Gipi vol. 2: Unastoria, la recensione
Abbiamo recensito per voi Unastoria, secondo volume della collana dedicata a Gipi da La Repubblica
Dopo La terra dei figli, storia che ha aperto la collezione, arriva nelle edicole italiane Unastoria, graphic novel del 2013 targata Coconino Fandango che portò per la prima volta un fumetto in finale al prestigioso Premio Strega.
Unastoria è probabilmente il lavoro più sbilanciato verso l'emotività assoluta, proponendo un intreccio di storie e di individui pieni di differenti problematiche e idiosincrasie, con la voglia di vivere che fa da fil rouge tra le singole vicende, una connessione profonda che va ben oltre il legame parentale tra i protagonisti.
Unastoria venne pubblicato originariamente dopo diversi anni dall'ultimo lavoro fumettistico dell'autore, una prova tangibile di quanto ogni singolo tratto sul foglio di carta abbia un suo peso specifico importante, dall'idea alla stesura finale. Visivamente parlando, il risultato è semplicemente stupefacente.
La città, la guerra, il sogno, la realtà e i ricordi si mescolano continuamente, fornendo al lettore un senso logico solo nei momenti opportuni, quando è già pienamente immerso nelle immagini e nelle parole. I contenuti non sono facili da metabolizzare: si parla di malattia e di dolore, ma il tono utilizzato da Gipi non è mai volto al patetismo o al pietismo. I personaggi restano sempre uomini e l'empatia che si prova nei loro confronti è la più naturale che si possa immaginare, senza facili giudizi o condanne.
Unastoria è la summa di due vite che trascinano nel loro vortice tutte quelle che gli gravitano attorno, senza giri di parole o disclaimer preliminari. Come ogni buon racconto, il pugno che colpisce lo stomaco ha il sapore dolce dei ricordi costantemente bagnato dall'acre del sangue, ed è proprio da questo forte contrasto che nasce un lavoro davvero grande, destinato a durare nel tempo.