Die Hard Arcade c'entrava poco con Trappola di cristallo, ma era lo stesso una figata - 500 lire
Riscopriamo Die Hard Arcade, il videogioco (molto) liberamente ispirato a Trappola di cristallo
Confusi? Ordine! Un gruppo di terroristi assalta un grattacielo di Los Angeles con l'intenzione di rubare tutti i soldi custoditi nel suo attico, tenere tutti i presenti come ostaggi e, già che c'è, rapire la figlia del presidente degli Stati Uniti. Il piano riesce a metà, perché la bimbetta continuerà a sfuggirgli, protagonista di una serie di intermezzi dai toni umoristici nei quali mostra quanto i suddetti terroristi siano abbastanza cretini. A chi toccherà salvare la baracca? A Bruno Delinger ovviamente, pardon, a John McClane (e alla sua compagna Kris Thompsen), che individua subito nei condotti di aerazione la via migliore per infiltrarsi nell'edificio e inizia una scalata, piano dopo piano, che gli costerà parecchi lividi e la distruzione del suo vestiario, al punto che rimarrà in canottiera e pantaloni strappati. E per quanto riguarda i punti in comune con Trappola di cristallo abbiamo finito.
[caption id="attachment_192473" align="aligncenter" width="704"] No, il cattivone non è Hans Gruber[/caption]
Trappola di cristallo è in assoluto uno dei migliori film d'azione anni '80 di sempre ma non è, in termini di machismo e testosterone, nemmeno lontanamente paragonabile a produzioni come Commando, ha un tono più serioso, che in Die Hard Arcade non è percepibile, al gioco piace infatti l'eccesso, tra nemici vestiti in maniera improbabile (perfettamente in linea con i canoni del genere di appartenenza), boss sopra le righe e scenette ridicole. In una trentina di minuti scarsi di longevità condensa tanta azione e cliché videoludici e cinematografici, ma tanto poco, anche grazie al nome che porta e alla grafica tridimensionale, per l'epoca eccellente, gli è bastato per stamparsi tra i ricordi dei giocatori delle sale giochi.