Capcom, i non-morti di Dead Rising potrebbero essere morti per sempre
Capcom chiude lo studio di Vancouver, responsabile del franchise di Dead Rising
Non è specificato quali progetti siano stati colpiti dalla mannaia di Capcom ma considerato che, per citare il comunicato ufficiale, il publisher sta “riallocando le risorse disponibili tra i vari studi”, è lecito pensare che la chiusura totale dello studio di Vancouver sia dietro l’angolo. Una manovra che farà perdere a Capcom 4.5 miliardi di yen (circa 34 milioni di euro) prima della fine dell’anno fiscale, fissata per il 31 maggio 2019.
[caption id="attachment_189428" align="alignnone" width="1500"] Lo studio Capcom Vancouver.[/caption]
La serie di Dead Rising non è mai stata un cavallo di battaglia per Capcom, ma ha sempre avuto il suo discreto apprezzamento, nonché una notevole schiera di fan. Il primo capitolo, datato 2006, fu una sorpresa, perché era difficile immaginare all’epoca un open world a base di zombi, con un pizzico di picchiaduro a scorrimento e quell’ironia grottesca che è poi diventata tipica della serie.
Il terzo episodio, datato 2013, accompagnò anche i primordi di Xbox One con l’obbiettivo di dimostrare la potenza della console, mettendo a schermo il maggior numero di zombie possibile. Purtroppo, ne risultò un gioco solamente buono, e nel mercato di oggi non c’è spazio per le vie di mezzo, come sappiamo. Nonostante tutto, il titolo rimase un’esclusiva Microsoft (uscì anche su PC Windows) e pur risultando tutto fuorché un titolo scadente, si portava dietro troppe aspettative su un hardware che aveva disperatamente bisogno di almeno un’esclusiva di grandissimo peso.
[caption id="attachment_189435" align="alignnone" width="1200"] Nonostante il ritorno di Frank West, Dead Rising 4 non è riuscito a colpire nel segno.[/caption]
Lo studio ci riprovò con Dead Rising 4, in esclusiva per Xbox One. Purtroppo, sin dall’inizio il titolo si rivelò un fallimento commerciale per Capcom. Ci fu pochissima campagna pubblicitaria, e lo stesso publisher nipponico sembrava non credere molto nel titolo, limitando al minimo comunicazione, eventi, tutto ciò che normalmente è lecito aspettarsi quando si lancia un gioco di un franchise che ha un buon numero di iterazioni al suo attivo.
Dead Rising 4, ancora una volta, non era un titolo scadente, ma ci si aspettava qualcosa di decisamente superiore ed il pubblico non premiò affatto il lavoro dello studio di Vancouver. Nel tentativo estremo di rimediare alla situazione, Dead Rising 4 venne pubblicato in fretta su Steam, scaduta l’esclusività temporale di Xbox One, arrivando successivamente anche su PlayStation 4. Ormai era troppo tardi però, a nessuno importava più di Dead Rising 4 e del franchise in generale.
A questo punto, cosa accadrà? Come detto, lo studio probabilmente a breve non esisterà più. Il che è un procedimento del tutto normale, che non molto tempo fa hanno intrapreso Electronic Arts e BioWare nei confronti dei ragazzi al lavoro su Mass Effect Andromeda. Quando qualcosa non va, le risorse – finanziare ed umane – vengono riallocate dove ce n’è più bisogno. Nessuno dovrebbe perdere il lavoro, ma semplicemente mettersi ad occuparsi ad altro. Dead Rising, a questo punto, è una serie che potremmo considerare defunta. Almeno fino a che Capcom non deciderà, tra qualche anno, di procedere ad un reboot magari sostenuto da qualche buona, nuova idea.