Vivi e vegeta voll. 1 - 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi Vivi e vegeta, il fantasy vegetale di Francesco Savino e Stefano Simeone
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
C'è uno strano mondo fatto di piante e di fiori umanoidi. Un mondo in cui finiscono tutti i vegetali che fuggono da quello degli uomini, dal nostro. Dopotutto, non siamo particolarmente teneri con loro. Se va bene, li teniamo prigionieri delle nostre case, dei nostri vivai e dei vasi in cui li interriamo. I più fortunati, godono della fortuna di un giardino e di un'aiuola. A quelli cui va peggio, capita di finire calpestati, colti per futili motivi, dati in dono. Spesso, mangiati. Alcuni fiori e alcune piante non ci stanno e hanno trovato il modo di raggiungere il reame vegetale. Un luogo in cui assumono una forma umanoide e possono fare una vita dignitosa. A volte.
Il protagonista di Vivi e vegeta è Carl, un cactus traumatizzato dalla perdita della propria fidanzata. C'è chi dice che lo abbia semplicemente mollato, ma lui non ci sta. Giornalista d'assalto che si è trasferita nel distretto dei fiori, Nora era una pianta grassa in terra quasi nemica. E Carl la conosce bene, meglio di chiunque altro. Lei non lo avrebbe mai lasciato così, di punto in bianco. Tuttavia, Carl non è un eroe. Il suo piano di ricerca si limita a lamentarsi con i vicini della sua bella, piangersi addosso e soffrire per la pioggia costante del distretto dei fiori. Ma un evento oscuro e inquietante si frapporrà fra lui e il suo amato deserto a cui vuole tornare. C'è qualcuno che rapisce i fiori e ne fa piatti gastronomici per gli umani, da qualche parte. E, a quanto pare, ci vuole proprio un cactus dal cuore buono, anche se ferito, per sventare i piani di una organizzazione malvagia e salvare il popolo con i petali.
Questa la trama del primo volume di Vivi e vegeta, webcomic di Francesco Savino e Stefano Simeone portato in fumetteria e in libreria da BAO Publishing. Se il primo episodio è introduttivo dei personaggi e risolve la parabola narrativa che vi abbiamo riassunto, il secondo vede gli stessi protagonisti, Carl e i suoi amici, lottare contro una minaccia ben diversa: quel razzismo di cui vi abbiamo già parlato, che divide fiori e piante e che nasconde altre, pericolose macchinazioni e che provoca, forse, l'omicidio di Lyco, uno degli alleati di Carl. Il tutto, dieci anni dopo gli eventi della prima stagione.
Gli autori definiscono il primo volume un "noir vegetariano" e, a suo modo, è una definizione calzante, per quanto si tratti soprattutto di un'avventura giocata a metà tra la fantascienza e il fantasy. In effetti, c'è un mistero da svelare, ma è la sceneggiatura stessa a farlo, e quella di Carl e compagnia non è una vera indagine, quanto più l'avventura di un gruppo di ribelli a un'autorità sconosciuta e tenebrosa.
L'idea di base di Vivi e vegeta è interessantissima. Dopo aver letto e apprezzato tanti fumetti furry, che vedono animali antropomorfi protagonisti dei più disparati generi narrativi, è interessante mutuare lo stesso concetto nel mondo vegetale. Le piante e i fiori della storia hanno caratteristiche peculiari, almeno alcuni di loro, legate alla loro specie, hanno a volte abilità e capacità che traggono spunto dai loro nomi, o anche solo personalità connesse. La vicenda è sicuramente appassionante e non mancano le trovate interessanti. Il partito dei Sempreverde, ad esempio, che fa capolino nel secondo volume, guidato da un certo Salvius, è una geniale trovata di caricatura e parodia politica, inserita in una storia di genere dinamica ed emozionante, che costruisce personaggi azzeccati e visivamente molto interessanti.
Il difetto principale di Vivi e vegeta sta nella sua struttura narrativa. Come succede spesso alle storie che nascono dall'accorpamento di episodi molto brevi, la confusione è un rischio importante: ci sono alcuni passaggi mostrati dalla vicenda che sfuggono al lettore e che non risultano chiari a una prima lettura e che arrivano affrettati ai nostri occhi. Un problema probabilmente ascrivibile al fatto che Vivi e vegeta è stato concepito come un fumetto digitale a puntate, verosimilmente progettate una per una e interconnesse di volta in volta; elemento che, come abbiamo detto, va scemando nel secondo volume, probabilmente figlio di una progettazione più attenta e anticipata.
La storia non manca di divertire e di intrattenere. Un po' per il cammino dei personaggi, le cui emozioni ci sono saggiamente sbattute in faccia dalla sceneggiatura di Savino e dalle matite molto espressive di Simeone, un po' perché il mondo in cui si muovono i protagonisti è davvero affascinante, ritratto con uno stile volutamente soffuso che avvolge la vicenda in un'atmosfera sognante. L'universo vegetale di Vivi e vegeta si presenta come un sogno lucido, tanto assurdo quanto difficile da abbandonare. Nonostante gli eventi che vi accadono siano tutt'altro che confortevoli.
Le stesse atmosfere soffuse e lo stile sporco rendono a volte poco riconoscibili alcuni dei personaggi, soprattutto se si tratta dei fiori. Simeone non è certo un novellino, ma l'autore di Semplice si trova qui alle perse con una storia di genere e un mondo che lo portano a scelte stilistiche diverse da quelle a cui ci ha abituati. Anche lui migliora con il tempo, rendendo la caratterizzazione dei personaggi sempre più convincente, capitolo dopo capitolo.
Vivi e vegeta è dunque una lettura gustosa, opera di autori con grandi idee che sanno trasportarle su carta. Non vediamo l'ora di vederli alle prese con una nuova storia e di continuare ad assistere al loro percorso di crescita artistica.