Spider-Man Collection: La saga del costume alieno, la recensione

Abbiamo recensito per voi i due volumi della Spider-Man Collection contenenti La saga del costume alieno

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Spider-Man Collection vol. 15: La saga del costume alieno 1, copertina di Ron Frenz

Dopo essere stati spediti dall’Arcano su Battleworld per prendere parte alle Guerre Segrete, i super eroi e i super criminali Marvel hanno fatto ritorno sulla Terra. Diverse sono le novità che i personaggi si sono portati dietro, su tutti Spider-Man: il suo classico costume rosso e blu è stato ridotto a brandelli durante lo scontro decisivo ed è stato sostituito da una versione nera consegnatagli da un macchinario alieno. Una volta tornato a New York, Peter Parker inizia a scoprirne le molteplici caratteristiche mentre deve fare i conti con una serie di situazioni lasciate in sospeso: la difficile relazione con Felicia Hardy, i contrasti con Zia May nati dopo aver lasciato il dottorato all’università, il lavoro al Daily Bugle e la necessità di pagare l’affitto e sbarcare il lunario. Insomma, aver salvato l’umanità non paga le bollette né migliora i rapporti interpersonali, anzi, li aggrava.

Queste le difficoltà che il povero Peter è tenuto ad affrontare, una volta tornato alla vita di tutti i giorni; questo il contesto in cui prende il via La saga del costume alieno, epopea ragnesca partita nel maggio del 1985 sulle pagine di Amazing Spider-Man #252. Orchestrata da Tom De Falco e Ron Frenz, la vicenda ha il compito di introdurre il simbionte nel contesto casalingo dell'Arrampicamuri, cosa che porterà alla nascita di Venom.

Raccolta in due volumi da Panini Comics, la saga ha il merito di apportare cambiamenti di rilievo nello status quo dell'Uomo Ragno tramite il coinvolgimento di villain quali Hobgoblin, Jack Lanterna, Puma, il nuovo boss la Rosa, Volpe Nera e Spirito Rosso. Non mancano ospitate eccellenti, come quelle dei Fantastici Quattro, dell’araldo di Galactus Firelord, degli Avengers, dell’Arcano e di Mefisto, co-protagonisti di episodi che non fanno mancare il loro contributo in termini di spettacolarità e suspense.

De Falco incide soprattutto sull’aspetto umano del personaggio: da un lato il Peter Parker di queste pagine deve lottare con il simbionte, dall’altro con i tanti eventi della sfera privata che lo abbattono emotivamente. Una condizione di stress accentuata dal ritorno sulla scena di Mary Jane Watson, che svela al ragazzo di essere a conoscenza del suo segreto. La confessione è sconvolgente, ma getta le basi per una relazione solida che solo nel recente passato – e in maniera discutibile – è stata cancellata. Non mancano lieti eventi, come la nascita del figlio di Harry Osborn, ma la sensazione di costante pericolo è costante nella lettura dei due cartonati. Nero il costume, nere le atmosfere che si respirano tra intrighi, cospirazioni e la strisciante minaccia di un simbionte alieno pronto a colpire.

La vicenda portante, frutto dell’intuizione di De Falco, occupa prevalentemente il primo volume; nel secondo – esclusa la comparsata iniziale del simbionte in Finché morte non ci separi, di Louise Simonson e Greg Laroque – Peter alterna l’iconico costume rosso e blu a quello nero cucitogli dalla Gatta Nera. Il resto del tomo è occupato da storie indubbiamente piacevoli - firmate da Bob Layton, Peter David, Sal Buscema e Bob McLeod - ma caratterizzate da una natura autoconclusiva e toni meno grevi, con il merito di alleggerire notevolmente la tensione. Una lettura nient'affatto appesantita dal tempo che fa risplendere il celebre adagio Marvel "super eroi con super problemi".

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