Marvel Comics #1000, parla Al Ewing: C'è un eroe che attende di tornare da molto tempo

Al Ewing parla di Marvel Comics #1000, in quanto co-sceneggiatore e architetto del progetto

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Dovreste già sapere ormai ogni cosa su Marvel Comics #1000, albo celebrativo che la Casa delle Idee pubblicherà a fine agosto per celebrare il suo ottantesimo anniversario e che propone ottanta storie di una sola pagina affidate a un parterre de roi senza precedenti di scrittori e artisti.

Lo sceneggiatore più coinvolto è senza dubbio l'architetto del progetto, Al Ewing, a cui il sito ufficiale della Marvel ha rivolto alcune domande in merito a questa storica pietra miliare. A lui sono affidati gli episodi che, sostanzialmente, fanno da filo rosso all'interno dell'albo:

Marvel Comics #1000, copertina di Alex Ross

Vedo questo ruolo come una dimostrazione della fiducia che la Marvel ha in me in questo momento, il che è molto gratificante. Sarei stato già felice dell'occasione di avere una pagina per me, ma che mi venga chiesto di mettere insieme la spina dorsale del progetto è un onore impressionante. Inoltre, la cosa coinvolge un sacco di elementi della continuity, di tessuto connettivo e un lavoro importante per mettere insieme i pezzi del puzzle. Tre cose che amo nelle mie storie.

In quanto grande fan da tantissimo tempo, da Vero Credente, in qualche modo sento che la mia intera vita è stata un po' un percorso di preparazione a questo momento. Nei fatti, la prima cosa che ho fatto per essere pronto è stata una ricognizione delle pubblicazioni Marvel anno per anno, in cerca di qualcosa di importante da citare per ognuna delle ottanta storie. Ne ho tratta una rinnovata stima per la Marvel della Golden Age. In quelle storie ci sono delle cose pazzesche, come Three Xs, Thunderer, un sacco di personaggi stranissimi di storie singole. Mi spiace di non aver trovato il modo di coinvolgere il Namor degli anni Cinquanta più modaioli, il Sinatra dei Mari, ma sono certo che ci sarà occasione, prima o poi.

C'è un tema generale, nella storia, che sta nel fatto che gli eroi vengano periodicamente intervistati, nell'albo. Il che è fondamentale per il finale, che tira le fila. Per lo più, però, ho lavorato senza coordinamento, da solo, ed è stato meglio così, perché questo ha permesso agli altri scrittori di non farsi influenzare troppo e fare un po' quello che volevano sulle loro pagine.

Marvel Comics #1000, variant cover di Mike Allred

C'è un personaggio che collega tutto, dall'inizio alla fine della storia, che si trova nella prima e nell'ultima pagina. Vi garantisco che nessuno di voi che state leggendo queste righe può indovinare di chi si tratti. Descriverei la storia come un mistero che serpeggia sullo sfondo dell'Universo Marvel sin dagli albori. Con al centro un eroe che aspettava di tornare sotto i riflettori, in un modo o nell'altro, da molto tempo.

Credo che il concetto di "eroe che potresti essere tu", tipico della Marvel, abbia ancora una grandissima forza. E così l'idea del super eroe con super problemi, che non se la passa sempre benissimo, ma fa sempre il meglio che può. Eroi che litigano, che falliscono, che rimangono comunque eroi quando più conta. Credo che, quando si scrive una storia di super eroi sia molto meglio che il protagonista abbia qualche sassolino nella scarpa.

Sarei presuntuoso se dicessi di aver sentito lo spirito di Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko nello scrivere queste sceneggiature, ma ho certamente tratto ispirazione da tutti loro in modi diversi. In particolare, Kirby non è mai stato lontano dai miei pensieri, nelle scene più cosmiche... e non c'è carenza di scene cosmiche in questa storia.

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Fonte: Marvel

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