Lezioni di anatomia, la recensione

Abbiamo recensito per voi Lezioni di anatomia, opera di Nicolò Pellizzon

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Lezioni di Anatomia, anteprima 001

Lezioni di Anatomia è il primo fumetto di Nicolò Pellizzon, pubblicato originariamente nel 2012 sotto le insegne di GRRRzetic e riproposto quest'anno da Grrrz Comic Art Books nella collana New Kids. Una storia misteriosa e sensuale pregna di elementi esoterici, coronata da illustrazioni intense e ricche di dettagli.

Lorenzo è uno studente di medicina che vive con la zia Giuliana, dopo la morte dei suoi genitori. Esasperato dai comportamenti ossessivi della donna – affetta da disturbi psichici – decide di recarsi dalla cugina Lorena a Torino (non a caso uno dei luoghi più esoterici del nostro Paese), città nella quale, alla fine dell’Ottocento, si consumano le vicende. Sui due ragazzi grava l’ombra di un passato nebuloso, i cui ricordi paiono incapaci di emergere dagli abissi della memoria.

L’opera di Pellizzon procede per dualismi: i due personaggi principali, un uomo e una donna, mostrano due modi opposti di rapportarsi all’esistenza. Da una parte lui, più razionale e scientifico, e dall’altra lei più spirituale e governata da una vena artistica. A metterli in contatto, due forme di unione diverse, una più onirica e strettamente mentale e una fisica, un’unione dei corpi e un legame ancora più profondo che viene svelato al lettore, ma che può anche essere intuito nel corso della lettura.

La stessa struttura dell'opera è doppia. I capitoli che narrano la storia, e che comprendono un prologo e un epilogo, si alternano a tre estratti illustrati – Il libro segreto di Eva, Le tavole anatomiche di Lorena Leone e Il libro dei morti – i cui disegni, ricchi di elementi simbolici, rievocano le carte dei tarocchi.

Anche il lettore si “sdoppia” con il procedere degli eventi. Lo sguardo raziocinante di Lorenzo, infatti, non preclude la possibilità di lasciarsi trasportare in una dimensione più surreale, composta da incubi e dall’inquietante consapevolezza che nei trascorsi dei personaggi si celi una pesante verità che necessità di essere svelata.

Lorena, la pittrice, non solo è un personaggio che mostra un approccio più spirituale alle vicende, ma è anche una donna che, considerata una poco di buono dalle malelingue che la tormentano al punto da costringerla a temere per la sua incolumità, fornisce uno scorcio del maschilismo della società borghese con la quale deve fare i conti.

La trama principale, piuttosto esile, procede velocemente, ma è inevitabile soffermarsi a lungo sulle tavole illustrate che, come detto sopra, presentano numerosi riferimenti alle simbologie esoteriche e alchemiche e sono una celebrazione, come intuibile dal titolo dell’opera, del corpo umano sia nella sua forma più materiale, dalla vita alla putrefazione, sia come contenitore dell’anima, con le sue passioni e pulsioni.

La bicromia aumenta la potenza delle atmosfere fumose e orrorifiche, con il bianco della pelle dei personaggi che emerge dall’oscurità del nero. Le tavole sono ancora più intense grazie all’uso dei grigi, le ombre sui volti rendono le espressioni più gravi, e i bagliori all’interno delle iridi completamente nere, che sembrano rappresentare la scintilla della follia, travolgono chi le osserva.

Lo stile inconfondibile di Pellizzon rende ancora più prezioso questo fumetto atipico e carnale, perfetto per chi vuole approcciarsi per la prima volta ai suoi lavori e anche per coloro che si sono già lasciati affascinare dalle vivaci e fantastiche atmosfere di Haxa vol. 1: I confini del vento e desidera vedere un'altra faccia di questo autore.


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