Fantastici Quattro 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero del rilancio dei Fantastici Quattro, di Dan Slott e Sara Pichelli
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Un segnale riporta una scritta nel cielo dopo tanto tempo: Fantastici Quattro. Lo stupore lascia ben presto spazio alla gioia per un ritorno atteso da anni. Tre, per la precisione, quelli trascorsi dalla conclusione della run di James Robinson e Leonard Kirk (letta in Italia sulle pagine di Fantastici Quattro 375 del dicembre 2015) che chiudeva la prima storica serie Marvel. Per uno strano scherzo del destino, proprio nei giorni in cui piangiamo la dipartita di Stan Lee, l’uomo che ha dato il via - insieme a Jack Kirby e a Steve Ditko - alla rivoluzione della Casa delle Idee, la testata del quartetto fa ritorno in edicola all’interno del più ampio cambiamento mai messo in atto da Panini Comics per le sue pubblicazioni.
In perfetta continuità con quanto splendidamente raccontato da Chip Zdarsky su Marvel 2-in-Uno, Slott passa in rassegna tutti gli stati d'animo che stanno precedendo l'atteso ritorno: la rassegnazione di Ben e il suo desiderio di ripartire ("Spero che la nostalgia lasci posto al futuro", gli augurava Victor Von Doom), la non accettazione di Johnny e il suo immotivato entusiasmo. Nel mezzo, la gioia, il dolore, la rabbia e la voglia da parte di ognuno di mantenere viva un’infinità di ricordi. Il tutto viene gestito con mestiere dallo scrittore di Tony Stark: Iron Man il quale, senza scadere nel mieloso e puntando sulla fame di avventure fantastiche dei lettori, riesce a creare ancora più attesa attorno al rientro in scena dei Fab Four.
La scelta di puntare sulla componente emotiva del racconto rende però ridondante la lettura di questo primo numero: celando i piani futuri per la serie, Slott ripropone lo status quo dei Fantastici Quattro superstiti già visto su Marvel 2-in-Uno, aggiungendo pochissimi nuovi elementi, i quali non consentono all'albo di decollare effettivamente. Certo, non possiamo trascurare l'importante carico emotivo legato a questa lettura, ma per ora la sensazione predominante è quella di un tergiversare eccessivo, di allungare l'attesa senza motivo.
Decisamente più centrata la prova della Pichelli, che, grazie all'esperienza maturata su Spider-Man e Guardians of the Galaxy ha saputo mettersi in mostra e ritagliarsi il proprio spazio nel pantheon del Fumetto americano. La sua espressività è perfetta nel catturare e sublimare su carta le emozioni dei protagonisti, in particolare colpisce l’attento lavoro su Ben Grimm. Dinamico e fresco, lo stile della disegnatrice nostrana trova la sua meritata consacrazione confrontandosi con i nomi illustri che l'hanno preceduta sulla testata, non sfigurando.
Fantastici Quattro 1, inoltre, presenta due storie brevi: Il giorno del destino e della vittoria è un racconto firmato da Slott e da Simone Bianchi che riporta la nemesi del quartetto nel ruolo che da sempre gli compete, quello di tiranno di Latveria. I toni sono solenni, grevi, carichi di tensione e restituiscono un Destino che, senza cancellare quanto presentatoci da Brian Michael Bendis sulle pagine di Famigerato Iron Man, ritorna vicino alla sua versione primigenia. Ma che Pop?!, di Slott e Skottie Young, invece, non è altro che un mero divertissement con protagonista Impy, l'Uomo Impossibile: nulla di imprescindibile se non fosse per l'occasione di godere ancora una volta dello stile cartoonesco di Young al di là delle variant.
In conclusione, non possiamo non esultare per il ritorno della serie che ha dato il La all'Universo Marvel. Dopo l'ottimo lavoro di Zdarsky, Jim Cheung e Valerio Schiti, tocca ora a Slott e Pichelli rinverdire la leggenda del "fumetto più straordinario del mondo". Ancora pochissima attesa (si spera) e potremo finalmente esclamare: bentornati Fantastici Quattro!
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