Giant-Size X-Men: Jonathan Hickman sulla genesi dei cinque speciali

Giant-Size X-Men è al centro dell'attenzione nella sessione di domande e risposte tra Jonathan Hickman e i lettori di Adventures in Poor Taste

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Spoiler Alert
Avere Jonathan Hickman a disposizione e potergli fare qualunque domanda è forse il sogno principale dei lettori degli X-Men in questo momento. Sarebbe un enorme, e inverosimile, privilegio. Ci sono andati abbastanza vicini i lettori di Adventures in Poor Taste, che hanno visto i propri quesiti recapitati allo sceneggiatore delle gesta del gruppo mutante più famoso di sempre.

Ecco le dichiarazioni più interessanti che ne sono scaturite. Attenzione: non è stato possibile ripulirle dagli SPOILER. Su Giant-Size X-Men, argomento principe delle domande e serie di speciali che si chiuderà, ha rivelato lo sceneggiatore, con un numero dedicato a Tempesta, disegnato da Russell Dauterman.

Giant-Size X-Men: Jean Grey and Emma Frost #1, copertina di Russell Dauterman

Hickman - Ho lavorato con lo stile Marvel per cinque anni sulla mia serie East of West, quindi realizzare in questo modo Giant-Size X-Men: Jean Grey and Emma Frost con Russell Dauterman non mi ha richiesto particolari adattamenti. Non è che una delle maniere in cui lavoro e, a dirla tutta, mi piace molto, perché di solito produce storie visivamente molto più dinamiche e concede maggiori responsabilità agli artisti, che è sempre una cosa buona.

E poi non influisce sui progetti a lungo termine, non cambia la direzione che stiamo intraprendendo, la rende solo più ricca di improvvisazione. Buono anche questo. Restare troppo attaccati alle sicurezze non funziona mai. In questo caso, Russell mi ha detto che New X-Men #121 è uno dei suoi fumetti preferiti di sempre, e ci siamo detti che, al diavolo, avremmo realizzato la nostra versione.

Come si chiama quel momento in cui ci si rispetta e si condividono molti aspetti profondi della propria vita, ma non si entrerebbe in casa dell'altra persona per nulla al mondo? Qualunque sia il nome di questa condizione, è quella che vivono Emma Frost e Jean Grey nella nostra storia.

Il progetto iniziale dei Giant-Size X-Men non era pensato come una serie di one-shot, dovevano essere cinque Annual scritti da me e relativi a tutte le altre serie della linea Dawn of X. Tuttavia, c'erano delle preoccupazioni per la numerazione, per le anticipazioni e non so che altro. Quindi, per evitare complicazioni, abbiamo cambiato il titolo in Giant-Size, il che ha portato ad altri problemi. Solo poi, non ricordo come, siamo giunti ad aggiungervi i nomi dei personaggi. Il che riflette solo in parte il contenuto delle storie. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco.

Le storie nascono per lo più dai desideri degli artisti con cui Hickman collabora sulla testata, su cui lo sceneggiatore avrebbe poi realizzato un soggetto molto flessibile, affidato ai disegnatori. La sfida è stata realizzare degli episodi che, indipendenti, fossero coerenti con le trame più ampie in corso. Il che ha divertito molto Hickman.

Giant-Size X-Men: Storm, copertina di Russell DautermanHickman - Raccontare queste storie tramite lo stile Marvel è stato un modo per prendersi una pausa dal modus operandi ormai comune delle sceneggiature complete, ma se si parla di sperimentazione narrativa in quanto tale, io la frequento solo quando le trame che racconto lo richiedono. Cerco sempre di fare quello che le storie dettano. Se penso che abbiano bisogno di una narrazione non tradizionale, allora mi ci metto. In genere, cerco di mettere in campo strategie asimmetriche, non solo diverse dal comune.

Le storie di Giant-Size sono sia degli approfondimenti dei personaggi sia degli albi che utilizziamo per concentrarci sul loro ruolo all'interno delle trame in corso. Ad esempio, quello su Nightcrawler vede il personaggio fortemente al centro, ma in realtà racconta una missione condotta da lui, che si inserisce in un contesto più ampio. Mentre il numero dedicato a Magneto ha una storia molto più contenuta in se stessa. Sembrerà tutto molto confuso, ma vi assicuro che vi sarà chiaro dopo la lettura.

Cosa rende la telepatia di Jean diversa da quella di Emma? Ho una teoria sui telepati. Credo che, poiché tutte le menti sono aperte nel momento in cui i loro poteri emergono, tendono a prendere delle caratteristiche fortemente legate alle emozioni e a diventare o molto chiuse e fredde, come la mente di Xavier, Emma e Monet, o fortemente libere ed emotive, come quella di Jean. La cosa dipende da quanto si è protettivi nei propri confronti, da quanto si creda che ci sia qualcosa di più importante di noi e si sia disposti a sacrificarci. Molti vedono l'emotività, l'apertura e la vulnerabilità come delle debolezze, mentre altri capiscono che non sono altro che una diversa forma di forza.

Hickman ha chiarito una questione dibattuta da alcuni. Il Charles Xavier visto in House of X e Powers of X era ancora nel corpo di Fantomex, come visto in Astonishing X-Men. Dopo la resurrezione, significativamente più magro, Charles è tornato nel proprio corpo.

Inoltre, lo sceneggiatore ha reso noto che l'artista Ramon K. Perez sostituirà Ben Oliver sull'albo dedicato a Magneto.

Fonte: Aitp!

Continua a leggere su BadTaste