Marvel: Kurt Busiek racconta com'è nato il progetto Marvels Snapshots
Kurt Busiek racconta come sono nate le iniziative per il venticinquesimo anniversario di Marvels, dall'edizione annotata agli speciali Snapshots
Busiek - Quando abbiamo iniziato a parlare di Marvels: Epilogue, la Marvel era interessata a fare qualcosa di più di una semplice celebrazione per il 25° anniversario. E così io, Alex, Tom Brevoort e l’Editor-in-Chief della Marvel, C.B. Cebulski, ci siamo incontrati per discutere della cosa e fare un po’ di brainstorming. Da quell’incontro sono nati Marvels Annotated, il Marvels Postcard Book e il Marvels Poster Book, vari modi di riproporre materiali già esistenti in una veste interessante.
Sono state suggerite altre iniziative, tra cui la serie di podcast di Stitcher, Marvels X e l’antologia Marvel. Non so chi abbia suggerito Marvels Snapshots, ma inizialmente è stato descritto come “nuove storie in modalità Marvels ma con "gente comune diversa e autori diversi”, il tutto sotto la mia supervisione.A un certo punto doveva esserci una serie di storie ambientate dopo Eye of the Camera, per coprire quegli eventi a cui Phil non ha potuto assistere, con vari approcci. Qualcuno ha iniziato a chiamarle Snapshots fin dall’inizio, in riferimento alle fotografie di Phil, ma più piccole, più casuali.
Mentre ci lavoravo, però, ho avuto la sensazione che potesse valere la pena agire su tutta la linea temporale Marvel, anziché limitarla artificialmente. Anche nel caso in cui si tratti di qualcosa che Phil potrebbe aver visto, il fatto di raccontare l'evento attraverso gli occhi di qualcun altro significa ottenere una storia diversa. Quindi perché non usare tutta la gamma a nostra disposizione? Ad Alex è piaciuto il fatto che siamo partiti con Namor e la Torcia... anche se non si tratta della Torcia originale, si ha comunque l’impressione di essere agli inizi della Marvel, e percorriamo tutta la strada fino alle attuali Captain Marvel e Ms. Marvel, quindi riusciamo ad abbracciare tutta la storia.
Non avevo in mente tanto una serie specifica di personaggi da usare, quanto una di situazioni e punti di vista interessanti. Volevo più di ogni altra cosa la varietà. Se il piano era quello di usare voci diverse, meglio renderle davvero diverse, e non solo usare autori diversi ma usando anche il punto di vista di personaggi molto differenti. Certe storie sarebbero state incentrate su un super eroe, mentre in altre il super eroe o il super evento avrebbero fornito semplicemente il contesto.
E così ho iniziato a pensare alle storie. Fare qualcosa su uno dei primi interessi romantici di Johnny Storm, Dorrie Evans, è sempre stato sulla mia lista per un potenziale seguito di Marvels, quindi ho recuperato l’idea: vediamo un super eroe attraverso gli occhi di una fidanzata. Altre idee spaziavano in altri generi specifici; volevo una storia criminale su un malvivente di basso livello attivo nella Manhattan della Marvel, e aveva senso coinvolgere Spider-Man in quella storia. Sarebbe stato divertente fare una commedia romantica e raccontare la storia di una coppia che si innamora con le avventure distruttive dei super eroi sullo sfondo, quindi l'ho aggiunto alla lista. E così via.
Alla fine avevo sei o sette idee, a cui se ne sono aggiunte altre: cosa significa essere un normale Deviante nella città dei Devianti? Che svolta prese la vita per la gente che abitava negli isolati distrutti dalla Bomba di follia in Captain America? Cose di questo genere. Poi, assieme a Tom Brevoort abbiamo fatto una selezione, cercando di trovare un buon equilibrio tra i vari personaggi e approcci. Non riuscimmo a includerli tutti (spiacente, Devianti, niente spazio per voi!) nemmeno ampliando la serie da sei a otto numeri, ma questa è la procedura che abbiamo seguito, almeno a grandi linee. Le cose sarebbero cambiate strada facendo, sapevo che sarebbe successo, quindi mi sono mantenuto flessibile.
