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E se Feige avesse richiamato i fratelli Russo nei Marvel Studios per mandare un messaggio?

I fratelli Russo tornano nei Marvel Studios per dirigere i prossimi Avengers: che cosa significa e che messaggio vuole mandare Kevin Feige?

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Alla tua sinistra”. Così i fratelli Russo sono tornati in sella al progetto più importante dei Marvel Studios. Quei due Avengers ancora dai contorni misteriosi (servirà il San Diego Comic-Con a fare chiarezza?) con una pre produzione complicata in una maniera insensata per un titolo che è arrivato ad essere il secondo film di maggiore incasso di sempre. The Kang Dynasty, primo di due Avengers previsti, ha subìto slittamenti, ha perso il regista Destin Daniel Cretton, prima lo sceneggiatore Jeff Loveness, poi Michael Waldron e, ovviamente, l'attore che avrebbe dovuto interpretare il villain del titolo: Jonathan Majors. 

Una macchina, quella dei Marvel Studios, che si è incartata di fronte al film che qualsiasi studio in carenza di ossigeno si sarebbe buttato a fare: la migliore chance per fare soldi. Il problema, sa bene Kevin Feige, ma anche Bob Iger, è paradossale: c’è bisogno di riannodare le trame con un enorme film evento, di fare incassi e dare al pubblico quello che vuole, ma qualsiasi cosa che abbia il nome Avengers davanti non si può sbagliare. Non nel punto in cui si trova il franchise, con una fatica da brutti film diffusa su tutto il genere cinecomic (i titoli di valore continuano a funzionare al box office, per ora) e un impatto culturale molto diminuito.

Sia in Marvel che in DC ci sono grandi manovre. L'obiettivo? Far sì che le nuove generazioni di personaggi e di attori che li interpretano trovino un modo per avere presa su un nuovo segmento di pubblico. Questo, o sarà un lento spegnersi. 

I traumi e la terapia dei fratelli Russo

The Marvels deve essere stato un trauma interno allo studio non da poco se si pensa al valore simbolico. Non solo è uno dei maggiori flop commerciali del genere, ma è anche l’unico film che ha la Marvel stessa nel titolo!

Con il rischio di compromettere per sempre il brand (per lo meno sul lato cinematografico), la casa delle idee non ha solo bisogno di un successo, ma di una sequenza di eventi positivi che dicano “siamo tornati”. Deadpool e Wolverine deve fare di tutto e di più: incassare tanto (le prevendite sembrano promettere ottimi numeri), semplificare le storie, far tornare il pubblico ad essere fedele alla grande narrazione e non solo ai singoli titoli e infine aprire la via del “Rated R” come strumento di diversificazione.

Pochi giorni dopo, gli annunci del Comic-Con dovranno essere convincenti. Feige dovrà rendere appetitoso il piano sul lungo termine. L'anno prossimo Captain America: Brave New World dovrà fare affezionare ai nuovi panni di Sam Wilson che “non è Steve Rogers” e lo sa bene. Thunderbolts sarà poi il vero banco di prova della fiducia che il pubblico è disposto a concedere al progetto di Feige e soci. Personaggi minori per un brand poco noto al di fuori degli appassionati di fumetti (e non troppo amato nemmeno da loro).

Se tutto andasse bene, compreso quel Fantastici 4 che non farà fatica ad essere il miglior film dedicato a quei personaggi (in caso contrario allacciarsi le cinture di sicurezza), si arriverà ad Avengers ancora sfavoriti. Quello che dovranno fare i due film sarà ancora più complicato di Endgame. Dovranno incassare molto, e questo non è una novità, dovranno però anche traghettare la Marvel in una nuova epoca. Non solo chiudere le trame e omaggiare tutto quello che Feige vorrà concedere al pubblico, ma anche pulire le trame e trovare una nuova ragione per andare avanti (una Marvel “ultimate”?). 

I fratelli Russo e i Marvel Studios: un bisogno reciproco

In questa prospettiva il ritorno dei fratelli Russo è più simbolico che di sostanza. Deadpool e Wolverine sarà, grazie al suo personaggio “meta”, uno strumento per permettere alla Marvel di parlare al suo pubblico. Il messaggio, già dai materiali promozionali è circa questo: sappiamo di non essere stati all’altezza delle aspettative. Ci stiamo lavorando, rompendo qua e là e ristrutturando le pareti portanti. Gli architetti chiamati a fare questo sono i fratelli Russo, insieme probabilmente (non è ancora confermato, ma i rumor lo danno quasi per certo) agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely che hanno supervisionato le parti più importanti della saga dell’infinito. Altro che Endgame, si sta preparando un All Star Game.

I fratelli Russo, dal canto loro, hanno bisogno della Marvel quanto la Marvel ha bisogno di loro. Dopo Endgame l’unico colpo andato pienamente a segno dei fratelli è stato quello di Everything Everywhere All At Once di cui sono (solo) produttori e in parte i due Extraction sceneggiati da Joe Russo. Il progetto più autoriale (Cherry) il blockbuster (The Gray Man) e l’esperimento crossmediale (Citadel) non hanno convinto. 

Attaccarsi alle vecchie dichiarazioni

l nostro amore per la Marvel è nato dai fumetti che abbiamo letto da piccoli e di cui ci siamo invaghiti. La serie che abbiamo adorato crescendo era Secret Wars.

Sarebbe un progetto ambizioso, ancora più grande di Infinity War ed Endgame. Quei film sono stati difficilissimi da realizzare, perciò immaginare di realizzarne altri due ancora più colossali… diciamo che dobbiamo dormirci sopra.

Questo è quanto dichiarato dai due fratelli nel 2022. Un interesse, quello verso Secret Wars, più volte ribadito. È perfettamente logico che i due abbiano legato il loro ritorno ad un progetto potenzialmente più grosso di Endgame. Ma allora che cosa dobbiamo aspettarci da Avengers 5, il film di transizione prima della fine della saga del multiverso? I fan iniziano già a speculare rispetto ad un adattamento di Avengers vs X-Men, che solleticherebbe il box office già dal titolo. Potrebbe anche avere senso narrativo dopo Deadpool e Wolverine. Per saperlo, probabilmente, basterà aspettare pochi giorni. 

Per azzeccare gli Avengers bisogna però costruire il momento. I film che lo precedono devono creare presa rispetto ai nuovi personaggi e alla macro trama. Il ritorno dei fratelli Russo avrebbe senso quindi soprattutto se comportasse anche la supervisione di tutto quello che entrerà in produzione da ora in poi, affiancandoli come produttori e creativi a Feige. 

Tutto questo grida una sola cosa: “non possiamo sbagliare”. È finito il tempo dei cambi di tono (Eternals) o delle storie chiuse in se stesse (Thor: Love and Thunder). I Marvel Studios tornano nel laboratorio in cui hanno sviluppato la loro formula. La sfida per farla funzionare ancora dovrebbe interessare tutti. Vincere o perdere contro la stanchezza da supereroi potrebbe segnare la forma e il modello di business su cui si potrà affidare l’industria del cinema nel prossimo decennio.

Kevin Feige potrebbe avere richiamato i fratelli Russo per mandare un messaggio: stiamo provando in ogni modo a riaccendere la vecchia scintilla.

Ce la farà?

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