Bonelli: Mercurio Loi chiude i battenti, parla Alessandro Bilotta
Mercurio Loi, la pluripremiata serie Bonelli di Alessandro Bilotta chiude con il sedicesimo albo
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Lo abbiamo appreso dal sito ufficiale della casa editrice milanese: la collana si concluderà a marzo con il sedicesimo numero. Il titolo dell'episodio, inoltre, non lascia speranze per un seguito in altri formati editoriali: l'albo si chiamerà infatti La morte di Mercurio Loi.
Potremmo fare i catastrofisti e dare la colpa alla cattiveria (o all'indifferenza, che è pure peggio) del "mercato" o alla crisi del mondo Occidentale (ma non è che quello Orientale se la passi poi meglio). O potremmo essere fatalisti e additare il destino cinico e baro. Oppure, possiamo constatare che siamo arrivati al termine di un bel viaggio e che la strada, semplicemente, si conclude qui. O meglio, no, la strada prosegue, siamo noi a fermarci: non saremo più lì a osservare un perdigiorno che continua a camminare in cerca di... mah, forse nemmeno lui sa bene che cosa.
[...] I sedici numeri (più uno ospitato ne "Le Storie") di Mercurio Loi rappresentano un punto di orgoglio per Sergio Bonelli Editore: la serie e il suo creatore hanno vinto tutto quello che si poteva vincere.[...] Complimenti e ringraziamenti vanno, naturalmente, a tutto lo staff, e soprattutto ad Alessandro Bilotta.
Abbiamo inoltre contattato Alessandro Bilotta, che con la solita gentilezza e disponibilità ha tenuto a precisare:
A Lucca nessuno aveva parlato di una chiusura di Mercurio Loi. Io ho concluso il ciclo narrativo a cui si era lavorato fin dall'inizio, non ne abbiamo messo in piedi un secondo. Ho sempre lavorato sui sedici numeri. Considero Mercurio Loi una serie di sedici numeri.
E ha ribadito, poi, lo stesso concetto sulla propria pagina Facebook, mostrando la copertina di La morte di Mercurio Loi, firmata da Manuel Fior.
E voi, appassionati del più delizioso perdigiorno del Fumetto italiano, cosa ne pensate?
Fonte: Sergio Bonelli Editore