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10 film da vedere se vi piace Jordan Peele

Nel giro di soli tre film Jordan Peele si è costruito una reputazione autoriale: ecco dieci film che l’hanno ispirato

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Nope è su Amazon Prime Video

Quello che ha fatto Jordan Peele negli ultimi sette anni, dal suo debutto alla regia con Get Out e nel giro di appena tre film, non è da tutti, diciamo così. Nato come comico, Peele ha a un certo punto scoperto (o deciso di farci scoprire) la sua passione per l’horror, riuscendo nell’impresa di far accettare anche all’Academy un genere storicamente ostico e beccandosi ben quattro nomination all’Oscar con il suo primo film. Poi ne ha diretti altri due, che non hanno ripetuto il colpaccio ma a modo loro hanno fatto parlare di sé e del proprio autore, oltre a incassare cifre più che discrete (che non fa mai male). E così, nel giro di appena tre film, Jordan Peele è diventato un autore riconosciuto, uno a cui ormai la gente guarda quando vuole ispirarsi per fare un horror – soprattutto se è elevato.

Uno dei segreti del successo trasversale di Jordan Peele è il fatto che stiamo parlando di un cinefilo vero, uno che conosce perfettamente la materia che tratta e che più in generale ha una presa sulla macchina cinematografica che è sempre più rara, soprattutto con una carriera così breve alle spalle. Peele sa come funzionano i film e che cosa funziona nei film, e lo sa perché ne ha visti migliaia, li ha studiati, assorbiti e rielaborati. In occasione dell’uscita in streaming su Prime di Nope ne abbiamo raccolti dieci che, in un modo o nell’altro, hanno avuto un’enorme influenza sui tre film di Peele. Sono qui sotto, in ordine alfabetico ovviamente.

Ai confini della realtà

Jordan Peele è uno dei più grandi fan viventi di Ai confini della realtà, al punto che è lui lo showrunner e narratore del (purtroppo pessimo) recente tentativo di resuscitare il marchio su CBS. È solo giusto, quindi, cominciare questo elenco con quello che è a oggi l’unico film tratto dalla serie TV di Rod Serling. Trattasi di film a episodi con una qualità un po’ altalenante, ma stiamo parlando comunque di Joe Dante, John Landis, George Miller e Steven Spielberg: avete il coraggio di lamentarvi?

Candyman

Uno dei classici del black horror (pur essendo diretto da un bianco), cioè quella cosa che Peele ha fatto tornare cool con Get Out. Tratto da un racconto di Clive Barker, rimane ancora oggi un clamoroso incrocio tra slasher e folk horror ambientato in una comunità di quelle che normalmente vengono marginalizzate o dimenticate nel genere.

Funny Games

Una delle principali fonti di ispirazione per Us, quantomeno le sequenze più classicamente da home invasion. Il film di Haneke è privo di tinte soprannaturali ed è più che altro un trattato di sociologia, ma è stato lo stesso Peele a indicarlo ai suoi attori come uno dei film da vedere in preparazione alle riprese, per cui come facciamo a non segnalarlo?

Gli uccelli

Secondo Peele, La donna che visse due volte è il miglior film di Hitchcock ma Gli uccelli è quello che più gli è servito di ispirazione per Us: entrambe le opere parlano di una forza misteriosa e fino a quel momento invisibile che emerge e prende il controllo. In un caso sono dei doppelganger di origine governativa, nell’altro dei volatili, ma il concetto rimane quello.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Nope è il più spielberghiano dei film di Jordan Peele, e Incontri ravvicinati del terzo tipo è forse la principale fonte di ispirazione. Cos’altro c’è da dire su un classico di queste dimensioni? Se volete, Sol(4) - La(4) - Fa(4) - Fa(3) - Do(4): tenetelo a mente, vi servirà se dovessero contattarvi gli alieni.

Indovina chi viene a cena

Get Out senza la parte horror, e con un messaggio finale parecchio diverso – ma questa è in parte conseguenza dell’assenza di parte horror, appunto. Non che il film di Stanley Kramer non faccia orrore, a modo suo – ma è tutt’altro tipo di orrore, senza sangue né violenza se non verbale e psicologica. E sì, in teoria sarebbe una commedia…

La casa nera

Altro esempio di black horror diretto da un bianco che però è riuscito comunque a guadagnarsi il rispetto e l’amore della comunità di cui parla (se vi state chiedendo come mai non abbiamo citato dei black horror fatti da neri: quello è argomento di un altro speciale legato a Peele). Politico, sociale, satirico, è ancora oggi uno dei migliori film sulla (o contro la) gentrificazione mai fatti.

Shining

Anche gli autori più raffinati ogni tanto smettono di citare sconosciuti registi moldavi per buttarsi sui classici, e cosa c’è di più classico, per un regista horror con ambizioni elevate, dell’horror di Stanley Kubrick che ci ha regalato più meme di un’ora passata su 4chan? Shining è uno di quei film che Peele cita sempre quando gli chiedono come mai abbia deciso di fare il regista – secondo lui, “nessuno ha mai fatto un horror così bello da allora”.

The Invitation

Un tema molto caro all’horror contemporaneo è “venire invitati in un posto apparentemente piacevole dalla propria famiglia e scoprire che in realtà sei appena entrato in un incubo”. The Invitation è forse il miglior rappresentante del genere, con un John Carroll Lynch nel ruolo della vita.

The Vast of Night

Questo siamo sicuri che non sia stato una fonte di ispirazione diretta per Jordan Peele, semmai il contrario. Ma è una piccola perla, passata solo in streaming (la trovate su Prime), di fantascienza old school, fatta con pochi soldi, pochissima voglia di mostrare, una grande capacità di suggerire e far intuire, e una mano solidissima e piena di talento dietro la macchina da presa. Recuperatelo, siamo sicuri che anche a Jordan Peele è piaciuto.

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