Harbinger Renegade vol. 2: Massacro, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Harbinger Renegade, edito da Star Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
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Gli Stati Uniti d’America, nella persona del Presidente Donald Trump, hanno dichiarato guerra agli psioti. Archiviato sotto la voce “fallimento” il Progetto Spirito Nascente, è una nuova organizzazione governativa a dare la caccia a questi esseri dotati di super poteri: avvalendosi del contributo sul campo della task force H.A.R.D. Corps, guidata dal Maggiore Charlie Palmer, Omen si è recata a liberare Rook, cittadina del Michigan divenuta – nel finale di Generation Zero vol. 2: Heroscape – la roccaforte del gruppo di ribelli Generation Zero.
Massacro è il secondo volume di Harbinger Renegade edito da Star Comics, contenente l’arco narrativo finale del progetto. In tutta sincerità, nessun altro titolo avrebbe potuto esprimere meglio il contenuto di questo brossurato: sin dalle prime battute si è travolti da una quantità impressionante di violenza ed efferatezza che mai avevamo trovato prima in un albo Valiant. Oltre cento pagine di morte e distruzione.
Le relazioni tra i membri del team, le macchinazioni di Solomon, di Omen e la scelta di calare una costruzione così ben articolata in un contesto attuale sono tutti elementi essenziali per conferire profondità a questo fumetto, evitando di ridurre il tutto a una mera sequela di cruente scene di guerra. Gli psioti rappresentano qualcosa di misterioso e ingestibile, e la paura di ciò che è “diverso” porta spesso ad atteggiamenti di diffidenza: lo scenario tratteggiato da Roberts risulta estremamente vivo e preciso nel raccontare l’ansia che caratterizza il nostro quotidiano.
Questa storia così intesa sotto il profilo narrativo si avvale del contributo artistico di Darick Robertson e Juan José Ryp: lo stile grottesco del disegnatore statunitense è ottimale per esaltare le sequenze splatter e rendere al meglio le suggestioni – spesso disturbanti – legate alla guerra.
L’artista spagnolo ci conduce invece indietro nel tempo, agli inizi dell’XI Secolo, per scoprire la genesi della faida tra il demone e la Confraternita di Cuth. Peculiare e originale, il tratto di Ryp non si distacca poi molto da quello di Robertson, riuscendo a trasmettere in maniera nitida la brutalità di questo scorcio. Infine, segnaliamo le belle colorazioni di Diego Rodriguez, che conferiscono atmosfere oscure e cariche di tensione al volume.
Questo secondo e ultimo appuntamento con Harbinger Renegade rappresenta inoltre il prologo di Harbinger Wars II: tutte le pedine sono ora schierate sul campo, e l’esito della battaglia è davvero incerto...
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