Intervista a Marco Checchetto: Ora voglio dedicarmi solo a Daredevil | LuccaCG19
A Lucca Comics & Games 2019, abbiamo intervistato per voi Marco Checchetto, che ha giurato fedeltà a Daredevil e a Chip Zdarsky
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Leggi anche Marvel: Marco Checchetto sui suoi esordi, l’amore per Spider-Man e il rilancio di Daredevil
Ringraziamo l’ufficio stampa dell’editore modenese per aver reso possibile questa intervista.
Ciao, Marco, e bentornato su BadTaste.it!
La nostra chiacchierata parte dal tuo incredibile lavoro su "Daredevil". Qual è stata la tua prima reazione quando hai saputo che avresti lavorato sulla serie?Checchetto - In questi ultimi anni, la Marvel mi ha praticamente spedito in ogni angolo del suo universo narrativo. Sono partito con Spider-Man per poi passare a disegnare Punisher e gli Avengers. A un certo punto, mi sono ritrovato nell’universo di "Star Wars", per poi tornare su Spider-Man e lavorare su Conan, senza dimenticare l’esperienza su “Gamora” e “Vecchio Occhio di Falco”. Insomma, un vero macello! [Ride] Il mio cuore, però, è legato agli eroi urbani della Casa delle Idee, ovvero Spider-Man, Daredevil e Punisher, in primis.
Stavo viaggiando tra le galassie quando mi è arrivata la mail di C.B. Cebulski [Editor in Chief della Marvel - NdR] in cui mi chiedeva se mi piacesse Daredevil. Ricordo solo di avergli scritto uno "YES" grande come lo schermo! [Ride]Il passo successivo è stato ricevere la sceneggiatura di Chip [Zdarsky], che, da lettore della serie, devo dirti che era davvero fantastica. Sembra di rivivere le atmosfere degli anni ’80 che si respiravano nei cicli di Frank Miller e di Ann Nocenti. Insomma, il Daredevil che ho amato.
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Considerando le prestigiose firme che hanno contribuito a renderlo grande, come ti sei approcciato a questo storico titolo Marvel?
Checchetto - Ho iniziato a lavorare a “Daredevil” nelle settimane successive alla chiusura della serie televisiva Netflix, con il conseguente malumore dei fan. Tieni presente che il precedente ciclo di storie del personaggio attingeva molto al prodotto per il piccolo schermo: Kingpin era diventato molto simile a Vincent D’Onofrio, così come, in alcune vignette, era evidente la somiglianza di Matt con l’attore Charlie Cox.
Per questo motivo, ho voluto distaccarmi completamente sia dal serial TV che dagli ultimi numeri della serie a fumetti e ho preferito riprendere quei fumetti degli Ottanta con i quali sono cresciuto.
Per modellare il mio Matt, ho scelto un giovane Robert Redford, così come appare nel film “I tre giorni del Condor”. per Kingpin, ho optato per la "versione armadio” disegnato da John Romita Jr. I capelli di Elektra sono quelli che vedi anche sulle pagine di “L'Uomo Senza Paura”. Insomma, sono andato a riprendere gli elementi dei migliori autori di sempre che hanno lavorato su questo titolo, quindi ritroverai spunti presi da Miller, Nocenti, David Mazzucchelli, Joe Quesada e, su tutti, Romita Jr.
La sua influenza è sicuramente una delle più evidenti. Hai avuto modo di sentirlo, di conoscere il suo giudizio sul tuo operato?
Checchetto - Sì, ho avuto modo di parlare con lui. Lo scorso ottobre sono stato ospite al New York Comic Con, e sapevo che anche lui sarebbe stato presente. Prima di partire ho messo in valigia la mia prima copia di Spider-Man mai acquistata, sperando di poterlo conoscere. Gli organizzatori della fiera mi hanno dato la possibilità di incontrarlo, ed è stato bellissimo. Ho avuto modo di esprimergli tutta la mia gratitudine, rimarcando il concetto che se oggi sono un disegnatore di fumetti il merito è solo suo. Per me, lui resta la massima ispirazione.
