Venom, la recensione del film
Abbiamo recensito per voi Venom, il film che rivisita il villain nato sulle pagine di Spider-Man
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il film di Ruben Fleischer è infatti totalmente fuori dal coro rispetto a quasi tutto il resto del supereroismo cinematografico contemporaneo e abbastanza estraneo a gran parte del cinema d'azione e avventura dei nostri giorni. Non sappiamo dire quanto volontariamente e per scelta di genere, ricorda molto di più un film stile one man army di venti e passa anni fa. Non somiglia a nulla che abbiamo visto da parte del Marvel Cinematic Universe, con le cui trame non ha alcun rapporto, e nemmeno tra i prodotti della concorrenza. Venom è, a tutti gli effetti, scritto in maniera non dissimile da un film degli anni Novanta. Apparentemente, senza volerlo. Il che è parte del problema.
Niente di nuovo, Niente di originale. Nemmeno niente di terribile. Raccontato così. Il punto è che la trama del film narra la vicenda in maniera quasi più semplificata di quanto abbiamo fatto noi, dall'inizio alla fine. Tom Hardy si ritrova ad interpretare un personaggio costantemente sopra le righe, anche se abbiamo il sospetto che il doppiaggio e l'adattamento italiani siano stati molto fuori luogo e non abbiano aiutato per nulla. Michelle Williams, Annie nel film, risulta quasi inespressiva e protagonista di momenti di raro imbarazzo, a causa di un ruolo davvero fragilissimo da ex fidanzata dell'antieroe. La sceneggiatura è affrettatissima e colma di momenti che lasciano onestamente basiti. Le ragioni per cui i personaggi si comportano come fanno sono davvero di una sottigliezza impalpabile. Ci si mette anche un umorismo fatto di one-liner prese di peso dai film action di due generazioni fa a rendere il film un polpettone abbastanza indigeribile, vecchio e stantio, rimasto in frigorifero per troppo tempo e resuscitato per motivi oscuri.
L'unica scelta sempre coerente in Venom è che tutti quanti fanno la figura dei buffoni. Eddie si rovina la vita da solo, avvisato dalla sceneggiatura di come sarebbero andate le cose almeno tre volte. Annie prende decisioni insensate, o perlomeno non spiegabili, per tutta la durata della pellicola. E vedere l'alieno invasore che stacca le teste a morsi fare la morale a Brock come un bravo psicanalista che tira le somme assieme a un paziente testone è stato davvero troppo per noi e un po' per tutta la sala.
Venom è quindi soprattutto un grande spreco di materiale umano, in cui ci troviamo di fronte due grandi attori alle prese con ruoli e trame che ne abbattono il talento. Abbiamo avuto un sussulto di speranza dopo il finale, nella scena post-credit. Ma niente. Una bella sorpresa, non proprio inaspettata, è trascinata nella polvere dal leit-motiv del film. Grande attore, recitazione da rossor di gote.