La Casa Tellier, la recensione
Abbiamo recensito per voi La Casa Tellier, di Iacopo Vecchio, pubblicato da Hop Edizioni
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Entrambi raccontano la storia della signora Tellier, tenutaria di una rispettatissima casa di piacere di città, e delle sue cinque pensionanti. Prostitute gentili ed educate, raffinate e accoglienti, senza alcuna vergogna e con totale naturalezza, conducono la loro vita e portano avanti la loro professione, interrotta da una breve parentesi di campagna, oggetto della trama.
Constance, figlia del fratello della signora Tellier, è alla vigilia della sua prima comunione. La zia e le sue impiegate, che l'amano e la rispettano come una madre, andranno qualche giorno in villeggiatura, per turbare leggermente gli animi dei campagnoli, per dimostrare di avere il cuore d'oro, per smentire qualche pregiudizio e contraddire, con leggerezza e con grazia, i luoghi comuni della pubblica morale un po' bigotta.Il volume è bellissimo da guardare. Non a caso, la scelta è caduta su un formato ampio, che desse risalto alle splendide tavole di Iacopo Vecchio, nei panni di sceneggiatore (o adattatore del testo di Maupassant) e disegnatore. Lo conosciamo e apprezziamo da molto e siamo sorpresi dall'abilità con cui ha saputo cambiare registro rispetto allo stile espressionista e mckeaniano che lo ha spesso contraddistinto. Qui, mette in mostra un'illustrazione pittorica perfettamente intonata all'ambientazione ottocentesca del racconto. Di più: Maupassant era scrittore naturalista e positivista, e la scelta di Vecchio è quella di fare il verso, a volte citando apertamente, all'impressionismo dei pittori francesi dell'epoca, in perfetto accordo ideologico con lo stile letterario dell'autore originale.
Bravo anche nel mantenere narrativa la struttura della pagina, senza indulgere eccessivamente alla tentazione pittorica e senza trasformare ogni singola tavola in un quadro, Vecchio risulta forse eccessivamente sospeso nel racconto. Tanto sono affascinanti le sue eleganti prostitute, tanto ci attrae la figura di Madame, misteriosa e addolorata, quanto poco ci emoziona la trama di La Casa Tellier raccontata in questo modo. De Maupassant ne aveva fatto un manifesto di razionalismo, di antimoralismo, pungente nello sguardo scientifico e non velato dal pregiudizio con cui raccontava il rapporto tra le sue protagoniste e le qualità femminili tradizionali. Le prostitute sono più buone, più umane, più vicine a Dio delle brave donne di chiesa, pareva dirci. Nonostante la fedeltà alla trama, il messaggio perde un po' di forza, nelle atmosfere sognanti e sin troppo perfette di questa versione fumettistica.Poco male. Si rimane volentieri a osservare l'espressività dei volti di Vecchio, precisi, individui e ben delineati, a contraltare con la confusione à la Monet delle immagini di paesaggio. La Casa Tellier è un volume da ammirare, più che da leggere, e lo si fa molto volentieri, in attesa che Vecchio affili le sue armi di narratore e dialoghista.