Oltre ad Alex, naturalmente, che ha realizzato delle copertine straordinarie per tutta la serie, la prima persona che ho contatto è stata Alan Brennert. Adoro il suo lavoro, ha avuto una forte influenza su Astro City, quindi dovevo tentare di coinvolgerlo. Pensavo che avrebbe detto di no, perché non scriveva più fumetti da quasi quarant’anni per dedicarsi ai romanzi, ma ho pensato che valesse la pena fare almeno un tentativo.
Ho sparato tutte le cartucce a mia disposizione. Sapevo che gli piacciono i fumetti della Golden Age e uno dei suoi romanzi parla di Palisades Park, quindi aveva già fatto tutte le ricerche del caso sull’argomento. E così gli ho proposto di scrivere una storia su Betty Dean che porta Namor al Palisades Park dopo la fine della guerra. Ho scoperto che stava per traslocare e aveva già impacchettato tutte le sue cose, quindi in quel momento non stava scrivendo e aveva del tempo libero. E così mi ha detto di sì. In seguito mi ha rivelato che aveva già deciso di accettare nel momento in cui ho menzionato Betty Dean, ma anche l’ambientazione del Palisades Park si era rivelata utile.
Avevo perfino un’idea di riserva: i suoi altri romanzi erano spesso ambientati alle Hawaii, quindi forse avremmo potuto fare una storia su Carol Danvers, impegnata in una visita di documentazione poco prima che diventasse Ms. Marvel: aveva scritto un saggio sulla sua esperienza come capo di sicurezza alla NASA alle Hawaii e poi, uhm, succede qualcosa di cui lei è testimone. Non siamo mai arrivati a decidere cosa perché Alan si è buttato subito su Betty e Namor.
L'autore che abbiamo coinvolto in seguito è stato Jerry Ordway, che è un bravissimo artista e ha spesso ritratto gli anni '40, quindi avrebbe lavorato bene con Alan. Mi aspettavo un no anche da lui, invece è stato un sì. Per buona parte del processo, la gente ha detto di sì immediatamente, il che è stato molto gratificante.
Volevo coinvolgere Howard Chaykin per la storia criminale perché è bravissimo a raccontare storie del genere e sui bassifondi. Volevo che traslasse questi racconti in un contesto supereroistico e di tecnologia SF, ma che in essenza restasse una storia di malviventi che tentano di barcamenarsi.
Volevo che Evan Dorkin, Sarah Dyer e Benjamin Dewey lavorassero in team, perché avevano fatto un ottimo lavoro su Beasts of Burden e perché Evan chiaramente adora i dettagli sugli albori della Marvel, quindi perché non assegnare loro la storia della Torcia Umana ed esplorare sia quelle minuzie da fanboy sia approfondire i sentimenti in modo simile a come fatto nelle storie di Beast of Burden? E Ben è un artista fantastico, quindi volevo fornirgli una piattaforma dove potesse mettersi in mostra.
Da lì, è cominciato tutto. Ho tentato un approccio a una storia su Ciclope, e sapevo che Jay Edidin ne avrebbe fatta una storia perfetta. Volevo far scrivere qualcosa a Barbara Kesel, e lei ha scelto la storia romantica. Ho pensato che Staz Johnson sarebbe stato perfetto per dare vita a una storia sugli Avengers dell’era di Byrne/Perez, e così via.
Alla fine, quel che cercavo era varietà: volevo degli autori che si spingessero oltre il punto in cui mi ero spinto io, e volevo nuovi volti. Gente che avesse lavorato molto sulla Marvel e ne conoscesse ogni dettaglio, e volevo nuove prospettive. Volevo alcune illustrazioni in classico stile supereroistico e alcuni approcci grafici moderni, e volevo dei nomi che non assocereste mai alle storie di super eroi che facessero emergere l’umanità di quelle storie.
Alla fine, ne è uscita una serie notevole di storie. Al momento di questa intervista, una è stata pubblicata, una è in stampa, un’altra sta per andare in stampa, due sono state colorate e letterate e tre sono in fase di disegno. Sono venute tutte molto bene e credo che la gente sarà costantemente sorpresa dai modi differenti in cui abbiamo approcciato la storia dei super eroi e il modo in cui le persone comuni l’hanno sperimentata. Sono impaziente di vedere il risultato finale.
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Fonte: Marvel