Intervista a Daniel Warren Johnson, da Murder Falcon a Wonder Woman | LuccaCG19
A Lucca Comics & Games 2019 abbiamo intervistato per voi Daniel Warren Johnson, autore di Murder Falcon e disegnatore di Ghost Fleet
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Grazie alla disponibilità di Jacopo Masini e dello staff di saldaPress, abbiamo intervistato il simpaticissimo Daniel Warren Johnson, e questa è la chiacchierata che è scaturita:
Ciao, Daniel, e benvenuto su BadTaste.it!
Ti dico subito che ho amato alla follia “Murder Falcon”.Grazie, davvero.
Sono molto curioso di sapere com’è nata questa storia così particolare e densa di umanità.Ricordo che mio fratello stava organizzando una gara di roller derby e cercava un nome adatto per l’evento. Ha iniziato a inviarmi alcuni messaggi contenenti parole come "Andrew Lloyd Shredder" e "Murder Falcon”. A quel punto gli ho chiesto se potessi usare quegli elementi per qualcosa di mio, e lui ha accettato senza problemi. Partendo da questi messaggi è nato il concept di Murder Falcon, un personaggio che lotta contro il male ed è connesso a una chitarra. Meglio suoni quella chitarra e più forza gli trasmetti per combattere.
Così è nata la storia, e mentirei se ti dicessi il contrario. D’altronde, il nome del fumetto è davvero fantastico.
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La musica è sicuramente uno dei punti focali di questo racconto, oltre alla drammatica storia di Jake.
Una volta trovato il nome ho pensato: “È davvero molto Metal”. Inevitabilmente ne sono stato ispirato, anche perché ascolto tantissima musica di quel genere. Con un nome così, ho trovato subito il contesto in cui sviluppare la storia, per poter passare poi agli altri step e completare l'opera.
Su Spotify è disponibile una playlist chiamata proprio “Murder Falcon”. L’hai realizzata tu? Quanto è importante per te questa componente?
Sì, l’ho creata io. Più di quanto tu possa immaginare. Sin dalle prime pagine, ho provato a riportare nei testi i sentimenti che provo quando ascolto la musica che amo. Una sensazione di gioia che mi pervade ogni volta. Credo che tutto ciò sia centrale in “Murder Falcon”.
Sia in “Extremity” che in “Murder Falcon”, i tuoi personaggi principali sono alle prese con problemi fisici che ne caratterizzano le vicissitudini. La sfida non è solo quella contro un avversario tangibile ma anche superare le loro stesse paure. Contro cosa combatte Jake?
In “Murder Falcon”, Jake combatte contro la paura della morte. Senza anticipare troppo, posso dire che solo nella sezione centrale del volume scopriamo la verità riguardo al problema che ha colpito Jake e sua moglie. In quel preciso momento, la storia si mostra in tutta la sua brutalità, facendoci capire che la lotta contro la morte non è ancora finita.
Ho traslato nel contesto della musica Metal questo concept così dirompente. Nonostante la tragedia, Jake affronta tutto con più coraggio rispetto all’inizio, grazie al percorso che ha fatto e alla presenza al suo fianco di Murder Falcon.
La storia finisce in maniera triste, non c'è dubbio, ma credo che trasmetta anche tanta speranza. Penso che l’obiettivo principale di Jake sia combattere le paure che si porta dentro, metabolizzando tutto ciò che gli sta accadendo. Che è proprio quello che faccio io tramite “Murder Falcon”.
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Il processo di maturazione portato avanti da Jake è davvero molto intenso, visto il dramma che si ritrova a vivere. Quanto è stato difficile per te realizzare quelle pagine?
Non è stato difficile. La sfida più complicata è stata mettere cuore e anima in quel particolare momento della storia considerando il contesto in cui si sviluppava il racconto. A un certo punto del volume arrivano dei mostri, poi ci sono continui spostamenti di città in città... Ecco, comprendere in quale momento inserire quel materiale è stata la parte difficile. Parlare di queste emozioni, sviscerare tutti i sentimenti attorno alla vicenda è stato facile, quasi catartico. Bilanciarli con la trama, aspetto necessario affinché il tutto funzioni, invece, è stato difficile.
Dopo diversi progetti per il mercato indipendente, ora stai lavorando su un personaggio iconico come Wonder Woman. Che tipo di storia dobbiamo aspettarci?
Nella storia che voglio raccontare la troverete esposta al pericolo. Nella serie regolare lei è una dea, e ho pensato che non avevamo bisogno di un altro racconto in cui una super eroina affronta un super criminale. Volevo invece che la mia Wonder Woman potesse essere ferita, sia fisicamente che emotivamente, dagli esseri umani. Per questo motivo, si ritroverà con i suoi poteri compromessi. Si sveglia trecento anni nel futuro, e in questo scenario non può volare né far affidamento sulla sua leggendaria forza, tanto che può essere uccisa. È sulla difensiva. Non è sicura di quello che la circonda, ma nonostante ciò crede ancora nei suoi ideali. O meglio, vorrebbe farlo, ma tutto verrà messo a dura prova dalla situazione in cui si è risvegliata. Fondamentalmente, Wonder Woman proverà a risalire la china malgrado il mondo attorno a lei farà di tutto per trascinarla a fondo.
Ci sono degli autori che ti hanno ispirato per la realizzazione di questa storia?
Nessuno. Non ho mai letto fumetti di Wonder Woman nella mia vita, né sono mai stato un fan degli artisti che hanno lavorato sulla serie. Oltretutto è un personaggio che non ha mai solleticato più di tanto la mia fantasia o attirato per la sua componente visuale. Mi piace però il suo particolare attaccamento all’amore, alla giustizia, alla verità e alla pace. Anche, la sua gentilezza. Mi sono chiesto, però, cosa sarebbe rimasto di tutti questi aspetti se le fossero stati portati via i poteri, le sue abilità.
Aggiungo che non mi è piaciuto nemmeno il film, quindi, nel pieno rispetto del personaggio, ho realizzato la mia versione nella speranza che la gente possa amarla! [Ride]
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Restando in campo musicale, quanto sarà Metal questa Wonder Woman?
Sarà molto Metal. Avrà un’attitudine molto simile a quella di Conan il Barbaro.
Dopo questo progetto, su cosa lavorerai?
Una volta ultimato il mio lavoro su Wonder Woman, realizzerò un progetto personale insieme a un mio amico. Sarà un albetto di venti pagine, un mini-fumetto tipo “Old Man Skywalker”, e poi forse mi dedicherò a qualcosa sul wrestling.
Volevo giusto chiederti del tuo cappello, su cui campeggia il logo di una nuova federazione di lottatori, la All Elite Wrestling. Qual è il tuo wrestler preferito e cosa lega questa disciplina al tuo lavoro?
Sin da piccolo ho sempre seguito Kenny Omega, sia nel suo periodo in Giappone che in quello americano. La sua qualità è davvero alta, così come quella degli altri lottatori che oggi sono nella All Elite Wrestling.
Nei fumetti provo a fare quello che loro fanno con il wrestling: mettere sempre tanta passione in quello che faccio e provare a raggiungere un livello sempre più alto. È qualcosa che mi emoziona davvero tanto.