Jonathan Hickman: Non distruggerò gli X-Men, ma farò valere il mio lavoro | Comic-Con 2019
Jonathan Hickman parla dei suoi obbiettivi alla vigilia del suo rilancio degli X-Men con le miniserie House of X e Powers of X
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Vi ricordiamo che al Comic-Con International 2019, in scena da oggi a domenica a San Diego, verrà svelato cos'ha in serbo la Casa delle Idee per la fase successiva del rilancio di Hickman, la quale avrà inizio al termine della seconda miniserie, Powers of X.
Non è il caso di fare dell'archeologia narrativa e di richiamare la nostalgia. Il mio lavoro è creare qualcosa di nuovo con i personaggi e lanciare gli X-Men in una nuova era. Quelle che leggerete sono storie che ho scritto e riscritto nella mia mente un sacco di volte, da quando ero bambino. Sono stato in cucina per parecchio tempo, ho preso gli ingredienti e so cosa serve per preparare un buon piatto.
Ho una serie di convinzioni filosofiche sul tipo di lavoro che si dovrebbe fare quando si è alla Marvel. Le storie devono essere grandiose. In ogni momento si può minare la propria continuity e quella esistente nella compagnia in generale, in modi che provochino una risposta da parte del pubblico ma non generino confusione. Così si crea qualcosa di potente, e sarebbe folle non farlo, quando si raccontano storie del genere. La regola d'oro è che, alla fine dei giochi, dopo aver fatto esplodere tutto, si ricostruisca tutto quanto. Mai comportarsi da stron*i e lasciare casino.La voglia è sempre quella di raccontare storie che contino qualcosa, ma il modo in cui questo è possibile alla Marvel è non essere distruttivi, aggiungere invece di cancellare. Certo, potrei raccontare storie in cui tutto l'Universo Marvel viene distrutto, ma poi lo rimetterei sempre insieme e, nel farlo, aggiungerei qualcosa che metta i personaggi in posizioni interessanti. In questo modo, non si rovinerebbe il lavoro altrui.
Un grave errore che a volte fanno le persone che firmano fumetti per la Marvel è reagire di conseguenza a quel che accade nei film. Non dovremmo mai lasciare che le nostre linee creative siano dettate da una direzione presa altrove. Sarebbe una sconfitta in partenza. Loro hanno miliardi di dollari con cui giocare, noi no. Non si può competere su quel campo e non bisogna farlo. Il punto è che voglio essere sempre avanti rispetto a quel che accade al Cinema, che dovrebbe prendere spunto dal materiale d'origine. E si torna alla questione: essere distruttivi o aggiungere elementi.
Se si aggiungono elementi e lo si fa su serie importanti, inevitabilmente parte delle proprie idee verranno riutilizzate. Quando i Marvel Studios si occuperanno degli X-Men, se avremo fatto qualcosa di interessante lo vorranno usare. E sarà spettacolare. Se non vorranno, allora va bene così. Si può decidere che il proprio lavoro è rinunciabile o tentare di renderlo inestimabile. A me piace dare valore al mio lavoro.
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