Focus on - Kickstarter - Il microcredito nel gaming
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Un'analisi di Kickstarter.com, la piattaforma di crowd founding usata per Wasteland 2, Shadowrun e il nuovo progetto di Tim Schafer

Fare giochi è costoso. Molto costoso.
Al giorno d’oggi per produrre anche un semplice live arcade sono necessari assegni a sei zeri, forza lavoro e tantissima pazienza. Certo, i casi di piccoli sviluppatori che, in solitudine, riescono a rompere gli schemi esistono (Mojang con Minecraft, Polytron con Fez e altri), tuttavia in questi casi il mix di abilità, fortuna e coincidenza è talmente complesso da sconfinare molto facilmente nell’aleatorietà più totale. Da qualche mese, però, gli sviluppatori sembrano aver scoperto un nuovo modo per finanziare i loro progetti: Kickstarter, la piattaforma per il crowd - founding fondata da tre studenti newyorchesi capace, almeno negli Stati Uniti, di catalizzare quello che in gergo viene chiamato “microfinanziamento”, ovvero tutte le piccole donazioni che le persone sarebbero pure disposte a fare, ma che spesso non fanno a causa di procedure troppo complesse. Kickstarter evita proprio tutto questo, offrendo una piattaforma affidabile e semplice permette, da un lato, ai finanziatori di trovare facilmente progetti interessanti, e a chi cerca fondi di presentarsi sul mercato in maniera efficiente e senza troppe complicazioni.La piattaforma di Kickstarter, infatti, a fronte di una commissione sulla somma raccolta, gestisce separatamente tutte le trafile burocratiche e gli obblighi fiscali, permettendo a finanziatori e imprenditori di avere un dialogo diretto “end to end”. Facendo un giro su kickstarter.com si nota subito come i progetti proposti siano i più svariati, si va dai biscotti al forno, fino ai dock di design per gli iDevices, passando per libri, film, riviste e quant’altro. Ogni promotore ha a disposizione una sua pagina, in cui può descrivere la sua idea e chiedere una determinata cifra. Chiunque può contribuire versando quanto desidera e, in base alla donazione, di norma gli utenti propongono vari tipi di reward, come il poter ricevere in anticipo una copia del prodotto fino a cene offerte, party personalizzati e quant’altro. Per evitare abusi il sistema prevede che i soldi siano addebitati sulle carte di credito dei finanziatori solo qualora il progetto raggiunga effettivamente la quota richiesta (o la superi). Per cui, se uno sviluppatore di videogames chiede 200.000 dollari e ottiene donazioni per un complessivo di 140.000, non riceverà nulla, mentre se raccoglie 1.000.000 si porterà a casa la somma iniziale comprensiva di tuti gli extra.Questo modello, pur avendo innegabili pregi, è stato tuttavia criticato da alcuni analisti in quanto, per alcuni versi, non è molto diverso dal chiedere l’elemosina, mentre la qualità dei vari progetti presenti sul sito è quantomeno altalenante, senza nessun tipo di controllo ex post sull’effettiva consegna delle reward.