My Hero Academia: Two Heroes, la recensione del film

Abbiamo recensito per voi My Hero Academia: Two Heroes, primo film tratto dal manga di Kohei Horikoshi

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

My Hero Academia: Two Heroes poster

Dopo il successo del fumetto e della serie televisiva, era inevitabile che My Hero Academia arrivasse sul grande schermo, come tradizionalmente capita ai titoli più popolari della rivista nipponica Weekly Shonen Jump; merito anche dell'enorme popolarità ottenuta rapidamente in Occidente dall'opera di Kohei Horikoshi, grazie alle sue atmosfere a metà tra shonen e comic-book supereroistico.

Lo scorso week-end, grazie a Nexo Digital, è stato proiettato anche nei cinema italiani Two Heroes, il primo lungometraggio animato del franchise.

La trama sfrutta uno stratagemma spesso adottato nei capitoli cinematografici degli anime di combattimento: i protagonisti affrontano un viaggio in una terra lontana, cosa che permette al regista Kenji Nagasaki di mostrarli in una location esotica e suggestiva in grado di offrire visivamente qualcosa di differente dalla vicenda principale ed evitando al contempo di giocare con gli elementi principali della serie, cosa che li limiterebbe per quanto concerne le modifiche allo status quo.

Allmight porta con sé Deku ad I Island, dove i migliori scienziati del mondo conducono ricerche sui Quirk per sviluppare nuove tecnologie. Qui il potente super eroe si ricongiunge con il Professor David Shield, un suo compagno di studi che non vede da anni; sua figlia Melissa accompagna Deku a scoprire tutte le aree dell'isola, dove per una serie di coincidenze ci sono anche diversi compagni di classe del protagonista.

Questa parte del film è abbastanza meccanica e si trasforma presto in una carrellata di presentazioni dei singoli studenti, con situazioni e combattimenti che spesso ricordano scene simili a quelle del manga: una scelta utile ai neofiti ma anche un revival probabilmente apprezzato dai fan più accaniti. I ragazzi vengono poi invitati a una festa, spingendoli a un cambio d'abito elegante; vediamo quindi ognuno di loro in una versione diversa da quella abituale: altra chicca estetica in grado di differenziare il film dagli standard della serie.

Una volta introdotti gli elementi necessari per lo sviluppo della trama, il ritmo e la densità del racconto diventano molto più godibili: tra attacchi terroristici, robot ed enormi creature, Two Heroes spinge l'acceleratore sulla componente action offrendo una varietà di situazioni, fino ad arrivare allo scontro finale; qui la qualità dei disegni e delle animazioni subisce un'impennata, dopo una quantità di scene caratterizzate da un livello tecnico fin troppo altalenante.

Non siamo al cospetto di un prodotto memorabile, ma è comunque un esordio sul grande schermo più che soddisfacente; molto probabilmente farà la gioia degli amanti della serie, pur senza toccare i picchi emotivi del manga, ma confidiamo che le prossime avventure cinematografiche di Deku e compagni possano offrire qualcosa di più sostanzioso.

My Hero Academia: Two Heroes

Continua a leggere su BadTaste