SDCC: la carriera di Eric Stephenson, da lettore dei Fantastici Quattro a editore Image
Eric Stephenson si è raccontato al San Diego Comic-Con, soffermandosi sulla sua carriera come editore Image e sui suoi attuali progetti...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Al liceo, Stephenson si è allontanato dai fumetti per dedicarsi alla musica, ma l'incontro con alcuni albi degli X-Men lo ha riportato alla sua antica passione. Ha cominciato a leggere in modo molto più intenso, scrivendo lettere all'editore, con suggerimenti per migliorare le storie, e questo lo ha interessato alla scrittura di fumetti. Finito il college ha cominciato a inviare storie alla Marvel, DC, e Valiant; inoltre ha iniziato a scrivere per la rivista Wizard, per iniziare a far circolare il suo nome nell'industria del fumetto.Io e i miei amici ci sedevamo in fondo all'aula e disegnavamo fumetti, cosa che tutti gli altri compagni pensavano fosse fantastica. Realizzavamo questi mini-fumetti e li vendevamo per qualche moneta, e pensavamo fosse meraviglioso. Ero un lettore Marvel e già da bambino mi rendevo conto delle differenze tra i vari autori. In quel periodo uscivano tutte queste ristampe dei fumetti anni '60, e i Fantastici Quattro erano riproposti nella collana Marvel's Greatest Comics; mi piacevano molto più della serie moderna, ed era merito di Jack Kirby. Non ne ero sempre consapevole, per me era soltanto un "Ok, so che questi sono migliori" e questo mi fece interessare a chi disegnava quel materiale. Diventai un grande fan di George Perez, John Byrne e tutti i disegnatori popolari in quel periodo. All'inizio degli anni '80, durante la mia prima visita a una fumetteria, ho scoperto Capitan Victory di Jack Kirby.
Poi Erik Larsen gli propose di collaborare nel ruolo di direttore esecutivo, occasione che dopo circa sei mesi si trasformò nell'incarico di editore. Ma com'è riuscito Stephenson a svolgere questo lavoro e al contempo realizzare le sue serie personali?
Uno dei primi autori che ho intervistato è stato Jim Valentino, all'epoca al lavoro su Guardiani della Galassia. Siamo rimasti in contatto e un giorno mi ha telefonato dicendomi: "Ehi, vorrei proporti una cosa. Cosa penseresti se ti dicessi che io, Jim Lee, Rob Liefeld, Todd McFarlane, Erik Larsen, Whilce Portacio e Mark Silvestri stiamo per aprire una nostra casa editrice?". In quegli anni erano i nomi più importanti al lavoro sulle serie Marvel più famose. Sembrava incredibile. Era la genesi della Image Comics, e Valentino mi assunse per aiutarlo nello studio: mi occupavo della pagina della posta, ma lentamente ho cominciato a suggerire idee per Guardiani della Galassia, a colorare qualche pagina, a organizzare incontri nelle fumetterie e altri bizzarri incarichi.
Negli anni '90 mi è stato assegnato il settore marketing della Image Comics, qualcosa di molto differente dai giorni nostri: non c'erano social network e la presenza sul web della casa editrice era abbastanza patetica, si trattava per lo più di fotocopiare anteprime e spedirle alle persone.
Lavoro sul mio materiale nel tempo libero. Dopo aver trascorso l'intera giornata in ufficio, a volte vado a casa e scrivo, a volte no; l'ultima cosa che voglio è dovermi sentire come se avessi un compito a casa da svolgere. Il vantaggio di avere progetti pianificati nel tempo è che puoi permetterti di sederti e dedicarti a essi quando ti viene l'ispirazione.
Stephenson è passato poi a raccontare come sono nati i suoi due fumetti più famosi:
L'idea per They're Not Like Us mi è venuta quando sono stato aggredito da un gruppo di teenager, ma ciò che mi ha dato più fastidio è che non sembravano interessati al mio denaro; quando ho disattivato la mia carta di credito e il mio cellulare ho scoperto che non avevano provato a utilizzare nessuna di quelle cose, perciò oltre a quei pochi contanti che avevo con me, l'avevano fatto semplicemente per rovinare la vita a qualcuno. Ho pensato fosse un gesto derivante dalla frustrazione. Gli hooligan o i ragazzini che aggrediscono le persone per la strada lo fanno mossi dalla rabbia e dalla frustrazione. Lavorando nel mondo dei fumetti, ho cominciato a pensare che sarebbe stato molto peggio se avessero avuto superpoteri; già è spiacevole essere colpiti da qualcuno, ma se questo qualcuno ha la superforza, è molto peggio.
L'autore ha svelato qualche retroscena anche di Nowhere Men, la storia di uno scienziato famoso come i Beatles, pubblicizzata con la tagline "La scienza è il nuovo Rock-n-Roll".
Le persone usano sempre "questo è il nuovo quello" per ogni cosa, e io stavo cercando di trovare un modo per far capire di cosa parlasse Nowhere Men. Un giorno stavo guidando la macchina a Los Angeles e l'idea mi è venuta in mente. Una delle premesse del fumetto è che la scienza e i traguardi scientifici vengano celebrati al punto da far diventare queste persone delle celebrità; credo che gli scienziati, i dottori, gli insegnanti e chiunque porti avanti la cultura dovrebbe ottenere molto più riconoscimento per ciò che fa.
Fonte: Comic Book Resources