Giant-Size X-Men: Russell Dauterman presenta la storia con Jean Grey ed Emma Frost
Il disegnatore di Giant-Size X-Men: Jean Grey and Emma Frost ha realizzato un sogno nel cassetto lavorando a questo speciale scritto da Jonathan Hickman
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Grande ammiratore degli X-Men, l'artista ha finalmente l'occasione di mettere le mani in maniera solida su alcuni dei suoi personaggi preferiti. Ecco cos'ha dichiarato in merito:
Dauterman - "Complicato" è un ottimo termine per definire il rapporto tra Jean ed Emma. Credo che la recente scena che abbiamo visto su X-Men #3, che le vedeva partecipare all'assemblea riassuma la situazione tra loro. Non hanno dimenticato quel che è successo, ma vanno avanti. Non passeranno il tempo a litigare riguardo a Scott, in questa nuova avventura.
Jean è una mutante di livello Omega, quindi ho rappresentato i suoi poteri in maniera più spettacolare rispetto a quelli di Emma. In alcuni momenti, ho mostrato le capacità psichiche della signorina Frost con una forma che ricorda vagamente una corona, come omaggio alla sua personalità regale. Negli anni, i colori utilizzati per manifestare i poteri psionici sono spesso cambiati, ma io ho voluto assegnare a ognuna la propria firma cromatica.La cosa più grandiosa di questo progetto è che ho potuto scegliere i personaggi. Mi hanno chiesto quali mutanti avrei voluto disegnare e che tipo di storia avrei voluto raccontare. Ho detto che mi sarebbero piaciute Jean e Tempesta, ma voglio bene anche a Emma, e quindi l'ho proposta. Ho pensato che sarebbe stata una combinazione interessante.
Abbiamo realizzato questa storia autoconclusiva lavorando con lo stile Marvel, il che per me è abbastanza una novità, rispetto alla sceneggiatura completa. Dopo aver discusso un po' con me, Jonathan ha pensato a una storia che si inserisse perfettamente nel quadro generale e ha scritto un soggetto. L'ho organizzato in singole pagine, e da lì abbiamo iniziato a lavorarci. Ho cercato di inserire tutti gli elementi visivi che mi interesserebbe vedere da lettore e amante di questi personaggi.
Gli X-Men sono una passione che mi porto dietro da quasi tutta la vita, la ragione per cui ho iniziato a leggere fumetti e un elemento importante delle mie motivazioni a diventare disegnatore, quindi per me questa storia è un sogno fatto realtà. E lavorare con Jonathan in questa sede, nonché realizzare le copertine di Marauders, per me è entusiasmante. Sono un grande ammiratore del modo in cui lui e i suoi collaboratori hanno rivitalizzato i mutanti e sono felicissimo di avere un ruolo in tutto ciò.
Disegnare copertine è un lavoro di creazione di una singola immagine che deve essere capace di attirare l'attenzione e creare eccitazione. Gli interni di una storia seguono regole molto diverse, e le scelte che si fanno devono essere al servizio della narrazione. Sono però alla perenne ricerca di occasioni per infilare negli interni delle immagini degne di stare su una copertina e tratto ogni tavola come una composizione.
Ho amato moltissimo le storie di New X-Men di Morrison e Quitely, l'epoca fondamentale di Claremont, gli X-Men degli anni Novanta e Generation X. C'è un po' degli elementi di tutte queste storie nell'albo, sia nella vicenda che nel comparto grafico. Alcuni sono degli omaggi palesi, altri dei riferimenti nascosti. O magari mi sbaglio e sono tutti ovvi. C'è in particolare una storia mai portata a compimento che mi sono permesso di citare, aggiungendo un po' di archeologia degli X-Men.
Fonte: Marvel