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Qual è stata la sua reazione di fronte a questa dichiarazione d’amore? Ha letto “Daredevil”?
Checchetto - Lui è rimasto spiazzato. Nello specifico, non so se abbia letto la serie, ma ha detto che mi conosce e che apprezza tantissimo il mio lavoro. Più di ogni altra cosa, era sconvolto perché si è ritrovato quest’omone davanti che gli diceva queste cose, quasi commosso! [Ride]
Al di là di tutto, credo che questa sia il più grande attestato di stima che un autore di fumetti possa ricevere: un collega che ti dimostra un affetto così grande.
Quando hai iniziato a lavorare sulla serie, che Daredevil ti sei trovato davanti?
Checchetto - C’è una specie di giochino/tradizione che si ripete tra i team creativi che lavorano su “Daredevil”, ovvero alla fine della tua run devi lasciare Matt nella peggiore condizione possibile. Noi ce lo siamo ritrovati quasi morto, perciò ci siamo interrogati su come potessimo farlo rialzare. Chip, invece, se n’è uscito dicendo: "Non tiriamolo su, affossiamolo ulteriormente". Nel corso degli anni abbiamo maturato l’idea che Chip fosse un autore più improntato sull'umorismo, dato che ha firmato storie molto leggere. Su “Daredevil”, invece, ci va giù pesante, con una cattiveria inaudita.
Il Matt sul quale mi sono ritrovato a lavorare è un personaggio spezzato, letteralmente, e imbottito di medicinali, perché esce da un coma. Insomma, non è in gran forma, non è fiducioso delle sue possibilità. È un Daredevil che sta ricominciando a essere se stesso e, sulle pagine degli albi che stanno uscendo ora negli Stati Uniti, è tornato ad allenarsi per essere migliore rispetto a prima.
Si ripete la storia che rende unici i personaggi Marvel: più li butti giù e più loro si rialzano per combattere e rivalersi sulla vita e sui nemici.
Quali volti noti della serie, e più in generale dell’Universo Marvel, ritroveremo tra queste pagine?
Checchetto - Elektra ha una parte molto importante nella nostra serie e ritornerà spesso. Ci sono anche altri personaggi che faranno delle apparizioni molto importanti. Uno è stato imposto a Chip proprio da me. Naturalmente, si tratta di Spider-Man! [Ride] Troverai grandi differenze tra il Tessiragnatele che hai visto su “Peter Parker: The Spectacular Spider-Man” e il nostro, perché è pesantemente calato nella storia di Daredevil, che è molto oscura, cupa e triste.
Tra gli scrittori in forza alla Marvel, Zdarsky è forse quello che più riesce a declinare con gusto moderno lo spirito classico. Com’è stato lavorare con lui?
Checchetto - Lavorare con lui è fantastico. Se guardi l’immagine di lui che traspare dai social, ti rendi conto di che folle personaggio sia. Fa ridere un sacco! Sul lavoro, però, è una persona estremamente professionale, puntuale nel rispettare le consegne. Non ho mai aspettato un giorno per le sue sceneggiature: sono già tutte lì, pronte. Per cui riesco a leggerle in una sola volta, farmi un’idea di come dovrebbe svilupparsi l’albo e poi abbozzare dei layout dei quali discuto con lui, magari in merito a quanto spazio lasciare a questa o quella vignetta.
È un lavoro di squadra davvero bello, motivo per il quale abbiamo deciso di continuare a collaborare ancora per molto tempo su questa serie. Ci saranno dei miei periodi di pausa per riprendere il fiato, ma l'intenzione è questa!
Non hai mai perso occasione di rimarcare il tuo amore per la dimensione urbana dei personaggi Marvel. Credi che sia Zdarsky lo scrittore che più di ogni altro possa esaltare il tuo stile e il tuo storytelling?
Checchetto - Assolutamente sì. È uno dei migliori sceneggiatori con il quale abbia mai lavorato. Ti dirò di più: spero che una volta finito “Daredevil”, io possa avere la possibilità di lavorare con Chip anche su Spider-Man.
Spider-Man è il tuo personaggio preferito, mentre Chip il tuo sceneggiatore preferito: il risultato non potrà che essere esplosivo!
