Bloodshot Salvation vol. 2: Il libro dei morti, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Bloodshot Salvation, di Lemire, Fawkes e Guedes
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La nascita di un figlio ti stravolge completamente la vita. Non parliamo solo di notti insonni, pannolini e ciucciotti: l'arrivo di un pargolo offre a un genitore una prospettiva diversa, una scala di valori inedita con la quale riordinare le proprie priorità. Ne sa qualcosa Ray Garrison, il letale soldato dotato di naniti noto come Bloodshot, divenuto papà con l'avvento della piccola Jessie.
Continua l’avvincente epopea dell’arma vivente perfetta con la pubblicazione del secondo volume di Bloodshot Salvation. Saldo alla guida della serie Valiant, Jeff Lemire, autore che sta legando sempre più il suo nome a quello del personaggio: dopo averlo condotto attraverso un travagliato percorso di purificazione e rinascita sulle pagine di Bloodshot Reborn, lo scrittore canadese ha operato importanti variazioni dello status quo – l’iniziale perdita dei naniti, l’essere diventato marito e padre – lasciando invariato il suo approccio alla narrazione.
In questo nuovo appuntamento, intitolato Il libro dei morti, Bloodshot viene catapultato in ambientazioni mistiche ed esoteriche decisamente ammalianti, in cui il “rientrante” Shadowman recita la parte dell’anfitrione. La tensione che accompagna le diverse fasi del racconto è palpabile; soprattutto nel secondo capitolo, quando la narrazione è affidata solo a balloon e onomatopee in tavole completamente nere. L'espediente adottato risulta vincente e ci porta a vivere in prima persona l’immersione in un contesto privo di riferimenti, pieno di pericoli pronti a colpirci alle spalle. La vicenda diventa sempre più coinvolgente, fino a raggiungere il suo climax nelle battute finali, dove le diverse linee temporali si ricollegano dispiegandone la chiave di volta.
Le intense sequenze di questo volume sono rese brillantemente da Renato Guedes. Lo stile realistico dell’artista brasiliano sublima in splendide tavole sia le suggestioni orrorifiche del mondo ultraterreno che la tensione crescente nella ricerca di una soluzione al male della figlia di Ray. Sebbene in alcuni frangenti le sue anatomie risultino troppo rigide, la resa generale è più che positiva, cosa che contribuisce a mantenere elevato lo standard qualitativo della serie.
Pur cambiando continuamente pelle, Bloodshot Salvation si dimostra un’opera magnetica e affascinante per la maniera in cui continua a mostrarci le molteplici sfaccettature del suo protagonista.
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