Redneck vol. 3: Mogli e buoi, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo volume di Redneck, serie Image Comics di Cates e Estherren
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Avevamo salutato i nostri vampiri preferiti nello sconvolgente finale di Gli occhi addosso, secondo volume di Redneck, serie Image Comics/Skybound scritta da Donny Cates (Thanos) e disegnata da Lisandro Estherren (Spook); li ritroviamo braccati dai federali mentre cercano riparo nella capitale dello stato del Texas. Per rendere la drammaticità della situazione, basti dire che, pur di salvare la vita di Perry, Bartlett è arrivato a bussare alla porta di una vampira che nutre un profondo odio nei suoi confronti: la sua ex ragazza Julie.
Mantenendo l’impostazione itinerante del racconto, lo scrittore di God Country amplia il cast di comprimari e crea interazioni inedite. Dopo aver conosciuto i difetti dei protagonisti, per la prima volta li vediamo sotto una nuova luce, decisamente più umani rispetto all'archetipo del vampiro cristallizzato nell’immaginario collettivo. Considerando il contesto reazionario in cui è calata Redneck, questi buoni sentimenti spiccano ancor di più, e in men che non si dica ci ritroviamo perdutamente innamorati di un outsider come Bartlett e della sua stramba famiglia.
Il tratto essenziale del disegnatore argentino Lisandro Estherren veicola il fluire vivace della narrazione assecondandone il ritmo e contribuendo a rendere questo terzo volume – così come i suoi due predecessori – un’esperienza di lettura imperdibile.
Cates sa infatti cambiare il registro in maniera repentina e sempre convincente, imprimendo violente accelerate alla narrazione e poi brusche frenate, in una girandola di emozioni. Ogni pagina di Redneck sembra esplodere per l’enorme tensione che percorre le sue trame. Prima di voltare pagina, non sappiamo mai cosa aspettarci: un dialogo tra padre e figlio può diventare una carneficina, l’intimità tra due amanti può preludere a una scena straziante, eppure tutto risulta magistralmente bilanciato.