Captain Marvel: The End, Kelly Thompson parla della storia finale di Carol Danvers
La sceneggiatrice Kelly Thompson presenta Captain Marvel: The End, lo speciale che racconta l'ultima avventura di Carol Danvers
La sceneggiatrice ha recentemente rivelato quelli che ritiene essere i punti salienti del progetto:
Thompson - Mi sarei infuriata se la Marvel non avesse offerto a me la possibilità di raccontare questa storia di Carol! Scherzi a parte, all’inizio ero esitante, sembrava quasi che la storia avesse una flessibilità eccessiva, ma una volta entrata nell’ottica di ciò che potevo raccontare e del suo impatto emotivo, ho capito che avevamo tra le mani qualcosa di speciale, specialmente con Carmen Carnero ai disegni.
È una storia di grandi emozioni, e buona parte del marito va a Carmen. Io mi sono innamorata del mondo che abbiamo costruito per l'occasione, mi piacerebbe molto lavorare su un’intera serie ambientata nel 2.051 con questi personaggi. Compriamo tutti dieci copie a testa e la Marvel mi permetterà di farlo!In The End ho provato a tornare agli elementi che ritengono siano il cuore di Carol Danvers: l’esplorazione cosmica, la sua ostinazione a non arrendersi mai, l’amore profondo e irrinunciabile che prova per i suoi amici e il sacrificio personale che le viene così naturale. Aggiungendo tutto questo al livello che ho ritenuto dovesse avere raggiunto con il passare del tempo, ogni cosa è andata al suo posto in modo molto naturale.
Nel comunicato di presentazione della serie c’è un errore: la storia è ambientata nel 2.051, quindi per i lettori non siamo 50 anni nel futuro, ma solo 31. Credo che la Carol di The End sia sicuramente coerente con il personaggio che sto attualmente sceneggiando in Captain Marvel... ma negli anni che separano le due incarnazioni sono successe molte cose, sia brutte che belle.
Quando la rivediamo per la prima volta si trova in un’altra galassia, combatte ancora in nome della giustizia e si è praticamente lasciata la Terra alle spalle... assieme alla sua umanità. È una figura magnifica ma è più isolata e solitaria rispetto alla Carol che conosciamo: più pensierosa, malinconica e distaccata. Poi, però, accade qualcosa che cambia tutto ciò.
Una delle cose migliori è il fatto che Carmen ha iniziato a lavorare a The End subito dopo avere concluso il suo arco narrativo su Captain Marvel, quindi non ho avuto modo di sentirne la mancanza... ma giunti alla conclusione di questa storia, so già che mi mancherà tantissimo. Specialmente perché credo, senza esagerare, che questo sia il lavoro migliore della sua carriera. La sceneggiatura è molto esigente, è carica di emozioni e di grandi scene d’azione, ci mostra la costruzione di un mondo, i cammei di molti personaggi, e tutto questo richiede un grandissimo lavoro di progettazione. Carmen mi entusiasma sempre con il suo lavoro, ma qui si è spinta a un livello superiore. Mi sono venute le lacrime agli occhi quando mi sono arrivate le tavole chinate e stavo rileggendo il lettering.
Nella sua versione finale, Carol è ascesa a un livello superiore. Si è evoluta in una forma che va oltre la sua semplice identità umana. A livello di design volevamo qualcosa che fosse ancora riconducibile a lei e che includesse la sua stella di Hala, perché è un elemento essenziale del personaggio, ma volevamo presentarla più come un essere cosmico... o addirittura una dea. In genere invio una bozza di testo per descrivere l’effetto che vorrei ottenere, ma stavolta ho incluso anche molti dei vecchi design di Binary. Oggi, quando presentiamo Carol al massimo dei poteri, con lei che diventa Binary, usiamo principalmente le fiamme, ma adoro il vecchio design... il bagliore bianco incandescente, una forma che annuncia che ora Carol è qualcosa di sovrumano.
Credo che l’unico commento che posso aggiungere, senza entrare nel territorio degli spoiler, è che il design globale di Carol ha un significato ben preciso nella storia.
Fonte: Screen Rant