Rise of the Dungeon Master, la recensione
Rise of the Dungeon Master è la biografia a fumetti di Gary Gygax, il creatore di Dungeons & Dragons
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Rise of the Dungeon Master si basa su un articolo scritto nel 2008 da David Kushner, nel quale raccontava la vita del creatore di Dungeons & Dragons rivolgendosi al lettore utilizzando la seconda persona, come se fosse il master di un gioco di ruolo. Il testo è stato interamente ripreso in questo volume e suddiviso in didascalie, che nelle singole vignette sono accompagnate dai disegni di Shadmi.
La figura di Gygax è affascinante, a prescindere da chi si avvicini a questo prodotto: l'appassionato di giochi di ruolo sarà catturato dalla nascita dei meccanismi che hanno differenziato Dungeons & Dragons dai suoi predecessori, mentre il "profano" potrà seguire il percorso di un artista destinato a rivoluzionare il settore in cui ha operato: dai mesi trascorsi a riflettere e perfezionare le regole alle prime, timide partite di prova in pubblico, dai rifiuti degli editori al raggiungimento del successo.
La formula attraverso cui tutto ciò viene raccontato è intrigante: la presenza di un narratore-master è quanto di più appropriato possa esserci considerando il soggetto dell'opera, ma dopo qualche capitolo inizia a risultare pesante: trovarsi di fronte a tavole composte quasi unicamente da didascalie (in media appare un balloon per pagina) non favorisce la fluidità della lettura, e l'impressione è quella di non stringere tra le mani un vero e proprio fumetto; non a caso, all'estero questo Rise of the Dungeon Master viene proposto come la "versione illustrata" dell'articolo originale.
Si potrebbero fare infinite riflessioni su cosa sia la Nona Arte e su quali siano i confini entro i quali un titolo possa essere proposto come fumetto, ma ci limitiamo a valutare il prodotto in questione.
Con una sceneggiatura di questo tipo, forzatamente mutuata in arte sequenziale, il compito di Shadmi non è facile, costretto ad animare vignette in cui immagine e testo viaggiano su binari paralleli. Il disegnatore qui si allontana dall'approccio iper-espressivo di alcuni suoi lavori precedenti e porta su carta personaggi meccanici, privi di vita, creando così un vortice in cui l'illustrazione e le didascalie si affossano a vicenda.
Il risultato non è del tutto negativo, ma un argomento di sicuro interesse e dalle tante potenzialità è stato sviluppato in modo asettico e privo del mordente, mentre un approccio meno meccanico gli avrebbe consentito di splendere decisamente di più.
Ci permettiamo di dire che i punti carisma di questo volume sono decisamente bassi, e solo un tiro salvezza fortunato (o un'enorme passione per Dungeons & Dragons) potrebbero soddisfare il lettore.