X-Men: Dark Phoenix, la recensione del film
Abbiamo recensito per voi X-Men: Dark Phoenix, ultimo film targato Fox sui mutanti della Marvel
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Esattamente come in X-Men: Conflitto Finale, Jean Grey è al centro dell'attenzione e la Forza Fenice, una delle minacce per eccellenza dell'Universo Marvel fumettistico, nonché una delle fonti di energia e potere più grandi in assoluto, è destinata a prendere possesso di lei. Questa volta c'è molta più aderenza con la versione fumettistica, dato che la Fenice viene presentata, sebbene in chiave ammodernata e meno simbolica, in maniera non dissimile da come fu immaginata da Chris Claremont negli anni Ottanta: una potenza cosmica senziente, fonte di vita e di rinnovamento quanto agente di distruzione senza pari, attratta dai poteri di Jean Grey, perfetta casa umanoide dove trovare conforto.
Salutiamo la saga Fox sugli X-Men, diciamo addio al cast che l'ha animata negli ultimi anni. Avremmo voluto farlo con un film convincente. Dark Phoenix non lo è. Tutt'altro. Siamo sempre in zona X-Men: Apocalisse. C'è una sceneggiatura fragile, ci sono scelte di cast decisamente poco appropriate, c'è un'interazione tra i personaggi schematica e prevedibile. Gli stessi difetti del precedente lungometraggio della serie. Con l'aggiunta di una regia onestamente poco all'altezza. Kinberg non è privo di idee. I temi sul piatto sono interessanti. C'è l'analisi della personalità di Charles, dei suoi difetti e della sua sfera emotiva ancora da capire; c'è il confronto tra una generazione di X-Men ormai adulta e matura, incarnata da Bestia e Mystica, con quella più giovane, di Ciclope, Tempesta, Nightcrawler e gli altri, che sottende una differenza anche ideologica e di bisogni; ci sono donne al centro dell'attenzione, non solo nel campo dei buoni, ma anche in quello degli antagonisti, dato che i D'Bari sono guidati da un'algida e minacciosa Jessica Chastain.
X-Men: Dark Phoenix è quindi un film sgangherato sotto troppi punti di vista. Il problema non è Sophie Turner, secondo noi, che pure è un'attrice senza il carisma necessario per interpretare un personaggio affascinante, tormentato e forte come Jean Grey. L'attrice britannica è mediocre di suo, ma non sfigura e, tutto sommato, tiene la scena in maniera discreta per la maggior parte del tempo. Meglio delle aspettative, insomma. Il problema è la scrittura di Kinberg, la sua idea di come vada strutturato un film di questo genere, la sua visione registica e ritmica della storia; la quale non decolla mai, non emoziona granché e chiude una saga contraddittoria ma amatissima in maniera impacciata e insoddisfacente.
Ora tocca ai Marvel Studios. Staremo a vedere cosa combineranno gli X-Men una volta tornati a casa.