Mister No Revolution vol. 1: Vietnam, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Mister No Revolution, la rivisitazione moderna dell'antieroe
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Tra i titoli più attesi di Lucca Comics & Games 2018 c'era l'esordio della miniserie Mister No Revolution, rivisitazione in chiave moderna dell'antieroe creato da Guido Nolitta a metà degli anni 70, ripartita da Sergio Bonelli Editore in tre cartonati da libreria o, per le tasche meno capienti, in sei brossurati da edicola. Vietnam, presentato in anteprima alla fiera toscana, è uscito lo scorso 22 novembre e raccoglie le storie Brucia, ragazzo, brucia e Sarò il tuo specchio, contenute rispettivamente nell'albo da edicola di dicembre e in quello che uscirà a gennaio 2019.
In questo What if…?, traslato di venticinque anni nel futuro rispetto alla continuity classica, vengono riscritte le origini di Jerry Drake, a partire dal soprannome che ha campeggiato sulla sua testata personale fino al 2006. La trama è scissa con sapiente equilibrio in due piani temporali che si intrecciano continuamente: nel presente narrativo, ossia durante il conflitto in Vietnam, e nel passato, a New York, poco prima della partenza di Jerry per il fronte. Nella Grande Mela il Nostro ha trovato l'amore, ma anche l'occasione di evitare la coscrizione obbligatoria. Verso la fine del volume ci verrà spiegato il motivo del suo arruolamento, mentre nelle pagine addietro lo seguiremo tra i luoghi più impervi del paese asiatico, traditori quanto le strade della metropoli americana che si è lasciato alle spalle.
Siamo ancora agli inizi, d'altronde, ma basandoci su questi primi capitoli di Mister No Revolution possiamo parlare di una storia caratterizzata da grande intensità emotiva, cruda e amara, in cui anche i momenti di dolcezza riservano sempre un secondo profilo affilato e tagliente come la lama di un rasoio, così come la felicità inseguita dal protagonista sembra nascondere un risvolto imprevisto e doloroso.
Encomiabile il lavoro di Masiero, che conquista irrimediabilmente il lettore con un prodotto convincente, maturo e fresco, seppur decisamente più tragico rispetto al canovaccio tradizionale. Mister No Revolution è perfettamente in linea con la neonata collana Audace della casa editrice milanese. Sono infatti evidenti i richiami e le influenze di capolavori cinematografici duri e irriverenti con la medesima ambientazione, come Il cacciatore (The Deer Hunter, 1978) di Michael Cimino e Platoon (1986) di Oliver Stone.
La splendida colonna sonora di quest'ultimo film, l'Adagio per archi (1983), di Samuel Baber, potrebbe accompagnare tutte le sequenze di Mister No Revolution, non solo quelle di guerra, illustrate e interpretate con enorme bravura da Matteo Cremona, il quale si è affidato a due coloristi talentuosi come Luca Saponti e Giovanna Niro. Non a caso, tutti loro, così come il copertinista d'eccezione Emiliano Mammucari, provengono dallo straordinario team creativo di Orfani – Terra.
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