Checchetto - Ho lavorato su Spider-Man agli inizi e un po' anche nella fase centrale della mia carriera. Quello che vorrei fare io, però, è uno Spider-Man classico, e Chip è sicuramente lo sceneggiatore in grado di scrivere un’Arrampicamuri classico che risulti moderno allo stesso tempo.
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Anche io, come te, sono un appassionato di Spidey. Qual è il periodo che ami di più? E qual è il tuo artista preferito?
Checchetto - Ho amato tantissimo il periodo universitario di Peter Parker, ovvero quello classico di John Romita. Non ho amato particolarmente il periodo dei cloni. Il mio Spider-Man sarebbe più concentrato sulla vita privata di Peter, sulla sua impossibilità di vivere con leggerezza la sua età perché ostacolato dalla carriera di vigilantes notturno.
Torniamo in una certa galassia lontana lontana... Sei stato contattato per qualche nuova serie legata al rilancio di “Star Wars”?
Checchetto - Sono stato contattato per una connecting cover che raffigura tutti i personaggi della nuova trilogia di J.J. Abrams, realizzata per il prequel a fumetti del film “Star Wars: L’ascesa di Skywalker”. È stato un lavoro sfiancante per via dei tanti personaggi coinvolti e le tante approvazioni a cui è stata sottoposta, ma il risultato è stato appagante, tanto da strappare una mezza promessa: farò lo stesso lavoro anche per i fumetti legati alla trilogia originale e a quella dei prequel.
Essendo concentrato esclusivamente su “Daredevil”, sono fermo per quanto riguarda la lavorazione di altri fumetti, ma sono tantissimi gli attestati di stima che mi arrivano dalla Lucasfilm, e mi chiedono di tornare sulle loro serie. Non escludo di firmare qualche copertina, nei prossimi mesi, ma in questa fase della mia carriera voglio dedicarmi solo a Matt Murdock.
A proposito di "Star Wars", che aspettative hai per "L'ascesa di Skywalker"?
Checchetto - Sono un grande fan di "Star Wars" e ho adorato tantissimo “Episodio VII”. Certo, si tratta di un remake di “Episodio IV”. È molto nostalgico, nonostante i personaggi fossero nuovi e con dei sentimenti molto accentuati.
Non ho apprezzato, invece, il capitolo successivo perché ha cancellato quanto fatto ne “Il Risveglio della Forza”, con spiegazioni che non hanno voluto dare. Perciò mi auguro che in questo nuovo film J.J. Abrams non ne tenga conto e torni a quanto fatto in precedenza. Le mie aspettative sono altissime.
Lo stesso J.J. Abrams che, insieme al figlio, sta scrivendo a una miniserie su Spider-Man. Hai avuto modo di leggere il fumetto disegnato da Sara Pichelli?
Checchetto - Purtroppo non l’ho ancora letto. Ho aspettato l’edizione italiana evitando di seguire quella in inglese.
In chiusura, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi per il tuo Daredevil?
Checchetto - Nel numero #12 della serie ho disegnato una scena talmente violenta che pensavo non l’avessero mai approvata in Marvel. Invece è passata tranquillamente! Nei prossimi mesi vedrete emergere la figura di Kingpin - personaggio che Chip sta scrivendo benissimo - tantissime battaglie e ritorni molto importanti. Non ti posso dire altro perché Chip è molto geloso del suo lavoro.
Come artista, invece, cosa svilupperai nei mesi prossimi?
Checchetto - Non so dirti precisamente di cosa si tratti, ma quando lavoro sui personaggi che amo c’è qualcosa che scatta nella mia testa che mi fa fare un passo in avanti, che mi spinge a migliorare lo stile. Potrei migliorare il passaggio della china, una maggior cura nell’espressività dei personaggi o altro. Ci sono degli accorgimenti che nascono spontanei. Mi sento in continua evoluzione. Ora inizierò il terzo storyarc della serie, e già so che sarà migliore del primo e del secondo perché mi sto divertendo a realizzarlo. Ogni volta, sempre di più.