Venezia 68 - Giorno 6. Tra lacrime e Vasco

[Venezia 2011] Tra lacrime e proteste da parte dei critici, il Festival di Venezia prosegue. Ecco qualche considerazione sul sesto giorno...

Critico e giornalista cinematografico


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Anche i critici piangono

La giornata si apre nel segno delle lacrime con il bellissimo A simple life, al termine della cui proiezione stampa si odono innumerevoli nasi che si soffiano e si vedono fazzoletti di tutte le sorte.

Anche i critici protestano

Per entrare nella sala principale del Festival ci sono due entrate, una sul lato destro e una sul lato sinistro, quindi estremamente distanti l’una dall’altra. Sono due entrate identiche, senza alcun tipo di priorità, eppure misteriosamente una (quella in cui solitamente c’è più fila) apre prima dell’altra. Girando da giorni questa voce ed avendo tutti un cellulare, accade che all’apertura di una fila per l’entrata in sala, quelli dell’altra lo vengano a sapere e comincino a vociare e borbottare. Oggi anche Paolo Mereghetti ha protestato a voce alta dal fondo della fila con toni e slogan da okkupante di liceo.

Qualcuno prima o poi dirotterà queste sale

Di giorno in giorno i controlli fatti con il metal detector a mano dagli uomini della security si fanno sempre più velleitari. Dopo le borse aperte dell’inizio ora si siedono, passano senza nessuna convinzione il metal detector, vagamente in direzione della borsa, e fanno cenno di passare. Alle volte suona pure ma nessuno ha voglia di accorgersene.

Il sedile vuoto

Alla proiezione del documentario di Vasco non c’era Vasco. Delusione dei presenti e degli amanti della risata facile. Entrambe le categorie attendono comunicato via Facebook.

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