema emiliano, tra luce e poesia ecco che quella terra di grandi pittori e cineasti qui torna a rifiorire di un antico splendore. Se Ligabue è il protagonista di un realismo magico, Giorgio Diritti è la mano di un riscoperto cinema italiano.
1. Diamanti grezzi
L’adrenalinica corsa a perdifiato, contro il tempo e contro la morte, di un gioielliere newyorkese: Diamanti grezzi di Josh e Bennie Safdie è così, un tunnel di follia e disperazione che non ha mai paura di essere troppo, una bomba ad orologeria che aspetta solo di esplodere. Se già prima i Safdie erano tra gli autori più promettenti del cinema contemporaneo, con Diamanti grezzi hanno creato il loro capolavoro e in Adam Sandler hanno trovato il loro interprete perfetto.
I MIGLIORI FILM DEL 2020 SECONDO GABRIELE NIOLA
10. Cosa sarà
Tornato dalla malattia Francesco Bruni gira il film più essenziale della sua filmografia da regista. Più asciutto del solito, più determinato a valorizzare la sua sceneggiatura del solito, riduce al minimo le ruffianerie che pure l’ospedale, la malattia e la vicinanza con la morte portano con sé e inventa una trama apparentemente inutile su una sorella perduta per compiere un giro lungo e fare, ancora una volta, il lavoro del cinema migliore: portarci là dove serviva senza che ce ne accorgessimo.
9. I predatori
L’esordio dell’anno. In Pietro Castellitto c’è un po’ di tecnica (nella capacità di lavorare sul tempo comico non solo di se stesso ma di tutto un film), c’è un po’ di scrittura (nella definizione dei personaggi, alle volte più scontati, altre meno, ma sempre ben descritti) e c’è un bel po’ di voglia di fare qualcosa di diverso. Di diritto tra i migliori film del 2020.
8. I miserabili
L’esordio francese dell’anno (anche se lì è uscito nel 2019). Ladj Ly prende da Hugo solo il titolo e lo spirito, e prende dal cinema che è venuto prima di lui le dinamiche da giungla, western e poliziesco. In una giornata caldissima il quartiere di periferia in cui opera la pattuglia con nuovo arrivato ribolle di piccole tensioni che regolarmente verranno scatenate. Il finale struscia contro il metaforico e lo smielato ma non ci sbatte mai. Che pure non è facile.
7. L’uomo invisibile
Forse l’idea dell’anno. Ci vorrebbe un premio apposito per chi riesce ad ottemperare ai doveri di Hollywood (fare remake, lavorare su proprietà intellettuali, reinventare ciò che già conosciamo) con idee vere e soprattutto trovate di cinema. Qui lo spunto è di seguire la vittima invece del protagonista ma la trovata di cinema sta tutta nello sguardo, lavorare sullo sguardo della protagonista nel vuoto che è anche quello dello spettatore nel vuoto, entrambi in attesa di qualcosa che riveli il male, in attesa del trucco e del prodigio con una tensione pazzesca.
6. Wolfwalkers
Il cartone animato dell’anno, in barba alla Pixar. Dall’Irlanda arriva questa storia di un padre e una figlia che finiscono da parti diverse della barricata in uno scontro ideologico e sociale. Si parla di uomini contro lupi e non di cattolici contro protestanti ma l’impressione è che la partecipazione e la conoscenza della materia vengano da lì. Sono tuttavia i disegni, le trovate e l’animazione a vincere tutto. Un’inventiva senza limiti che rende ogni scena diversa, nuova e accattivante.
5. L’immensità della notte
L’esordio americano dell’anno. In un momento in cui il cinema si era fermato (una prima volta) la strada era spianata per film piccoli che altrimenti avrebbero faticato a farsi notare. Così su Prime Video il film di Andrew Patterson ha guadagnato l’attenzione che merita, mostrando uno spunto da Ai confini della realtà stravolto da uno svolgimento che dilata i tempi e che lo fa con una chiara idea in testa: allungare la notte per amplificare il senso di meraviglia.
4. Roubaix, una luce nell’ombra
Sembrava perduto appresso a film dimenticabili Arnaud Desplechin, una delle speranze maggiori del cinema francese, invece con questo film torna ai livelli che conosciamo. Non ci sono più le storie familiari e i film corali, stavolta è una trama gialla, un caso di cronaca reale che Desplechin racconta amplificando gli interrogatori per giungere ad una verità che non è tanto quella del caso, ma quella umana. A furia di indagare i volti e la recitazione non escono solo i moventi ma sguardi, insicurezze e un universo di fragilità che sono belle da ammirare in sé e rare da trovare nei film.
3. Un lungo viaggio nella notte
Era passato addirittura nel 2018 a Un Certain Regard di Cannes ma arriva solo quest’anno da noi. Cinema eccezionale che parte da uno spunto pretestuoso, un uomo torna in una certa regione sulle tracce di una donna misteriosa con la quale passò un’estate insieme venti anni prima, per esplorare passato e presente ma soprattutto, da metà in poi, sogni e realtà. Un film che ricalca la maniera in cui funzionano i sogni con videocamere fluttuanti, piani sequenza volanti, tantissima tecnica e un’atmosfera incredibile.
2. Ema
Al festival di Venezia 2019 non piacque alla presidente di giuria e quindi niente premi. Ma noi non ce la possiamo dimenticare l’energia di Mariana Di Girolamo, il look non convenzionale, le nottate con lanciafiamme, i rimorchi al bar, gli sfoghi contro il reggaeton e quell’idea che batte sotto tutto il film di un peccato quasi insanabile di fronte alla società, un’adozione andata male, una colpa reale, che esiste, e che nessuno perdona.
1. Diamanti grezzi
Onore al merito dei fratelli Safdie. Non era facile spingere Adam Sandler più in là di dove l’avesse spinto Paul Thomas Anderson, non era facile immaginare un film di scommesse e di New York d’epoca, granulosissimo e sporco, in cui una pietra sembra magica e maledetta e un uomo e tutto il senso della storia sta nella personalità ciclonica di un uomo inarrestabile che vuole troppo e non stringe nulla. La società americana in un personaggio, a partire dal trucco e parrucco, a partire dagli occhi iniettati di eccitazione, a partire dal desiderio di avere sempre di più.